mercoledì 30 dicembre 2009

I fabbricanti di universi - La storia di Urania volume IV


Eccoci qui! Puntuale a fine anno mi arriva la copertina del prossimo volume della Storia di Uranian e della fantascienza in Italia di Luigi Cozzi. Copertina che vi mostro in anteprima, stavolta pare abbia abbandonato lo sfondo nero per uno marron, ma non si vede il retro. Il volume parte dal 1959, gestione Fruttero e Lucentini, e approda al 1966 con escursioni in Gamma e Galassia. Quattrocentocinquanta pagine per 39,00 euro. Quest'anno Doralys non sarà disponibile a comprare per la cordata di amici di UM, per vari motivi di salute e logistici, quindi il mio amico Biblio che so legge questi post è pregato di avvisare gli altri. Forse da Roma qualcun'altro potrà andare da Cozzi e fare la spesa per tutti gli altri. Con questo vi lascio alla contemplazione della copertina e vi faccio i miei auguri per un ottimo 2010.

venerdì 25 dicembre 2009

SABY

Questo è il mio regalo di Natale per Sabrina, dieci anni.


-Buon Natale bambina mia! - La donna passa la mano sui ricci aggrovigliati dal sonno della ragazzina che si è appena svegliata. La stanza è ancora fredda, la stufa accesa da poco non dà che un leggero tepore, fuori la neve è alta e i vetri della finestra sono incrostati di ghiaccio.
- Fa ancora freddo piccola, aspettiamo che la stanza si riscaldi poi potrai vestirti e usciremo a giocare nella neve.
- Allora voglio una storia... un regalo di Natale! - esclama la bambina. La mamma si sistema lo scialle sulle spalle e sorride.



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Saby sta tornando da scuola, lo zainetto sulle spalle che si fa sempre più pesante ad ogni passo, cammina veloce schivando le persone che incrocia, attenta a dove mette i piedi, che non tocchino le giunzioni del marciapiede. Immagina che quella sia la soglia per entrare nel mondo accanto e poi perdersi per sempre. Fa freddo e pensando al calore della sua casa, alla tavola apparecchiata e al pranzo preparato dalla sua mamma si distrae un attimo e finisce addosso ad un signore intabarrato in un cappotto grigio di lana pesante che con un gesto di stizza la spinge via e prosegue il suo cammino.
Perso l’equilibrio il piede destro finisce proprio sulla fessura che separa due pezzi del cordolo e...comincia a cadere.

Cade e cade, come portata dal vento, perdendo lo zaino e il cappellino; cade sulla sabbia rovente, sotto un sole cocente che illumina di una luce purpurea un deserto di rocce e pietre aguzze. Rotolando su se stessa si ritrova seduta a terra, con gli occhi spalancati a chiedersi dove si trova e come ci sia arrivata. Il caldo è infernale e si strappa dalle mani i guantini di lana e slaccia il piumino cercando un sollievo che non trova nemmeno quando toglie anche il maglione restando con la sola camicetta. Si alza infine, si guarda intorno e vede solo desolazione, non un albero, non un’ombra, nulla di nulla. Cerca di trattenere le lacrime che le riempiono gli occhi sperduta e senza sapere cosa fare.

Saby è da pochi minuti in quel mondo senza nome, senza sentieri, senza null’altro che un sole ardente quando sente un lontano ronzio. Scruta il cielo rossiccio strizzando gli occhi, cercando di abituarsi al differente colore che sembra modificare la prospettiva delle cose e vede un puntino che avvicinandosi si fa sempre più grande. Rincuorata segue con spaspodica speranza il volo dell’oggetto in avvicinamento che pian piano si svela come una sorta di zattera piatta con un parapetto sul davanti e sulla quale indovina più che vedere tre o quattro alte figure.
Saltellando e sbracciandosi urla con quanto fiato ha in gola per attirare la loro attenzione e farsi vedere fin quando non è sicura che la zattera sta dirigendosi proprio verso di lei.



Il suono lacerante di un allarme fa sobbalzare Nico che era alle prese con un rapporto quanto mai noioso. Preme il pulsante per far tacere il rumore e legge il messaggio che è apparso sul monitor, poi si mette in contatto mentale con Pam.
-Emergenza su Jewel-5, un terrestre ha superato il portale senza autorizzazione. Bisogna controllare.
-Jewel-5? Non è quel deserto infernale dove abbiamo perso visitatori in modo inesplicabile?
-Esatto - risponde Nico - Dobbiamo indagare a fondo, la chiamata è arrivata proprio a noi. Preparati e vai, ma... fai attenzione e al bisogno chiamami.
-Vado immediatamente, quel mondo è pericoloso. Dammi le coordinate per il salto - risponde Pam che parlando ha infilato il lungo mantello nero ed ha tirato su il cappuccio coprendo buona parte del volto.



La zattera si libra a mezz’aria, ora la vede bene. E’ lunga quanto un autobus ed ha qualche sedile e nel centro una specie di cassa di plastica con piccoli fori. Tre personaggi sono sul davanti e gesticolando parlano tra loro in una lingua che non capisce. Sono alti e magri, paludati in lunghe tuniche leggere porpora o viola bordate di oro, e sul volto una maschera di metallo che li fa sembrare tutti uguali, alieni e senza emozioni. Saby, perplessa li guarda senza capire, quando all’improvviso uno dei tre si scosta dagli altri e chinatosi prende una specie di fagotto che era ai suoi piedi, lo tiene alto e con un gesto ampio lo getta addosso a Saby. Il fagotto si apre e una rete fitta le cade addosso imprigionandola, la ragazzina sul momento è stupita ma sentendosi legata cerca di scivolare via da sotto la rete ma questa si chiude rapidamente intorno a lei che viene tirata sulla zattera praticamente immobilizzata. I tre alieni la toccano, la tastano, esaminano i suoi vestiti pesanti poi soddisfatti emettendo rumori gorgoglianti aprono la cassa e la ficcano dentro senza tante cerimonie.
La cassa è piccola, soffocante nonostante i buchi, pregna di un forte lezzo di selvatico e Saby è appallottolata nella rete completamente bagnata di sudore e mezza svenuta, a malapena nota che la zattera ronzando come una libellula s’è rimessa in moto, poi il buio l’avvolge e perde conoscenza.



La Guardiana ha passato il portale e si ritrova proprio nel punto dove è arrivata Saby. Si sistema ben chiuso il nero mantello termico che la protegge dal caldo infernale di Jewel e osserva con attenzione le tracce sulla sabbia mentre col pensiero scandaglia intorno a sé emettendo cerchi sempre più ampi nella ricerca di una presenza umana.
La sabbia racconta a Pam la storia di Saby, piccole orme, di bambino forse, più in là un piumino, e un guantino di lana rossa, una lotta e una cattura dall’alto, l’odore sottile del carburante che ancora aleggia nell’aria, un mezzo aereo quindi, la scia che va verso le montagne lontane, il cui profilo azzurrino si staglia all’orizzonte. il raggio del suo pensiero si fa più ristretto, si volge ora verso quelle montagne lontane e lo scaglia in profondità cercando di captare un pensiero, un emozione, ma non sente nulla e preoccupata manda un messaggio mentale a Nico chiedendo di mandarle un mezzo di trasporto attraverso il portale.



Un soffio di aria relativamente fresca le accarezza il viso e Saby riemerge dal nero pozzo che l’aveva ingoiata. Ha le labbra screpolate, la lingua si attacca al palato e una sete tremenda come mai aveva provata le fa ardere la gola. la camicia bagnata di sudore si è attaccata alla pelle e i pesanti scarponcini da neve le stanno arroventando i piedi. Si tira su e si ritrova libera dai legacci che l’avevano imprigionata in un locale dalle mura in pietra, buio e più piccolo del ripostiglio di casa sua... sulla Terra. Non c’è porta, solamente un ‘apertura dalla cui soglia si sprigiona un lieve baluginio e Saby con due falcate vi si dirige solo per ritrovarsi col sedere a terra e la schiena sbattuta contro la parete opposta. Si rialza dolorante e si accosta all’apertura con prudenza allungando il braccio per tastare cosa l’ha calciata via. Appena le dita arrivano a toccare lo scintillio sente una forza enorme respingerla all’indietro; si massaggia il posteriore indolenzito e cerca di guardare al di là della soglia, verso destra e verso sinistra ma non vede altro che un corridoio stretto che si perde nelle profondità dell’edificio. Non passano che pochi minuti quando sente un rumore di pesanti passi che si avvicinano. Si ritrae più possibile dentro la cella, nell’angolo più buio rabbrividendo quando l’ombra dell’alieno si profila nella debole luce della lampada che sorregge. Quando entra il nuovo arrivato si rivela più basso di quelli che l’hanno catturata, massiccio e muscoloso, la sua pelle lucida di olio riflette con rapidi bagliori il fievole lucore della lucerna. Indossa un perizoma di pelle e nella mano un pungolo dall’aria niente affatto rassicurante. Questo non ha maschera sul volto incorniciato da una barba ispida e grigia e con gesti e versi inintelligibili le fa cenno di precederlo fuori della cella. Saby impaurita, stanca e assetata obbedisce, attraversa la soglia dal campo di forze disattivato e si incammina per il corridoio spinta a volte dal bruto col pungolo che emana basse ma convincenti scariche elettriche. Alla fine del corridoio si ritrova in un ampio locale con una grande apertura sull’esterno dalla quale entra a fiotti la luce sanguigna di quel sole alieno. Saby si ferma interdetta ma il pungolo la spinge fuori, sulla sabbia ardente di una enorme arena circondata da alti spalti gremiti di folla vociante: gente dalle tuniche porpora e viola bordate d’oro le cui maschere d’argento brillano corrusche alla luce di Jewel, il rosso sole morente.

Il significato di quello che vede la colpisce come una mazzata. Ha visto un sacco di film con i gladiatori e le belve feroci ed è sicura che da un momento all’altro un mostro orrendo uscirà da una delle altre aperture che vede. Si volta e disperata si butta nell’apertura dalla quale è appena uscita ma il potente campo di forza la respinge all’indietro di parecchi metri mandandola a ruzzolare nella sabbia rovente.
Il vociare della folla si fa ululato quando dal lato opposto a lei un enorme Bestia dall’ispido pelo nero viene spinta fuori a colpi di pungolo da due nerboruti inservienti fermandosi poi al centro dell’arena sbavante e ringhiante.




In uno scintillio dorato arriva il veicolo richiesto dalla Guardiana, la forma si definisce rapidamente, è una specie di uovo trasparente, Pam si infila dentro, si accomoda sul sedile e accende il motore anti-G e parte veloce, sospesa a mezzo metro da terra. Il suo raggio mentale ora ha individuato un debole segnale che le invia sensazioni di paura, di sete e di caldo. Stringe il raggio fino a farne una freccia dalla punta acuminata e infine riesce a mettersi in contatto con l’essere che sta trasmettendo dalle lontane montagne. Senza molta sorpresa si accorge che è una ragazzina e le invia un pensiero rassicurante e caldo, una promessa di aiuto e conforto. La Guardiana spinge al massimo il suo uovo trasparente e le montagne già sono più vicine e alla luce di Jewel si colorano di rosso i contrafforti di una cinta di alte mura sul bordo di un altopiano quando il segnale di paura della ragazzina diventa di terrore e infine con la mente riesce a sentire suo grido: “Aiutami, per favore aiutami, mi vuole mangiare!” Il flash di una immagine per un attimo le mostra la sabbia di un arena e una Bestia zannuta e sbavante che sta osservandola con occhi maligni, i muscoli frementi pronti allo scatto.
“Sto arrivando piccola, sono vicina, calmati e corri via, la Bestia è lenta nella corsa, ma tieniti distante dalle sue zampe” - Si ricorda Pam di una bestia come quella, incontrata in un giorno lontano e del terrore che genera il solo vederla. Si ricorda e si affretta spingendo il suo uovo oltre ogni limite.


La Bestia è davanti a lei a poche decine di metri e la osserva malevola, i suoi muscoli fremono, le fauci sono aperte e ne cola bava mucosa che si perde nella sabbia bollente. Saby d’improvviso sente un pensiero estraneo infilarsi tra i suoi, un pensiero caldo e amorevole e d’istinto spalanca la mente e grida allo sconosciuto di aiutarla. Poi, ricevuto un pensiero di risposta segue il consiglio e appena la nera Bestia le si avventa addosso scatta via zigzagando veloce e sollevando turbini di sabbia dorata. Il mostro pesante e lento la insegue caparbio annusando la scia del suo odore, con ampie falcate la raggiunge e già allunga la zampa unghiuta quando lei si gira e torna a correre lontano per poi fermarsi a riprendere fiato, aspettando il nuovo attacco, mentre la folla urla e fischia dalle gradinate dell’arena. Ma ecco che nella sua mente forte e chiaro arriva il pensiero amico, sfolgorante e caldo e... materno: “Eccomi piccola, sono arrivata!”
Dal cielo sanguigno cala rapido un grande uovo che si posa a poca distanza dalla nera Bestia ed una snella figura avvolta in un mantello color della notte ne scende veloce, con un gesto distratto della mano guida l’uovo al di sopra dell’arena poi si piazza tra il mostro e la ragazzina pronta ad affrontare la Bestia ringhiante.
La folla ammutolisce intimorita, poi un mormorio serpeggia tra le file degli spettatori, prende corpo, diventa una voce che infine grida: Guar-dia-na... Guar-dia-na... ma non è un grido di incitamento ma di rabbia perché sanno che ora che i Guardiani conoscono i loro vizi nessun gioco sarà loro più permesso.
Saby guarda la sua salvatrice, ora è sicura che è una donna, e con occhi pieni di stupore e ammirazione vede Pam tendere le braccia, le palme in fuori, verso l’orrendo mostro ed emettere raggi di luce azzurra contro di esso. L’essere immondo ringhia di rabbia e di impotenza, poi appena la luce azzurra lo sfiora il suo ululato diviene un lamento straziante, La sua pelliccia comincia ad emettere fumo poi piccole fiammelle si alzano da essa, cerca di avanzare verso Pam ma la Guardiana lo ha bloccato in una bolla di energia che gli impedisce di muoversi, solo una zampa dai lunghi artigli sferza l’aria cercando di colpire la scura figura che lo sta uccidendo. Con un ultimo lungo gemito infine si accascia sulla sabbia e in un secondo il suo corpo si accende di mortali fiamme azzurre.

Pam abbassa le braccia, con un sospiro si avvicina alla carcassa del mostro e osserva attenta. Nulla. Nessuna trasformazione, il mostro era una bestia, solo una bestia. Il ricordo di un altra bestia le si affaccia fuggevole alla mente subito scacciato con sollievo, si volta verso la ragazzina ancora immobile e ad occhi spalancati che la guarda con adorazione.
Con un rapido sguardo controlla le gradinate, la folla sta scomparendo nei corridoi, veloce come tanti scarafaggi sorpresi dalla luce, allora con un comando richiama a se l’uovo che scivola dolcemente fino ai suoi piedi poi con un cenno chiama la ragazzina e le indica di salire a bordo.

-Come sei arrivata qui? - le chiede mentre mette in moto e prende quota diretta verso il portale nel deserto. Saby ancora mezza imbambolata, passa la lingua sulle labbra screpolate cercando di spiegare, di raccontare quello che le era successo ma tossisce ad ogni parola con la gola in fiamme. La Guardiana da una tasca del veivolo prende una fiaschetta e la offre a Saby che riconoscente beve l’acqua fresca e rinfrancata racconta la sua storia. Arrivati al portale l’uovo cala dolcemente a terra e nel fiammeggiante tramonto le due scendono e Pam apre il varco per il mondo di Saby.
-Vai ora piccola, e stai attenta a dove metti i piedi - le dice con un sorriso.
La ragazzina in un impeto di riconoscenza abbraccia la donna ringraziandola. Poi curiosa, cercando di scrutare il volto della donna sempre nascosto dal cappuccio le chiede
-Ma tu chi sei?
-Mi chiamo Pam e sono una Guardiana.


FINE

mercoledì 9 dicembre 2009


Con verso ( accidenti quanti giochi di parole si possono fare con Verso!)

giovedì 26 novembre 2009

Rottamazione

Due mesi! Forse passerò Natale ma sicuramente non arriverò a Carnevale. Poi la fine. Non so come sarà, un giorno ci separeranno, io verso il posto dove verrò... come si dice? soppressa? terminata? rottamata? E tu... tu via con un altra, una più giovane, in forma. una agile e scattante come ero io ai primi tempi. Tutta lustra e pinta, magari aggressiva e potente che ti farà scordare di me in pochi minuti. Siamo stati insieme per undici anni e mezzo, ti ho dato i miei migliori anni, ti ho servito al meglio delle mie capacità e adesso mi butti via come una scarpa sfondata. Si, hai ragione. Tu mi hai sempre trattata bene, hai avuto cura di me nell'ambito delle tue possibilità. Si, si non lo nego. Va bene basta recriminazioni.
....ma ti ricordi la nostra prima volta? Dai su confessalo, avevi timore anche a toccarmi. Mi sfioravi con un tocco leggero, sorridevi mentre tornavamo a casa insieme e io... io ti tenevo nel mio abbraccio caldo e protettivo, quasi facevo le fusa dalla contentezza. Sei stata gelosa di me, ricordi? Nessuno poteva toccarmi, eri attenta che non portassi segni di graffi o di botte e mi 'concedevi' a tua sorella malvolentieri. Ricordi la prima volta che andammo dai tuoi? Eri emozionatissima, loro non sapevano. Telefonasti quando eravamo a pochi chilometri da casa loro 'Aprite il cancello e legate il cane che arrivo con una sorpresa!' La sorpresa ero io, volevi un ingresso trionfale nel vialetto e Wolf legato che non si buttasse addosso a me e mi graffiasse geloso come era. E i tuoi come furono felici... mi guardavano, mi giravano intorno ammirandomi e sorridendo, approvando la tua scelta. Poi... poi con gli anni hai avuto sempre un po' meno cura di me. Alla fine mi 'usavi', non ti importava del mio aspetto, se ero sporca, piena di segni addosso. Ah no, non negare! Ti ricordi quando mi hai data a Mauro? Si va be' poche ore... sì, va bene solo meno di un' ora ma poi me ne sono andata in giro col posteriore ammaccato e sembrava che non te ne importasse. Ti ho servita bene, quando andavamo dai tuoi mi caricavo all'inverosimile di frutta, di buste del supermercato, di tutto e di più. Certo ce la facevo ma tu esageravi, dai non negare. E quando ti ho aiutato a portare il povero Wolf nell'ultimo viaggio? La pena che mi ha fatto... dentro un saccone nero come Shiva, il gatto di tua sorella, avvelenato da un bastardo e portato dal veterinario e lasciato là. E poi i bei momenti, ti ricordi i nostri viaggi? A Ischia in vacanza dove una notte mi hai lasciata alla mercè di tutti ma nessuno mi ha toccata perché dicono che io porti sfiga. Che fandonie, io sono stata la tua fortuna.
E poi a Lucca con la tua amica Franca. Cinque ore ci abbiamo messo da casa tua! Andavamo tranquille voi chiacchieravate ed io ero lì ad ascoltare. E poi l'ultimo viaggio questa primavera. Non sono poi tanto vecchia e inutile no? Ti ho portata a Modena, e l'agosto scorso siamo arrivate fino a Milano e a BorgoManero. E tutto è andato bene, ti ho riportata a casa sana e salva. Ah sì, certo poi appena arrivata sotto casa mi sono bloccata, ma che vuoi gli anni ci sono e i chilometri erano tanti ma non vuol dire che mi devi rottamare per una piccola defaillance. Due mesi... Ancora fino a Natale ma non arriverò a Carnevale.

La mitica 666 andrà in pensione dopo Natale

mercoledì 28 ottobre 2009

Grazie!

Grazie amici miei! Monica, Maxpullo, Luciana, Lucky, Trifide, Freesmo, Vinmar,Marco.kapp,
Kolok (? mica ti ricordo, ma grazie lo stesso), Miky e Panda, Vecchio, gufetta, biblio, Cletus, Wafer, Gretana, Eremita, npano e Gilga grazie per gli auguri sul forum.
Grazie Noemi, Dario, Davide, Salvatore, Salvo Ele e Silvio per gli auguri su Facebooks. Grazie Ernesto, Aldo, Mauro e Fungo per quelli al telefono.
Pensavo di sfangarmela quest'anno e accusare ancora quelli dell'anno passato ma niente da fare... la Fata mi ha pizzicato e adesso... orpo! un altro anno sul gobbone! Però devo dire che conoscervi e frequentarvi mi ha fatto restare giovane. Ma che dico 'giovane'? Sono tornata ai vent'anni e qualche volta ancora più indietro. Grazie anche di questo, amici miei. Vi abbraccio tutti forte forte virtualmente in attesa di rivedervi di persona.
Stefy

sabato 26 settembre 2009

Briciole di stelle

- Quello che è stato preso deve essere reso. Vai verso il fuoco che cade dal cielo e porta nel petto l'altra metà. -

Le parole erano state biascicate dalla bocca sdentata e sbavante della vecchia che stava scrutando gli astragali sporchi del sangue colato dal polso della giovane donna intabarrata in un nero mantello che la copriva completamente nascondendo anche il viso. Solo i penetranti occhi nocciola, colmi di angoscia, si indovinavano da sotto il cappuccio.

La giovane attese ancora un poco ma la vecchia non aggiunse altro e quando il mento le cadde sul petto e gli occhi acquosi si chiusero Pam le gettò una moneta d'oro e, alzata la lercia cortina di pelle mal conciata uscì dalla tenda puzzolente di rancido e di fumo. Arrivata allo sfarfallante portale luminescente si voltò brevemente e diede un'ultima occhiata a quel mondo sterile e gelido come la sua anima, poi fece un passo e attraversò.

Tornata nel suo 'Altrove' pensò e ripensò al responso della strega, enigmatico e sibillino e in una concatenazione di pensieri ricordò e il ricordo acuì il suo dolore.

***

Erano in perlustrazione lei e il suo superiore, mandati a controllare una landa ostile e semi deserta. Camminavano lentamente sul sentiero sassoso alle prime luci del giorno. All'orizzonte si stagliavano alte montagne dai contorni azzurrognoli che chiudevano l'altopiano a nord e a sud. Il cielo era di uno smorto colore polveroso e arido e i loro passi alzavano sabbia talmente fine che penetrava attraverso i loro mantelli neri, si infiltrava nei vestiti e raschiava sulla pelle ad ogni movimento. Il caldo era ancora sopportabile ma presto avrebbero dovuto fermarsi e creare un portale per tornare alla base.

Pam e Nico, vigili e attenti, controllavano ogni roccia, ogni anfratto. Lei, Guardiana dai potenti poteri mentali, scandagliava intorno per captare pensieri e sensazioni aliene, lui la proteggeva con la forza delle sue mani capaci di guarire o di ferire.

D'improvviso la terra si aprì davanti a loro e un essere enorme, zannuto e dai lunghi artigli sbucò dal profondo e urlando rabbioso si avventò su di loro.

La nera bestia pelosa era circondata da un mortale alone di odio e malvagità che si spandeva in cerchi sempre più ampi. In un attimo i due Guardiani furono toccati dall'impalpabile, doloroso muro e immediatamente risposero all'attacco, ognuno con i suoi mezzi.

Nico alzò la mano e un raggio di fuoco azzurro colpì la Bestia strinandogli il manto ma quella scrollò il corpo e le piccole lingue di fuoco caddero a terra spegnendosi in breve, un attimo dopo Pam scagliò un raggio mentale contro l'animale concentrandoci tutta la propria paura, tutto il suo addestramento, tutto il lato oscuro della sua anima: scagliò un raggio di morte. La Bestia colpita emise un urlo lamentoso di dolore e cadde a terra.

Pam si avvicinò ma la sua espressione vittoriosa si mutò subito in una smorfia di orrore: l'essere si stava trasformando! Gli artigli si ritiravano, le zanne rientravano nella... bocca, il manto peloso svaniva velocemente tanto quanto velocemente gli arti cambiavano forma e in pochi attimi a terra davanti a loro ci fu un essere umano, giovane, quasi ancora un ragazzo, che le regalò il suo ultimo sguardo con occhi appannati e pieni di paura.

Nico la avvolse in un abbraccio amorevole e la riportò nel loro mondo ma Pam non fu più la stessa.
***

Il dolore del ricordo scemò lentamente lasciando posto agli angosciosi sogni che la tormentavano da allora e nel sonno Pam comprese una parte dell'oracolo della vecchia strega. Al mattino chiese a Nico il permesso di andare e iniziò la sua cerca. Il Mondo che cercava era lontano dal proprio sole, freddo e sterile ma vicino alle stelle. Lunghe scie di fuoco percorrevano i suoi cieli notturni illuminando il paesaggio di bagliori scintillanti e perdendosi lontano, briciole di stelle che cadevano sulla terra e si spegnevano lentamente. Dopo una lunga difficile ricerca Pam attraversò il portale e si ritrovò nel posto che cercava. Le sue mani erano vuote, il potere della sua mente sopito, e nel suo cuore portava Nico, desiderato ed amato.

Cammina Pam, cammina per secoli inseguendo le briciole di stelle che cadono a terra ma quando si avvicina sono già spente e morte fino a che, giunto il tempo, una scia luminosa di verde e di oro sibilando cade poco distante. Si affretta la Guardiana, col cuore che batte verso la piccola luce pulsante. Non è una briciola di stella, ma due! Timorosa tende la mano e raccoglie la piccola sfera del colore delle foglie in primavera e con l'altra mano raccoglie quella del colore delle foglie in autunno. Le due stelline pulsano insieme, felici come gattini che fanno le fusa e la loro luce si spande intorno. Le porta sul cuore e il calore delle due piccole gemme scioglie il gelo che come una corazza di ghiaccio aveva rinchiuso la sua anima. Con un silenzioso grido della mente chiama a sé Nico e in un attimo lui è lì e posa le sue mani sulle sue e sulle due stelline. Ora non più sola, non più solo Nico , varcano il portale per tornare nel loro Mondo portando con loro due piccole vite pulsanti e luminose.

- Quello che è stato preso deve essere reso. Vai verso il fuoco che cade dal cielo e porta nel petto l'altra metà. -


Doralys, 26 settembre 2009

mercoledì 23 settembre 2009

La volta che Pam si perse (I)

- Me la racconti una storia?
- Sì, piccola mia ti racconterò di quando Pam e il suo amico Bruno si persero nell'Altrove.
La bambina sgrana gli occhi incredula - Pam si perse? Ma...ma... come? Pam è una Guardiana, non si perde mai!
Sorride la mamma, le rimbocca le coperte e la bacia sulla fronte poi si siede accanto al letto e per un attimo si perde a fissare fuori della finestra i colori sbiaditi del cielo al crepuscolo mentre raccoglie i fili della storia che sta per narrare.

“Il cielo cominciava a imbrunirsi e ancora erano in giardino a giocare a nascondino. Il ragazzo, alto per i suoi quattordici anni, con le magre gambe che spuntavano dai calzoncini corti stava appoggiato ad un tronco e con gli occhi chiusi contava lentamente. Roby, di un paio di anni più piccola, si era nascosta dietro un folto cespuglio mentre Pam, la sua gemella stava ancora correndo intorno per cercare un posto adatto, ben attenta a non graffiarsi le braccia nude e a non sporcarsi il vestitino. Dalla veranda giunse il richiamo della Tata: - Rientrate in casa, vostro padre sta per tornare! - Pam si bloccò. Aveva un che di minaccioso quel grido; si guardò le ginocchia e le gambe: niente lividi o graffi, il vestito era ancora abbastanza pulito e i capelli... be' quelli se li sarebbe fatti pettinare dalla Tata prima di cena!
Intanto Roby si stava affrettando verso casa, dimentica del gioco e dei compagni, ubbidiente come sempre. Pam fece una linguaccia alla sorella e si girò verso Bru.
Il ragazzo aveva smesso di contare e stava camminando verso di lei con il suo passo dinoccolato e un po' spavaldo quando si fermò a fissare qualcosa dietro le spalle di Pam.
Guarda Pam, cos'è quello? - le chiese indicando col dito
Pam si volse e vide a qualche metro di distanza uno scintillio che sembrava la cornice di un portone , come se centinaia di lucciole si fossero messe in fila a formare un grande arco.
Incuriosita si avvicinò per toccare quella strana cosa che a volte tremolava e a volte brillava, fece un passo, poi un altro e all'improvviso Pam non fu più lì. - Pam! -gridò Bru e subito in due salti si gettò attraverso il portale luminoso dove era sparita la sua amichetta.

La volta che Pam si perse (II)

- Dove siamo, Bru?
- Non lo so... ti sono corso dietro e appena sono passato attraverso le luci sono caduto, mi sembrava per ore, e poi sono arrivato addosso a te... ma qui fa freddo!
- Questo posto non lo conosco, non siamo a casa vero?
- No, Pam. Credo di no, ma ti riporterò a casa, il passaggio deve stare da queste parti – la rassicura Bru, più incuriosito che spaventato dall'avventura che stanno correndo.
Pam si sfrega le braccia con le mani per scaldarsi poi si tira in piedi e si guarda intorno, il buio si fa sempre più fitto via via che la nuvolaglia si addensa nel cielo notturno.
Bru la prende per mano e quella calda presenza rinfrancante la rende impavida e curiosa, prima di tornare vuole vedere com'è un bosco di notte per poi raccontarlo alla sua sorellina tanto ubbidiente e noiosa. Lo guarda negli occhi... lui risponde al suo sguardo interrogativo... si capiscono al volo e con una allegra risata si incamminano nella notte, seguendo il sentiero.

- Guarda Bru! Le stelle! Quante ce ne sono e come brillano!
- Io da grande andrò sulle stelle – dice lui sicuro – avrò una astronave mia e combatterò contro i pirati spaziali. - poi ci ripensa – e ti porterò con me a farmi da navigatore.
- Io da grande... non lo so... mio Padre dice che dovrò fare il medico come lui, e anche mia sorella sarà medico. - fa una smorfia di disappunto pensando che avrà gli odori pungenti dell'ospedale al posto della luce delle stelle in compagnia del suo amico.

La volta che Pam si perse (III)

Il sentiero intanto s'è fatto più impervio, sassi nascosti rotolano sotto i loro piedi cercando di farli cadere, le lunghe fruste spinose dei rovi graffiano braccia e gambe, i due ragazzi incuranti di ogni cosa vanno avanti, spinti dall'incoscienza e dalla sete di conoscenza cercando di capire quel mondo strano, alieno e distante dalle case calde e dalle ricche tavole.
A volte uccelli notturni dal volo silenzioso li sfiorano per un istante, occhi gialli lampeggiano nell'oscurità, stridii e brontolii bucano il silenzio della notte o un fruscio di foglie li fa voltare a cercare di vedere cosa o chi è passato lì vicino.
Sono senza paura i due ragazzi, lui le tiene la mano stretta nella propria, protettivo e sicuro di sé, lei baldanzosa e certa che nulla può farle del male quando è in sua compagnia a volte lo tira per portarlo a vedere un fiore o un fungo, a volte lo frena fermandosi a togliere sassolini dalla scarpetta ormai inzaccherata e scorticata.
Dopo un lungo gironzolare però la fame e il sonno li vincono, la notte è ancora fonda e l'aria s'è fatta ancora più umida e fredda.

- Torniamo indietro? - chiede Pam
- Si, meglio... qui non c'è molto di interessante e poi sta per piovere – le risponde lui soddisfatto che la richiesta sia partita da lei.
- Da dove siamo venuti Bru?
- Di qua, Pam. Riconosco quella roccia a forma di orso accovacciato.

Così dicendo si avvia nella direzione che a lui sembra giusta, con Pam sempre fiduciosamente attaccata alla sua mano. Quando sono a pochi passi dalla roccia d'improvviso la pietra prende vita e si scrolla, come un cane quando si risveglia. Un essere enorme e dalle pericolose zanne aguzze si erge in tutta la sua grandezza alzando il muso verso il cielo e annusando l'aria tutto in giro.

La volta che Pam si perse (IV)

I due ragazzi si bloccano atterriti, la bestia è gigantesca e paurosa e loro sono lontani da casa, soli e senza possibilità di difesa. D'impulso Bru si mette davanti alla sua amica per proteggerla e le sussurra:
- Scappa Pam. Scappa veloce come il vento! - Poi senza aspettare raccoglie delle pietre da terra e indietreggia cercando di non fare rumore. Ma Pam ha visto il suo gesto ed anche lei ha raccolto sassi! Il rumore di uno stecco spezzato dal piede di Bru fa voltare lentamente la bestia che si accorge dei due e con un ruggito di vittoria di avvicina loro con gli artigli sfoderati e le fauci spalancate.
Una gragnola di pietre e sassi colpisce la bestia che infuriata balza avanti e con una zampata getta a terra il ragazzo ferendolo al torace con gli artigli lunghi e acuminati. Bru cadendo si rotola per sottrarsi all'animale e nonostante il dolore al petto, si allontana carponi gridando a Pam :
- È cieco, Pam... non ci vede! Ha solo l'udito e il fiuto per trovarci, ma è troppo grosso e lento per prenderti, scappa via! -
La ragazzina intanto s'è fatta vicina al suo amico, senza pensarci due volte lo tira in piedi e sorreggendolo a fatica lo obbliga quasi a correre via dal bestione urlante. Corrono e corrono fino a che il respiro è una lama che taglia nel petto, fino a che le gambe doloranti cedono e i due cadono pesantemente a terra col fiato corto e gli occhi annebbiati. Pam dopo pochi attimi si mette seduta accanto all'amico e con dolcezza gli toglie la mano sporca di sangue dal torace per controllare la ferita. Da quattro lunghi graffi trasversali sul petto di Bru gocciola sangue che scende a sporcargli quel che resta della camicia stracciata e i calzoncini, Pam si alza la gonnellina e toglie la sottoveste di cotone e con quella tampona e pulisce la ferita del suo amico, poi incapace di fare altro per lui lo abbraccia e lo tiene stretto sul cuore senza permettersi nemmeno una lacrima. La notte sta per lasciare il Mondo e un vago chiarore si sta affacciando ad est.

La volta che Pam si perse (V)

La notte stava per finire e il suo turno anche. Il giovane Guardiano avvolto nel suo nero mantello, col cappuccio ben tirato sul viso – solo i verdi limpidi occhi erano visibili - decise che aveva tempo di fare un ultimo giro nella foresta prima di tornare alla base. Era un ragazzo alto, snello e agile, inguainato nella scura divisa dalle strette bande rosse che indicavano il suo grado di avventizio, solo da poco aveva passato i venti anni: un Parsifal puro e incontaminato, entusiasta ed energico.
Gli stivali scricchiolavano calpestando le foglie e i rami secchi e Nico procedeva con la sicurezza del giusto, senza paura e col cuore che cantava. Procedendo nel suo giro di perlustrazione si avvide di uno scintillio leggero e delicato, conosceva quel fenomeno: era un Portale, un passaggio verso un altro Mondo ma in quel particolare bosco non dovevano essercene. Si avviò verso la tremolante luminescenza quando d'improvviso un ruggito lontano catturò la sua attenzione, la Bestia aveva trovato la sua preda. Senza particolare fretta si avviò nella direzione dalla quale era partito il rumore per controllare cosa stesse accadendo. Forse dal portale era uscito un animale e si era imbattuto nel signore del bosco, la nera Bestia che aveva poc'anzi gridato o forse... forse era un essere umano, allungò il passo lievemente preoccupato.

La volta che Pam si perse (VI)

Bru, stremato dalla perdita di sangue ha quasi perso conoscenza, Pam lo tiene stretto al petto sussurrandogli parole di conforto quando con uno schianto i cespugli si aprono e la Bestia cieca e furibonda ululando si erge sopra i due ragazzini. Bru, con gli occhi appannati e quasi privo di forze cerca di alzarsi per difendere la sua amica ma Pam lo tiene a terra e si getta su di lui per proteggerlo, l'animale sta per avventarsi su di loro quando emette un lancinante urlo di dolore e cade rotolandosi sull'erba bagnata avvolto da fiamme azzurre che gli stanno bruciando la pelliccia e mordendo le carni. Pam col cuore che batte all'impazzata, alza il viso e cerca di vedere chi o cosa ha ferito a morte la bestia e nel lucore dell'incipiente alba vede stagliarsi una nera figura avvolta in un mantello con cappuccio che la ricopre tutta, solo il lampo di due occhi verdi chiari come le gemme a primavera buca la nera forma fumosa della persona che li ha salvati

- Cosa ci fate qui voi due? - la voce è calda, morbida e amichevole e Pam si alza e si avvicina senza timore:

- Chi sei tu, signore?

- Sono un guardiano – risponde con l'orgoglio dei novizi il giovane, poi si abbassa il cappuccio mostrando il volto dai tratti decisi e regolari. - e questo non è il posto per voi, vi riporterò nel vostro Mondo prima che il portale dal quale siete arrivati si richiuda.
-Il mio amico è ferito, non può camminare, sign.. Guardiano. - lo avvisa la ragazzina e si scosta per mostrargli Bru, ancora disteso a terra e con gli occhi appannati.
Un lampo di pietà attraversa il volto del giovane, si inginocchia accanto al ragazzo e la sua mano, quella stessa mano che con un gesto aveva incenerito la Bestia sfiora con delicatezza il petto di Bru, le dita seguono i graffi sanguinanti e al loro passaggio la carne si risana lasciando solo una rosea cicatrice.
Pam segue il suo gesto con gli occhi spalancati, solo ora intimorita dal prodigio della guarigione, poi alza lo sguardo verso Nico e i suoi penetranti occhi nocciola lo scrutano in profondità, poi soddisfatta dalla bontà di ciò che ha visto gli sorride e gli chiede:
- Portaci a casa Guardiano, per favore.
La strada del ritorno è lunga, silenziosi i due ragazzi seguono il nero mantello svolazzante nell'aria gelida tenendosi per mano. Pam ha il vestitino sporco e stracciato, lividi e graffi su ogni centimetro di pelle, tra i capelli scarmigliati si sono impigliati piccoli stecchi e foglie secche... verrà punita al suo ritorno a casa, forse le sarà vietato di uscire per un secolo o più ma non le importa. Quello che le importa è di aver vissuto questa avventura, essere stata 'Altrove' ed essere stata salvata da un Eroe col mantello nero e dagli occhi verdi come le gemme in primavera.
Sono arrivati al Portale ora; le tremolanti lucciole aliene disegnano la sua forma debolmente luminescente, è il momento di passare dall'altra parte. Bru saluta il suo salvatore e gli stringe la mano quindi passa il confine. Pam guarda il giovane con occhi pieni di ammirazione con aria spavalda gli chiede:
- Io sono Pam, qual'è il tuo nome?
- Mi chiamano Nico, piccola -
- Nico... da grande io sarò una Guardiana!| -

Poi si volta e con determinazione lascia l'Altrove.


martedì 22 settembre 2009

La scienza fantastica

Ricevo su questo blog e volentieri rilancio:


Dory, so che questo non è lo spazio giusto, però non sapevo come avvisarti!
In occasione della edizione 2009 della Festa dei Lettori, mercoledi 23 settembre, alle ore 10,00 e alle ore 22,00, sull’emittente Radioblu Monopoli andrà in onda “La scienza fantastica”, una puntata speciale del programma radiofonico della manifestazione dedicata alla fantascienza, curata interamente da me (leggerò anche un mio racconto). Per ascoltarla in streaming puoi collegarti nelle ore indicate al sito internet www.radioblu.it.
Buon ascolto. Davide


Davide è Davide Di Candia, scrittore di bellissimi racconti che potete trovare tra l'altro sulla fanzine Fondazione o su Uraniasat. Consiglio a chi mi legge di ascoltare la trasmissione su radioblu.it certa che il nostro Davide avrà lavorato con competenza e passione. A domani sera quindi!

mercoledì 9 settembre 2009

Trifidata 2009

Tornata da Casale e rimessami dopo la faticosa ma splendida gita a Venezia voglio innanzi tutto ringraziare Mauro e Flavia per l'ospitalità, la disponibilità e il grande lavoro fatto per accoglierci in casa e darci la possibilità di ritrovarci ancora una volta tutti insieme.

Qui sotto metto il collegamento alla pagina flickr dove ho sistemato le foto, il mio nick era già occupato quindi mi sono data un cognome :-) !

Trifidata finita, qui le foto, divertitevi a mettere i nomi, anche come capita!

domenica 30 agosto 2009

Parenti serpenti

Ho fatto mezzanotte passata per finire Lo zio Silas un gotico di metà ottocento di un autore a me sconosciuto, tale Joseph Sheridan Le Fanu da Dublino (1814/1873). Certo mi direte: "Ma come Le Fanu! Quello di Carmilla! Un Maestro del gotico!" Ebbene sì, confesso la mia ignoranza, conosco di fama Carmilla, storia di vampiri, ma non sapevo di chi fosse. Le notizie su Le Fanu le ho spiluccate dalla corposa prefazione di Sandro Melano, che poi magari andrò a leggere completamente e con calma, ieri era troppo tardi e avevo sonno.
Il romanzo, di oltre cinquecento pagine, è il racconto degli anni formativi di una nobile ragazza inglese, in prima persona e sotto forma di autobiografia. Maud racconta gli avvenimenti accadutili quando diciasettenne, a metà del secolo, resta orfana di un padre distante e accecato dal senso dell'onore del 'nome' del casato e che per testamento la affida ad un suo fratello, Silas, al passato reprensibile.
La giovane quindi si ritrova a vivere con l'anziano zio che da giovane debosciato s'è trasformato in vecchio bigotto, con la di lui figlia Millicent e un contorno di personaggi che avranno poi nello sviluppo della trama parti rilevanti.
Devo dire che all'inizio la povera Maud resta un tantino antipatica, paurosa di tutto, eternamente indecisa e totalmente sottomessa prima al severo padre poi a chiunque mostrasse di avere, non solo autorità su di lei, ma anche soltanto un carattere più forte del suo. In seguito nell'arco del periodo di un paio di anni si vede poco a poco maturare in lei una determinazione che partita in sordina si manifesterà in pieno alla fine della storia. Quindi romanzo di crescita e di trovata consapevolezza di sè, il tutto ben inserito in un'ambientazione fosca, di ombre e segreti sempre accennati. La narrazione è in prima persona, quindi il lettore non sa più di quello che sa Maud, tranne pochi 'intarsi' che vengono però ben inseriti dall'autore per spiegare fatti che altrimenti non sarebbero comprensibili.
Le abitazioni dove la ragazza vive sono vecchie dimore nobiliari inglesi, isolate e cupe, una di queste quasi in rovina, dai lunghi corridoi male illuminati, le stanze polverose dalle imposte sprangate, i cortili invasi dalle erbacce. La casa dello zio Silas abitata e manutenuta solo in piccola parte mi ha ricordato Donnafugata, ma che differenza tra le stanze disabitate infilate una dietro l'altra, polverose e dai muri scrostati sì, ma illuminate dal sole di Sicilia e odorose di rose e limoni con queste di Bartram-Haugh polverose, scure, infestate dal ricordo di spettri del passato, gelide e dalle assi scricchiolanti!
Per contro all'esterno il parco e la tenuta sono di una bellezza e di una serenità totale, tanto che Maud e la cugina Millicent mostrano il lato più allegro del loro carattere solo nelle loro lunghe passeggiate all'esterno, quasi l'autore volesse bilanciare sole e buio, o forse far risaltare i momenti di tensione e orrore che accadono quasi sempre al chiuso.
Certo, perché è un 'gotico' e l'horror e la suspence sono chiaramente il perno di tutta la narrazione, dal classico "mistero della stanza chiusa" che si svelerà alla fine della storia alle allusioni a tremendi segreti e a vaghe intuizioni di menzogne e trame criminali che Le Fanu dissemina in ogni capitolo.
Lascia un pochino interdetti la fine della storia con un lieto fine a metà - ma i cattivi non 'devono' venir puniti? - ma nel complesso è stato di piacevole lettura a parte poche parti per le quali ho usato la mia 'lettura veloce' (salto di righe noiose). Lo stile dello scrittore è molto moderno (non so quanto abbia influito la traduzione di Annarita Guarnieri a rendere fluido un romanzo scritto un secolo e mezzo fa) e si legge velocemente nonostante le 524 pagine. Il volume con una sovracopertina abbastanza carina porta al piede di ogni pagina titolo e autore, cosa che apprezzo moltissimo - specie nelle antologie - ed è edito dalla Gargolye.


Lo Zio Silas (Uncle Silas, 1864) di Joseph Sheridan Le Fanu trad Annarita Guarnieri - Ed. Gargoyle - € 16,00

sabato 22 agosto 2009

Labirinti



Un bel libro. E intendo proprio libro nel senso di oggetto. La carta liscia e di una piacevole sfumatura crema, caratteri grandi e una bella copertina con le 'ali' nera e setosa al tatto per sole 16 euro. Poi il romanzo. Silverberg è una garanzia e anche questo romanzo non smentisce l'assioma. Con lui anche una storia vecchia come il cucco riesce a diventare lo spunto per qualcosa di nuovo, godibile e fresco. Il Labirinto, oggi ci può far pensare ad un videogioco ma nei primi anni settanta era una invenzione assolutamente nuova e aliena ed è esso stesso protagonista della storia con le sue trappole, i suoi trabocchenti. le sue insidie. Protagonisti tre uomini, e questa anche la dice lunga sul periodo in cui è stato scritto (niente donne nel racconto), un vecchio, un adulto e un giovane, lo scaltro, il disilluso e l'ingenuo. Il labirinto non è solo fuori ma anche dentro di loro, nell'intrico delle loro scelte, delle loro azioni dei rapporti dell' uno con l'altro. In breve la storia è questa Boardman, vecchio e astuto diplomatico e Ned suo giovane e ingenuo dipendente si recano su Lemnos per convincere Muller già esploratore e pioniere, ora in volontario esilio a causa di un 'dono' fattogli da una razza aliena, a tornare operativo per una missione che potrebbe significare la salvezza dell'Umanità. Alla fine il giovane Ned si ritroverà molto meno ingenuo e innocente e il Labirinto si dimostrerà più un rifugio che un luogo di morte. Storia affascinante che mixa avventura e introspezione, un accurato studio del carattere dei personaggi e delle interazioni tra di loro fanno di questo romanzo una lettura che sul primo livello viaggia liscia e leggera ma nel profondo dà da pensare.

L'uomo nel labirinto, The Man in the Maze (1969) di Robert Silverberg. Fazi Editore I ed. 2008

lunedì 17 agosto 2009

Una Fortezza inespugnabile.

Ancora un gradito regalo da Urania Collezione. Un Heinlein d'antan - 1964 - che non avevo letto (mica si può aver letto tutto di tutti!) che mi ha deliziato in questo fine settimana di ferragosto.
L'inizio del romanzo mi ha fatto esclamare - Ah, ma la solita storia di olocausto del periodo della guerra fredda... - ma poi andando avanti nella pur piacevole lettura il racconto delle peripezie da Robinson dei protagonisti si distende in una storia più articolata e complessa, dove l'autore affronta i temi del rapporto padre-figli e le complesse interazioni familiari, interazziali e sociali. Alcolismo, gelosia, conflitti di potere, razzismo vanno avanti per tutta la storia anche se in seguito assumono connotazioni diverse dalle premesse. In breve una guerra nucleare, babau degli anni in cui Heinlein scriveva, trasporta questo piccolo nucleo di persone chiuse nel loro bunker antiatomico, in un altro 'posto' che è però la Terra, diversa e uguale a quella da loro conosciuta, qui iniziano faticosamente la loro lotta per la sopravvivenza fino a che verranno in contatto con quelli che sono i veri padroni della Terra. Nella prima parte del romanzo, questa Robinsoniana, c'è un punto nel quale Farnham fa l'inventario delle cose che si sono salvate perché conservate nel suo bunker:
"Gli ultimi libri rimasti al mondo.
Almeno così pareva.
Provò un improvviso dolore, che la nozione astratta della morte di milioni di uomini non gli aveva procurato. Chissà perchè la distruzione di milioni di libri gli appariva più brutale e oscena che l'uccisione dei suoi simili. Tutti gli uomini devono moririe, questo era il destino comune.
Ma un libro non muore, e non dovrebbe essere ucciso; i libri sono la parte immortale dell'uomo. Bruciarli è come violentare un amico fiducioso e innocente."
È completamente in linea con il mio pensiero. Per altre cose no. Heinlein è uno dei miei scrittori preferiti, sa farmi sognare, vivere nei sui libri, ma alcune delle sue idee non sono le mie. La seconda parte del romanzo ti acchiappa prepotentemente e ti fa fare notte a leggere, lasciandoti poi un senso di soddisfazione e di pienezza alla parola 'Fine'.
Due parole per la copertina del sempre bravo Brambilla che stavolta però, per i miei gusti, ha ecceduto col rosso e blu dando un aspetto fosco e cupo all'immagine.
La fortezza di Farnham di Robert A. Heinlein, (1964) Urania Collezione 079 euro 5,50 pp 394


venerdì 7 agosto 2009

Un gioiellino che mi mancava

Rileggere Vance è sempre un piacere, poi leggere qualcosa che mi era sfuggito è stato un vero godimento! Avevo letto qualche commento entusiasta qui e là su questo Urania Collezione ma per la verità non avevo poi tutta 'sta voglia di leggere, poi quando il volumetto è arrivato a casa mi sono incantata a rimirare la stupenda copertina di Brambilla, che ogni volta sembra superare se stesso.
Insomma... me lo sono portato in 'vacanza' e dopo aver finito quello che avevo iniziato da tempo ho cominciato quasi svogliatamente a leggerlo la sera prima di dormire. Mi sono accorta che andavo a letto ogni sera un po' prima per la curiosità di leggere un altro po' di pagine, fino a che poi sono rimasta invischiata nella rete tessuta da Vance, rete intessuta con le luci e i colori del Grande Pianeta, popolata di strani personaggi, alieni quanto basta, ma profondamente umani nelle azioni e reazioni, anche se esasperate e tirate al limite. Be' il godimento è finito giusto ieri notte, anzi stamattina presto quando con dispiacere ho chiuso il libro e spento la luce. Ma negli occhi avevo ancora gli showboat che, riccamente decorati e pavesati solcavano il fiume Vissel chi scendendo a mare e chi risalendo la corrente. Che altro dire? Urania Collezione si dimostra ancora una volta un ottimo acquisto e le scelte editoriali, considerando le attuali difficoltà generali che sicuramente toccano anche le grandi Case Editrici, sono molto ma molto spesso più che adeguate alle aspettative dei lettori non superficiali. A volte come in questo caso raggiunge l'optimum.

Urania Collezione 078 - Il Mondo degli showboat di Jack Vance (Showboat World, 1975)

sabato 18 luglio 2009

Urania. Delusi dalla Luna

Oggi finisce la rassegna della quale ho parlato in qualche post e vorrei fare il punto.

A favore:

Iniziativa lodevole fare una rassegna dedicata alla fantascienza qui a Roma, nel quadro delle manifestazioni dell'Estate Romana.
Ottima cosa presentare letture e pezzi teatrali tratti da autori di SF, di questo s'è occupato il Teatro India, emanazione del più famoso Teatro Argentina
Ancora meglio la musica live GRATIS
Bella e suggestiva l'ambientazione, un pezzo di archeologia industriale restaurato sulle rive del Tevere.
Esauriente e affascinante la mostra della Fondazione F. Fossati, come la piccola esposizione di pezzi rari di alcuni collezionisti. Utile la bancarella di libri usati di SF.

per contro:

La rassegna non ha avuto adeguata pubblicità... anzi direi nessuna se non il passaparola degli adetti. In tre settimane non ho sentito un solo spot sulle radio locali o sui tg regionali, né visto un solo poster sugli autobus o per strada.

È stata organizzata e preparata con tempi strettissimi, solo una ventina di giorni prima sono stati contattati editori, collezionisti e venditori.

Le bancarelle di usato, nei locali della libreria erano accessibili solo dopo aver pagato il biglietto di 12,00 euro. È pur vero che poi si aveva diritto ad ascoltare le opere teatrali e le letture ma chi voleva soltanto trovare un titolo mancante oppure intervenire ai panel con gli editori s'è trovato a dover spendere per acquistare! Invece la musica live era al di fuori dello spazio a pagamento e si poteva sedersi al bar e ascoltare ottime performance. Perché non fare il contrario?

Il posto era sì suggestivo ma fuori mano, i parcheggi in zona scarsi. Chi è venuto è venuto perché voleva venire, non perché ci si è trovato davanti durante una passeggiata. Gli altri eventi dell'Estate Romana o sono in centro oppure ben pubblicizzati.

Quindi ben venga l'anno prossimo la Rassegna di Fantascienza numero due ma almeno sia preparata con buon anticipo e pubblicizzata alla pari delle altre manifestazioni.

Per ultimo vorrei ringraziare il personale e il proprietario della libreria Indiateca che sebbene non siano esperti di fantascienza si sono veramente fatti in quattro per organizzare la parte di rassegna dedicata alla carta stampata.

mercoledì 15 luglio 2009

Anche questo blog....

...alza la voce contro il decreto Alfano, quindi ieri è rimasto muto. Avevo qualcosa da raccontare ma ho rimandato ad oggi.

domenica 12 luglio 2009

Incontri ravvicinati del primo tipo

Venerdì c'è stato l'incontro con 'la Mondadori' nella saletta adiacente alla libreria Indiateca. Da una stima fatta a braccio c'erano una cinquantina di persone, il che - data la contemporaneità dello spettacolo teatrale all'aperto - mi sembra un buon numero; alle conventions di Fiuggi ho visto 'panel' più deserti. Insomma, il lungo tavolo degli oratori o relatori o come vi piace chiamarli era occupato da vecchie e nuove conoscenze. Ho conosciuto Massimo Mongai i cui interventi a favore della incontaminazione dei generi e le cui stime sulle lettrici di fantascienza non mi hanno trovato d'accordo, Enrico Passaro e Giulio Leoni scrittori saggisti giornalisti etc etc ( a proposito sapevate che il giallista Leoni ha firmato l'ultimo Epix 'Anaharra' col nome de plume di J.P. Rylan?).
Poi le facce note, Lippi, Battisti, De Crescenzo e Miglieruolo, col quale ho scambiato alcune battute sui suoi lavori Oniricon e Come ladro di notte che ho/avevo iniziato a leggere giorni fa. Dulcis in fundo Sergio 'Alan' Altieri che ho avuto il piacere di sentir parlare per la prima volta, persona veramente carismatica e simpaticissima. Ovviamente s'è parlato di fantascienza, di contaminazioni e di romanzi rispolverati dopo decenni e che a dire dei relatori ancora sono di strettissima attualità e modernità, ma che io e, a quanto ho sentito, gli amici seduti accanto a me abbiamo trovato poco in linea con i ritmi di oggi. Qualcuno ha usato le parole 'linguaggio arcaico, desueto e obsoleto' io ho azzardato un 'd'annunziano' che a quanto pare per alcuni è un'offesa tremenda. Con la conclusione che gli adolescenti e i giovani di oggi non si aspettano nulla dal futuro, che lo vedono e prevedono uguale o poco dissimile dal presente, il che sarà la morte del senso del fantastico e del meraviglioso a mio parere, l'incontro si è chiuso tra applausi e strette di mano.

venerdì 10 luglio 2009

ancora stregati da Urania (stavolta senza pioggia spero)

Stasera, ma lo saprete già tutti, a 'Urania. Stregati dalla Luna' ci sarà l'incontro con la Mondadori, in persona di Altieri e Lippi. Per la ghiotta occasione un bel po' di pigrissimi romani amanti e collezionisti si raduneranno al di là del Fiume . Metto qui sotto il volantino di Indiateca:

URANIA. LA CITTA' DELLE STORIE DISABITATE
info su www.teatrodiroma.net

Venerdì 10/07 Ore 21.00
INCONTRO LETTERARIO - SALA IN - INDIATECA
"FANTASCIENZA ITALIANA: tutte le strade dell'impossibile"
Dalla Fantascienza classica alle nuove tendenze:
connettivismo, horror, fantasy, new weird.

Interverranno:
-- Sergio 'Alan D.' Altieri, consulente editoriale
Mondadori, scrittore, traduttore e sceneggiatore;
-- Giuseppe Lippi, scrittore, giornalista e curatore della
collana "Urania";
-- Giulio Leoni, grande autore thriller, horror & fantasy;
-- Mauro Antonio Miglieruolo, autore d'anticipazione;
-- Massimo Mongai, autore SF e non solo;
-- Enrico Passaro, saggista e autore SF & fantasy;
-- Sandro Battisti, autore SF del Connettivismo;
-- Paolo De Crescenzo, editore di Gargoyle.


Ore 23.30 CONCERTO AD INGRESSO LIBERO
FRANCESCO DE PALMA TRIO
PAOLO BERNARDI pianoforte, composizione
FRANCESCO DE PALMA contrabbasso, arrangiamenti, composizione
ALFREDO ROMEO batteria

La cantabilità dei temi, la varietà ritmica e la
contaminazione con tradizioni musicali "altre" (Africa,
Sudamerica) sono le caratteristiche della musica della
formazione. Al repertorio di brani originali sono affiancati
standards tra i più noti appositamente arrangiati per
fondersi armonicamente con la musica del trio.

La libreria INDIATECA allestisce per l'intera durata della
manifestazione un "mercatino di libri usati" avvalendosi
della collaborazione dei più importanti collezionisti di
libri di fantascienza e della collana Urania. L'intento è
quello di soddisfare ogni tipo di richiesta e di dare la
possibilità di acquistare anche i libri di fantascienza
ormai introvabili.

India Libreria. India Caffè
Teatro India - Roma
Lungotevere Vittorio Gassman (già dei Papareschi)

www.indiateca.it info@indiateca.it

giovedì 2 luglio 2009

Urania piovosa e Luna stregata

ecco... oggi pomeriggio sono andata alla rassegna per vedere come sono stati sistemati i libri che io e ed alcuni amici abbiamo inviato per la mostra sulla SF. Ovviamente ho beccato proprio l'ora del nubifragio più disastroso degli ultimi tempi, quindi eravamo io e gli addetti. me la sono squagliata a razzo appena spiovuto un poco ma ho fatto a tempo a vedere la bella mostra di fumetti, libri, memorabilia, poster e gadgets sulla fantascienza e in particolare sulla 'conquista' della Luna della quale ricorre il quarantennale.
Nello spazio della libreria un po' di pezzi rari delle varie pubblicazioni di sf fanno bella mostra in vetrina e molti volumi sono in vendita. peccato non aver potuto assistere alla proiezione e allo spettacolo teatrale ma ero senza ombrello... Tanto qui ci torno.

giovedì 25 giugno 2009

Urania. Stregati dalla Luna




Eccoci! Finalmente a Roma sbarca in grande la fantascienza. Dovrei dire 'atterra' immaginando una grande astronave lenticolare aliena che si posa sulle rive del Tevere e col richiamo della musica, del teatro, delle proiezioni di film attira romani e turisti, appassionati e semplici curiosi o accaldate famigliole in cerca del fresco serale.
In riva al biondo Tevere dicevo, in una cornice suggestiva e accattivante, grandi spazi all'aperto per passeggiare e far correre i bambini, un caffè, un grande teatro coperto nella struttura ben restaurata della ex fabbrica di saponi e infine libri! Una libreria, Indiateca, con titoli mainstream e bancarelle di usato/seminuovo di fantascienza. Infine una piccola mostra con qualche pezzo raro o curioso o solo commemorativo della nostra collana ammiraglia, Urania, che gli organizzatori hanno preso a logo della manifestazione.
Si vocifera di illustri visitatori-ospiti e di incontri con gli autori, io nn me ne perderò nemmeno uno, conto di essere lì se non tutte le sere molto ma molto spesso, Un po' per vedere le opere in cartellone e un po' per passare serate fresche e rilassanti (con bottiglione di autan in borsa).
Che fate Romani? Venite? Avanti, lo spazio è ampio e c'è posto per tutti! Io vi aspetto.

domenica 31 maggio 2009

Fantasmi!

Sto leggendo il n. 5 della collana La botte piccola. Devo dire che il volume pesa, ma pesa sul serio! Colpa o merito della carta usata, una bella carta consistente, come quella delle edizioni di lusso, leggermente sfumata color burro, il che per i miei occhi è ottima cosa. Caratteri di facile lettura e in cima alla pagina di dx autore e titolo del racconto che si sta leggendo. Peccato per la copertina brossurata, una cartonata ci stava meglio. Be' dicevo che sto leggendo questo Fantasmi di Natale e per tutto l'anno raccolta di racconti che spaziano da Kipling a Olivieri, scritti da uomini e da donne e tutti ovviamente che parlano di fantasmi. Ho appena pasato il giro di boa di metà libro ma voglio spendere due parole per un racconto che mi ha colpito in modo particolare.
"Compagni di gioco " di Adalberto Cersosimo.
Storia divertente e piena di riferimenti che un appassionato di fantascienza non può non riconoscere, in particolare la figura di Urbano Dellacroce, personaggio che spicca nel gruppo dei quattro giocatori sembra proprio qualcuno di noto... L'autore riesce ad essere divertente ma anche commovente e, sebbene si capisca in fretta che cosa siano i quattro giocatori non è mai noioso o sopra le righe. Nel finale, quando tutto si svela la figura del Professore fa uscire una lacrimuccia e l'ultima frase pronunciata da Urbano chiude adeguatamente il racconto.

Fantasmi di Natale... e per tutto l'anno - a cura di Antonio Bellomi, Ed. Della Vigna, collana La botte piccola n. 5 - euro 12,00


sabato 30 maggio 2009

Metamorfosi

per un amica che ora può volare.


-Dai, raccontami ancora la storia della Guardiana e di Mari, ti prego...
- Si stellina mia, ma poi prometti che chiuderai gli occhi e dormirai, domani è un giorno importante per te, il giorno del Cambiamento, e devi essere riposata e serena.
Promesso! - la ragazzina si stende per bene, le mani sotto la testa e guarda in attesa la mamma mentre quest'ultima si siede sulla sedia accanto al letto, le rimbocca le coperte e inizia a parlare con voce calda e morbida


**************************

Pam camminava nel mondo accanto. Aveva varcato il portale dimensionale, un arco che racchiudeva il nero assoluto, scissa in miriadi di scintillanti particelle ed ora si trovava, ricomposta, in una landa desertica, sotto un nero cielo senza stelle e neanche la speranza di una prossima alba. L'aria era gelida e raffiche di vento ghiacciato l'avevano costretta ad avvoltolarsi nello scuro mantello di lana pesante. Appena effettuato il passaggio s'era girata per tornare indietro e cercare un mondo più ospitale quando aveva udito qualcosa nella mente, come un gemito o un richiamo lontano. Incuriosita aveva scandagliato tutt'intorno prima in cerchi sempre più ampi, poi trovata la direzione aveva scagliato un raggio sottile verso il luogo da dove proveniva il rumore ed ora andava verso di esso, illuminando il suo cammino con la flebile luminescenza che la permeava.
Il vento contrario la spingeva indietro ma Pam andava avanti, la testa bassa per evitare le buche e i sassi aguzzi, alzando di tanto in tanto gli occhi sugli scheletrici alberi cresciuti bassi e contorti quasi non volessero alzarsi verso il nero cielo. Dai rami spogli pendevano grigi pensieri stracciati che svolazzavano sotto le potenti raffiche senza mai lasciarsi portare via, desideri di scura polvere si alzavano ad ogni folata per poi ricadere pesantemente sul suolo, la Guardiana osservava, chinava di nuovo il capo e, pensierosa, continuava il suo andare, guidata dal lontano richiamo lamentoso.
- Chi sei tu che entri nei miei sogni?
La voce nella sua testa era querula e giovane, proveniva da uno dei tanti alberi nani, questo ricoperto di grigi pensieri e di ragnatele di dolore e desiderio. Pam si avvicinò e scrutando tra i rami vide un essere strisciante avvolto su uno stecco, un enorme bruco grigio dagli occhi neri e penetranti.
- Sono una Guardiana – rispose – mi chiamo Pam ed ho seguito il tuo richiamo. - poi guardandosi attorno – che posto è mai questo, che trasuda pene e dolore? E chi sei tu?
- Sono quello che vedi, una dei tanti che vivono in questo sogno, se vita si può chiamare... Ogni albero è abitato da un essere simile a me o diverso, ognuno con la sua forma e le sue storie e i suoi dolori – disse e continuò – puoi chiamarmi Mari, se vuoi.
Alle parole di Mari la Guardiana osservò di nuovo gli alberi morti, alcuni distanti, altri vicini ma non vide nessuno dei loro abitanti. Tornò a fissare lo sguardo sul bruco, sotto la sua pelle si intuiva a volte, in trasparenza, una debole luminescenza dalla forma strana, come se in lei fosse intrappolata un'altra cosa pulsante e radiosa.
- Tu - cominciò, cercando le parole - ...tu. Perché sogni questo mondo triste? Non sai che ci sono i colori, il caldo sole, le acque azzurre, i cieli sereni?
E mentre diceva queste parole proiettava nella mente dell'altra le immagini di cui parlava.
Gli occhi neri del bruco si fecero grandi come piattini – E cosa dovrei sognare? Un posto dove gli altri mi guarderebbero con pietà o peggio con fastidio? - guardò con occhio critico l'alta e slanciata figura di Pam, tanto diversa da lei - Qui siamo tutti uguali nella sofferenza. Vattene Guardiana, per me non puoi fare nulla e nulla posso fare io per te.
Pam distolse gli occhi, si intabarrò ancora di più nel suo mantello, poi replicò
– Tu, Mari, non conosci i Guardiani, sappi che noi possiamo molto, io vedo oltre la tua pelle, vedo che dentro di te c'è un'anima luminosa che vuole liberarsi dalla forma che la imprigiona.
- Io posso molto ma devi essere tu a volere, tu a lottare per far uscire la tua anima splendente dalla forma strisciante. Vuoi?
Mari lanciò un grido mentale che risuonò forte e chiaro nella testa di Pam
- Sì! Voglio! - poi la voce si abbassò in un mormorio deluso – Ma come è possibile? Come posso fare?
La Guardiana alzò una mano e sfiorò con la punta delle dita il corpo dell'essere, cercò un punto e trovatolo alzo le dita tirando un sottile serico filo.
- Ecco Mari prendi il capo di questo filo e usalo, ti ho dato lo strumento tu devi fare il resto, saprai cosa farne ma... bada! Saranno sofferenze e buio e solitudine come mai hai provato e forse non riuscirai mai a volare. La scelta è tua. Io tornerò quando il tempo sarà giunto.
Così dicendo volse le spalle all'essere e si lasciò trascinare dal vento verso il portale per tornare nel suo mondo.
****************************************
È giunto il tempo, Pam attraversa il nero portale e si fa trasportare dal vento, stavolta a favore, verso l'albero di Mari. Da lontano giunge il noto richiamo:
- vieni Guardiana, ti stavo aspettando, fai in fretta che la mia nuova forma preme per rompere i lacci!
Veloce arriva Pam e giunta all'albero cerca con gli occhi Mari. Appeso ad un ramo contorto vede un grosso bozzolo pulsante e fremente. Non fa a tempo che a dire
– Eccomi, son qui – che con uno schiocco l'involucro si lacera e una forma umida si rivela ai suoi occhi.
-Avevi ragione - dice Mari – ho passato tempi di dolore e di paura, sola nel buio, aspettando e a volte perdendo la speranza ma con negli occhi della mente i tuoi colori, i tuoi cieli sereni e le acque cristalline e ora sono felice.
Srotola lentamente le umide ali, le distende per asciugarle al vento, ora debole e tiepido la variopinta Mariposa, le grinze si lisciano sotto la carezza dell'aria e in un attimo il sogno di Mari si tinge dei colori del mondo e le vibranti ali la sollevano alta nel profondo dell'azzurro.-
-Grazie Guardiana, sarai sempre nel mio cuore – le grida già lontana, ebbra di gioia e fremente per il desiderio di andare nel suo sogno nuovo tutto da scoprire.
Alza gli occhi Pam e segue il volo disordinato e ancora incerto della splendida farfalla, ora un puntolino perso nell'azzurro, un sorriso le illumina per una attimo il volto, si volta e torna veloce al suo sogno.

La ragazzina non ha ascoltato la fine della storia, ma queste storie non hanno fine, la madre si alza silenziosamente, spegne la piccola lampada e con una carezza e un bacio la lascia ai suoi sogni ed esce dalla stanza.

venerdì 15 maggio 2009

venerdì 17 aprile 2009

CHIUSO PER RESTAURI

Per qualche tempo causa forza maggiore (non per pigrizia stavolta) chiudo bottega e provvedo a restauri improcrastinabili. Ci rivedremo in maggio, ciao a tutti.

domenica 12 aprile 2009

Auguri!



BUONA PASQUA A TUTTI I MIEI AMICI!

giovedì 9 aprile 2009

È muto ma si fa sentire!

dal 09/04/09
in tutte le librerie



...perché non si può sp
egnere la voglia di volare, soltanto ucciderla...



Ricevo e rilancio!

sabato 4 aprile 2009

Cose dell'agoverso!



Tonani autografa L'algoritmo bianco al suo fan Bruce Sterling, Brambilla osserva

sabato 28 marzo 2009

Fiuggi 2009



foto in alto: il più giovane iscritto alla Eurocon 2009 (e nella storia delle Convention di SF)
foto in basso... vabbe' lasciamo perdere


mercoledì 25 marzo 2009

Il fratello maggiore di Infect@

Ho finito di leggere l'ottimo Algoritmo bianco e in bocca m'è rimasto un sapore un po' dolce un po' piccante... ecco cioccolato al peperoncino! Dolce la sensazione di aver letto qualcosa di nuovo, stimolante e originale; piccante per l'emozione che mi ha dato, scenari metropolitani arrugginiti e maleodoranti che quando chiudevo il libro mi davano l'impressione di essermi sporcata a viaggiarci dentro. La Milano del futuro, un futuro più lontano di quello di Infect@ ma di questo continuazione ed evoluzione, è una città di cieli grigi, di neve avvelenata che si scioglie in gelida acqua sporca, di disperati alla ricerca di pezzi di carta scritta per curare la loro follia. Che bella la trovata di Dario! La pagina scritta antidoto al martellamento della insulsaggine delle pubblicità, delle parole dette a vuoto, del non dire nulla con immani costruzioni sintattiche. La parola... il verbo. In principio era il Verbo... E la pagina scritta, l'etichetta dell'acqua minerale, quella dei pelati, qualsiasi pezzo di carta scritto è un mantra e vale la sanità mentale di chi è colpito dai virus, basta leggere. È scoppiettante di idee questo algoritmo, ha ritmo e storia, un protagonista che non riesce ad essere cattivo come dovrebbe essere un killer... un po' pigro, un po' acciaccato... molto normale insomma. La scrittura di Tonani è cresciuta moltissimo da Infect@ a qui. Mi sono stupita di quanti modi trova per descrivere la sporcizia, il cattivo odore, il degrado. Mi sa che scriverò qualche riga in più dopo il ritorno da Fiuggi.

martedì 24 marzo 2009

ED ORA FIUGGI!

La valigia è là su un divano, aperta. Una bocca spalancata pronta a ingurgitare calzini, magliette della salute, jeans e sciarpetta. Come tutti gli anni la caricherò come se dovessi star via tutta la stagione, poi la svuoterò e la rimpirò di nuovo con altre cose. Oggi vado a tolettare la mitica KA e poi ravanare in libreria, nella mia, per tirar fuori i libri che mi voglio far autografare. Sicuramente Il chiosco da Sterling e poi quelli degli amici: Dario, Donato, anche Eliver per il suo raccontino in coda ad Urania che ho gustato particolarmente. Fiuggi... un anno di attesa per questa Eurocon irripetibile. Un anno di attesa per rivedere gli amici, i conoscenti, le facce note. Un anno non troppo buono da alcuni versi e buono per le piccole, minime cose che ti fanno amare la vita.
A proposito... chi viene a Fiuggi? Io ho già programmato il tomtom per non perdermi...
A giovedì!

venerdì 6 marzo 2009

L'Algoritmo bianco


È in edicola Urania 1544.
Un Urania interessante sia perché il romanzo è di un italiano che per i due racconti in appendice, sempre di italiani.
L'Algoritmo bianco e Picta muore di Dario Tonani (ciao Dario)
i due racconti: "Mistero infinito" di Antonio Bellomi ed "Embargo" di Elisabetta Vernier (ciao Eliver)
in coda troviamo una intervista a Dario e un riepilogo esaustivo sui Millemondi che sono oltre la novecentesima pubblicazione del Vegetti (ciao Ernesto), poi altre cose..

qui il collegamento all'articolo di S* su fantascienza.com
ho letto solo il raccontino di eliver per ora e come dico altrove alle prime righe ho sentito mentalmente la voce dell'autrice che leggeva... bellissimo!
Inizio a leggere l'ultima fatica di Dario, che per fiuggi devo aver finito e dargli le mie impressioni.

mercoledì 4 marzo 2009

Agli amici

Forse un paio di amici che mi seguono si saranno accorti della mia latitanza, non solo da questo blog ma anche dal sito dove fino a qualche mese fa curavo la rubrichina di presentazione Urania del mese. L'assenza si protrarrà per tutta la primavera a parte sporadiche apparizioni, per ragioni che non sto qui a spiegare (ma chi è curioso può chiedere in privato). In mancanza dell'altro canale approfitto di queste pagine per avvisare i miei amici UManiaci per i quali ho comprato 'La storia di Urania III' che se non si farà la Trifidata Romana di fine aprile spedirò i loro libri appena posso, ma certo non prima di maggio, a meno che non vengano a prenderseli di persona. Mi spiace ma stavolta è andata così e non per mia inefficienza.
Naturalmente chiedo a chi mi legge qui di fare passaparola con gli altri visto che io non posso contattarli tramite UM. Baci a tutti, Dory

domenica 1 marzo 2009

!!!


...


primo post del 2009... mi sto prendendo il secondo anno sabbatico...