venerdì 3 agosto 2007

Gli uomini di Vroob

Simpatico e divertente romanzetto dell'epoca della guerra fredda, dove alieni pasticcioni e pieni di sè tentano di conquistare una umanità determinata a difendere la propria libertà. Venato di umorismo e senza troppe pretese è l'ideale per passare un paio d'ore al sole o in poltrona. Ad una rilettura non ha perso la sua verve. Consigliato.
Gli uomini di Vroob di Russ Winterbotham (1965) Urania 737 del 4/12/1977

Incontro con Rama


All'ennesima rilettura il romanzo mi regala altre sensazioni, più profonde stavolta di quelle epidermiche della prima o di quelle più attente delle altre. Rama, l'astronave aliena, quasi un piccolo mondo per le sue dimensioni, arriva dalle profondità dello spazio a sfiorare la Terra e si offre all'esplorazione, alla ricerca di contatto degli uomini. Sembra un fiore che pian piano si schiude al calore del Sole ed un fiore è infatti l'unico comprensibile dono che offre agli umani. Ma Rama è alieno, non rivela i suoi segreti gli uomini che camminano sulla sua superfice, Rama è sfuggente come acqua tra le dita. Norton, il comandante della Endeavour, ed i suoi uomini sono completamente ignorati dall'intelligenza (artificiale? organica?) che guida Rama e questo è forse il nocciolo del romanzo: l'inanità degli sforzi che l'Uomo compie per raggiungere una conoscenza che gli sarà negata, l'indifferenza di ciò che, tanto superiore alle sue conoscenze, attraversa il suo cammino per un tempo infinitesimale della scala temporale. Un romanzo che lascia più interrogativi alla fine di quelli posti all'inizio, una storia narrata magistralmente da un Clarke in gran forma
Incontro con Rama - A. Clarke - Classici Urania 58 del gennaio 1982
Lun 30 Apr, 2007 15:35

L'acqua polverosa della Rambelli

"Una fontanella dalla quale sgorgava acqua polverosa era sistemata in un angolo..." e polveroso è questo "I creatori di mostri" della Roberta Rambelli ultimo equilibrismo della Mondadori per Urania Collezione dal quale ho tratto una "perla" tra le tante. O preferite il brindisi alla russa dove i sette boccali vuoti vanno ad infrangersi sulle paratie in segno di buona fortuna? Brindisi effettuato su una astronave, sia pur lunga un chilometro e con ippodromo e purosangue (!) per soli 120 esseri umani e 500 robot.
La trama a grandi linee sarebbe convincente: una spedizione mista militari/scienziati esplorando la 'seconda galassia' si imbatte in tracce di un misterioso e temibile 'nemico' e cerca di scoprire chi è e dove è; quello che non convince è la filosofia della Rambelli che, sia pur col beneficio dell'epoca nella quale il romanzo è stato scritto, risulta estremente 'politicalmente scorretta' ad un lettore di oggi.
I caratteri dei personaggi sono tagliati con l'accetta, luci ed ombre nettissime, dialoghi da sceneggiato Anni '60; la Rambelli suggerisce di una società nella quale pur esistendo una gerarchia tutto è deciso dalla maggioranza, nella quale anche i militari devono ascoltare il parere dei loro sottoposti e agire di conseguenza. Per contro esalta il coraggio individuale - coraggio che io definirei piuttosto smargiasseria e incoscienza - e gli atti di 'eroismo' compiuti senza una vera necessità.
Passiamo agli alieni. Ovviamente tutte le razze che la Spedizione Kappa incontra nel suo girovagare per la seconda galassia sono di sub-umani o non-umani. L'incontro con la razza non-umana di pseudo-felini filosofi mi ha ricordato una altro romanzo "I ribelli dei grandi pianeti (1940)" di Hamilton dove, anche lì, c'è un contatto con esseri simili a leoni, filosofeggianti e telepatici. Altri alieni che incontrano sono sub-umani, a volte di forme proprio scimmiesche e dotate di una minima autocoscienza, altre volte umani regrediti ad esseri primitivi e con minima intelligenza, insomma solo noi terrestri, per la Rambelli, siamo la razza dominante nell'universo.
Altra chicca nella filosofia rambelliana è la 'difesa preventiva' cioè attaccare e distruggere quello che secondo i nostri eroi 'potrebbe' essere una minaccia alla loro incolumità; niente dialogo, niente verifiche, di fronte a quella che pensano sia una minaccia solo una soluzione: la distruzione. I nemici, quelli che che la spedizione sta cercando dall'inizio del romanzo si rivelano dei meri bruti senza un minimo di senso estetico, senza nulla che non sia rozzamente funzionale ai loro scopi, esseri che vivono solo per perseguire fini malvagi.
Romanzo 'vecchio' e discutibile quindi, da leggere solo come esempio di 'archeologia' della fantascienza italiana.
I creatori di mostri, Roberta Rambelli, Urania Collezione 51 - aprile 2007
Dom 29 Apr, 2007 08:13

Grande Fratello

Intrigante lo spunto dal quale parte l'autore, fumosa la trama, inesistente il finale. Avrebbe potuto scrivere un raccontino divertente, ironico e graffiante ma... Non trova di meglio che descrivere, cambiando soltanto i nomi, alcuni concorrenti delle passate edizioni. Senza dubbio un autore come lui non avrebbe avuto difficoltà a creare dei personaggi, sì stereotipi, ma non riconducibili a persone reali. Per quanto riguarda il finale, vabbè lasciare spazio alla fantasia del lettore ma qui c'è un abisso. Mi ha lasciato la bocca amara.
In appendice ad Infect@: Grande Fratello di Valerio Evangelisti
Ven 27 Apr, 2007 16:34

mercoledì 1 agosto 2007

Il Ladro di Anime

C’era una volta un Bosco Incantato abitato da folletti, gnomi, fate e animali parlanti. Nel bosco viveva la Regina delle Fate, un esserino diafano, dalle ali trasparenti come quelle delle libellule. Ogni mattina al sorgere del sole Gwen apriva le alucce e svolazzando nel bosco spargeva polvere di fata su ogni cosa. Al tocco della polverina i colori dei fiori diventavano più smaglianti, il canto degli uccellini più melodioso, l’acqua del ruscello più fredda e cristallina. Gwen era l’anima del Bosco Incantato!
Una mattina però, quando si svegliò, Gwen sentì dentro di sé che le mancava qualcosa; si guardò intorno, scrollò la veste di tela ragno che la ricopriva, controllò il sacchetto che conteneva la sua magica polverina ma tutto era a posto, eppure…
In quel mentre il Gufo Oscuro le passò accanto, atterrò sul suo ramo preferito, dove avrebbe dormito tutto il giorno, e le domandò:
-Gwen, dolce fatina, spirito del Bosco, dov’è la tua anima? L’hai forse dimenticata nel Mondo dei Sogni? –
-Amico Gufo, cosa dici? Avevo forse un anima? E cos’è, poi, “l’anima”? Io non ricordo di aver mai avuto una cosa del genere – rispose la Fata perplessa.
-È pur vero che stamattina mi sono accorta di aver perso qualcosa ma non riesco a capire cosa –
-Gwen, avevi sì un'anima, splendeva di azzurro attorno a te ed ora sei grigia e spenta. Cercala, presto, prima che essa, lontana da te, languisca e muoia.
La Fata, angosciata chiese:
-Ma dove, dove posso trovare qualcosa che non so nemmeno cosa sia? –
-Chiedi all’Antico, il grande albero, Re del Bosco, lui conosce le risposte! - sentenziò il Gufo e chiusi gli occhi entrò nel Mondo dei Sogni gufeschi.
Gwen aprì le ali e volò nel profondo del Bosco, e ad ogni essere che incontrava chiedeva:
-Fratello Lupo, sai dov’è la mia anima? L’hai per caso vista passare? –
-No, Signora delle Magie, ma chiedi all’Antico, lui sa! –
-Magico Fungo dimmi, la mia anima è qui, intrappolata nelle spire delle tue visioni? –
- No, Dolcissima Gwen, ma intrappolerei volentieri te! –
Dopo un lungo volo, alla fine, arrivò nel punto più nascosto del Bosco e vide il grande Antico, un maestoso albero con otto grandi rami frondosi e al centro del tronco un unico, corrusco occhio che la scrutava con interesse.
-Ma guarda – disse ridacchiando – la Regina delle Fate che viene a trovare questo povero vecchio legno! E cosa ti porta qui, Senza-Anima? –
- Mio Signore – iniziò Gwen – mi inchino alla tua sapienza e ti chiedo: sai dov’è la mia anima? Ora che so che mi è stata rubata soffro a non averla. Ti prego dimmi dove posso ritrovarla! –
Il vecchio albero chiuse l’occhio e pensò. Pensò per un lungo tempo, tanto a lungo che Gwen lo credette addormentato, ma poi quando stava per perdere le speranze il rosso occhio si riaprì e l’Antico le disse:
-Al limite del Bosco, proprio al confine estremo, dove sorge il sole, c’è la Landa Proibita. Recati laggiù e cerca un covile, un buco che sprofonda nelle viscere della terra, è la tana di un essere che si nutre di anime. Là è la tua anima, usa il tuo potere e la riavrai, ma fai in fretta prima che egli la divori.
Gwen, si inchinò al Saggio e riprese il suo volo verso oriente. Più si avvicinava alla sua meta e più il bosco diventava scuro, gli alberi contorti erano secchi, i rovi spinosi le strappavano le vesti e le graffiavano le carni, poi d’improvviso gli alberi e i rovi non ci furono più e davanti a sé vide un’arida distesa pietrosa, dalla terra si alzavano fumi, l’aria era tossica, il cielo stesso cupo e minaccioso, del colore del piombo fuso.
Le sue povere stanche alucce non la reggevano quasi più quando giunse all’ingresso di una tana proprio al centro della desolazione ma si fece animo ed entrò, col coraggio della disperazione. Un lungo, buio, cunicolo la portò fino ad una grande caverna, le pareti rilucevano di un vago chiarore fosforescente e possenti colonne di pietra reggevano l’alta volta. Al centro della caverna una grande sfera di pura energia, pulsante di mille colori, rotolava intorno ad un’ampolla di cristallo posta su un’ara. La piccola Fata si avvicinò, attratta verso l’ampolla da un forza sempre più trascinante ma giunta a pochi passi una voce le urlò nella testa:
-Come hai osato entrare nel mio regno? Non sai che io sono il Collezionista di Anime? Vattene Senza-Anima, non mi interessi, da te non posso prendere nulla!
Gwen realizzò che la voce proveniva dalla sfera e si accostò implorando:
-Ti imploro, Signore, rendimi l’anima, cosa te ne fai tu di quella piccola parte di me?
-Ciò che ho fatto di tutte quelle che ho rubato in giro per il mondo, l’assimilerò e diverrà parte di me.- rispose la sfera pulsando e rotolando verso l’ara.
Disperata Gwen guardò l’ampolla con dentro la sua anima che emanava una luce sempre più fievole e ricordò quello che il saggio Antico le aveva detto “usa il tuo potere e la riavrai” Ma quale era mai il suo potere? Lei aveva solo un po’ di polverina magica…
Quello era il suo potere: cambiare ciò che aveva intorno! In fretta slacciò il nodo che chiudeva il suo sacchetto e preso un pugno di polvere di fata la sparse tutto in giro. Al tocco della prodigiosa polverina la sfera con un urlo disumano si disgregò in mille luci fluttuanti: erano le anime imprigionate da secoli che finalmente ritrovavano la libertà e volavano via, fuori della grotta.
Gwen ruppe l’ampolla di cristallo e si ricongiunse alla sua anima, trovandola un po’ stropicciata ma ancora in buono stato e, prima di lasciare la grotta, gettò uno sguardo pietoso verso la misera biglia opaca e sporca che si lamentava flebilmente rotolando piano in terra: era il Collezionista che privato delle anime delle quali si era nutrito tornava ad essere quel che era giusto che fosse.

Doralys 1 agosto 2007

martedì 31 luglio 2007

Infect@

Titolo quanto mai appropriato per questo romanzo che, pur non amando il genere, è stato per me una piacevole sorpresa. Una Milano al di fuori di parametri temporali o forse al di là anche del nostro universo, una città 'infetta' dove regnano sporco, liquami, pioggia fredda e rottami. Rottami non solo di veicoli e di edifici ma anche di esseri umani e di cartoon. La vicenda che è una sorta di 'spy story' o 'poliziesco' si svolge in una ambientazione onirica, ma non da sogno bensì da incubo. Tutto è unto, appiccicoso, tutto fa ribrezzo a toccarlo e i protagonisti sono immersi nel luridume (sembra che gli unici posti puliti siano i 'cessi') e interagiscono con i cartoon. La realtà è nascosta sotto un velo creato dalle nuove droghe: +toons e lo scenario in cui si muovono i protagonisti è caratterizzato da una umanità disperata, drogata, terminale e dai cartoon, muti ma capaci di comunicare, che vivono della energia vitale di chi li ha 'creati' guardandoli. Un poco Ballardiana la desolata Milano di Tonani e un poco come la San Francisco di Frank Carlucci, città arrivate al limite della loro vita, così come gli esseri che ci vivono.. Se devo fare un appunto all'autore è la lunghezza del romanzo, una stesura più incisiva avrebbe reso il romanzo più veloce da leggere.
Infect@, Dario Tonani ,Urania 1521 marzo 2007.
Ven 27 Apr, 2007 16:23

Le cronache del ghiaccio e del fuoco II

divorati altri due romanzi di R. Martin, Il regno dei lupi e La regina dei draghi in tre giorni netti, adesso devo rintracciare e leggere il successivo e poi mi farò fuori gli ultimi tre: ciclo gustoso. Iniziato Infect@, dalle prime pagine sembra interessante.
Gio 26 Apr, 2007 07:39

il ciclo di Esmay Souza II

Eroe della galassia e La minaccia dell'orda prima e seconda parte di Once a Hero. Fastidiosissima la sensazione di aver perso avvenimenti accaduti precedentemente che va avanti per quasi metà libro; poi la Moon ne parla in maniera più esplicita e ti accorgi che è così che doveva essere: accenni all'inizio e man mano rivelazioni e narrazioni di quello che era successo prima e che delineano più approfonditamente il carattere della protagonista. Anche le descrizioni della struttura della Koskiusko sono necessarie alla comprensione delle azioni sebbene sembrino pedanti e fin troppo minuziose. Insomma, la storia prende lentamente il via e si assesta su un livello molto buono, ma mai buono quanto
Ponte di comando - prima parte e seconda parte, dove le azioni si fanno numerose e incalzanti e il personaggio di Esmay emerge con forza. La Moon calca un po' la mano sulla società chiamata Milizia Nutex, ma forse ha preso ispirazione da alcune sette integraliste americane. Qui ti accorgi che che la Moon non ha scritto dei romanzi ma un solo romanzo, che ha messo dei semini all'inizio del ciclo e che questi si stanno via via sviluppando un po' in un romanzo e un po' nel successivo, tutti legati in un certo modo l'uno all'altro fino a formare una grande, tentacolare storia.
Storia che continua con Cambio al comando dove il fulcro della storia non è più Esmay, come non lo è in Contro ogni nemico, il romanzo che chiude il ciclo. Adesso la vicenda di Esmay si fa da parte per dare respiro a quelle di Brun e di Cecelia, ancora una volta figure femminili. Ecco: le figure femminili nell'intero ciclo, prima la Serrano, poi la Souza, quindi Brun e infine Cecelia sono la parte migliore di un universo dove il tradimento, l'avidità, l'integralismo sono appannaggio di uomini, dove le figure negative femminili sono pochissime, due o tre in tutto il ciclo. Sono donne che fanno 'lavori da uomini', le trovi in sala macchine, al comando di astronavi, sono piloti e navigatori, medici e semplici manovali, tutte estremamente competenti e motivate. Anche le donne che troviamo nel mondo integralista della Milizia Nutex, prendono poco a poco coscienza di sé e del loro valore. Al contrario gli uomini in buona parte sono personaggi negativi: politicanti, bigotti integralisti, pervertiti, traditori e incompetenti, in parte sono semplicemente personaggi di secondo piano, che non brillano nei loro ruoli. Infine una piccola parte di uomini di valore tanto per dare una pennellata di parità dei sessi alla storia. L'universo della Moon è forse troppo rigidamente diviso, sia in uomini/donne che in blocchi di confederazioni di sistemi; da una parte le Familias, insieme di mondi 'democratici' che fa tanto pensare al mondo occidentale, dalle altre la Benignità fondata su un integralismo religioso che non si può ricondurre ad una delle grandi religioni monoteistiche ma che raccoglie il peggio di
tutte e tre; i mondi della mezzaluna; i mondi di smeraldo; l'orda di sangue; la Stella Solitaria... ognuno con le sue caratteristiche rigidamente codificate dalla Moon Un appunto che posso fare è il soffermarsi su particolari di violenza e torture, cosa che ho già rilevato nella Saga di Paksenarrion, un filino di meno non guastava e avrebbe lo stesso reso l'idea. In conclusione un ciclo da leggersi tutto di seguito, come se fosse un'unica storia. Spero che la Mondadori si decida a far tradurre e pubblichi i primi tre romanzi del ciclo, inediti in Italia, possibilmente in un unico volume.

Gio 26 Apr, 2007 18:04


Eroe della Galassia Urania 1429 (Once a Hero)
La minaccia dell'Orda Urania 1435 (Once a Hero)
Ponte di comando prima parte Urania 1466 (Rules of Engagement)
Ponte di comando seconda parte Urania 1469 (Rules of Engagement)
Cambio al comando Urania 1487 (Change of command)
Contro ogni nemico Urania 31 suppl. al n. 1521 (Against the Odds, 2000)

L'incanto dell'ombra

L'incanto dell'ombra di ChristopherPriest (The Glamour, 1984) in Biblioteca di Nova della Perseo.
Finalmente un buon romanzo dove, però, la fantascienza è appena sfiorata, più che altro sembra riechieggiare il gotico piuttosto che la fantasy.
Tutta la storia è un gioco di punti vista dove quello che vede o crede di vedere una persona è diverso da quello che vede o crede di vedere l'altra; è un rapporto a tre dove il terzo a volte sembra esistere solo nella mente di uno degli altri e tutto si intreccia indistricabilmente: bugie, verità, rapporti impossibili da troncare e rapporti impossibili da continuare.
Dom 08 Apr, 2007 21:58

Il ciclo di Esmay Souza I

Ho iniziato a leggermi il primo romanzo del ciclo di Esmay Suiza della Moon. Il primo per modo di dire perchè il ciclo in origine ha un altro nome: Serrano legacy e conta ben sette libri. I primi tre non sono stati tradotti in italiano e la protagonista è la Serrano, mentre dal quarto in poi un personaggio di contorno, appunto la Esmay diviene protagonista. Sin dalle prime pagine si nota immediamente la mancanza di qualcosa di precedente, ma il romanzo si legge benissimo anche così. Da notare che l'originale Once a Hero è stato diviso in due romanzi questo Eroe della galassia e La minaccia dell'orda, così come anche il successivo Rules of Engagement è pubblicato in due volumi col titolo di Ponte di comando uno e due. Al solito la Moon si rivela una brava narratrice e fino ad ora in quello che ho letto non ho trovato una pagina di troppo, vedremo in seguito.
Eroe della Galassia, Elisabeth Moon, Urania 1429 (Once a Hero, 1997). Dom 08 Apr, 2007 21:58

Largo! Largo!

Ho letto parecchio ma non ho avuto tempo/voglia di commentare, vediamo:
Largo! Largo!
Non so che impressione possa fare questo romanzo ai lettori di oggi, quelli che quando è stato scritto e pubblicato in Italia non erano ancora nati. Leggendolo ci ho trovato tutte le angosce, tutte le previsioni catastrofiche che facevamo noi, ragazzi di allora, sul futuro.
Il romanzo è di un nero pessimismo, presenta un mondo del 2000 distrutto non dalla guerra, dall'atomica come in tante altre storie dell'epoca, bensì dal pessimo utilizzo delle risorse: mancanza di acqua, mancanza di cibo, sovrapopolazione, una povertà assoluta per la massa, una ricchezza assoluta (per quello che ancora rimaneva da poter 'avere') per pochissimi. Quindi non contento di questo quadro generale che già di per sé è apocalittico Harrison condisce il tutto con temperature estreme, freddo polare e caldo torrido, con una storia d'amore inusuale per allora, e per filo conduttore un omicidio che è quasi un atto di giustizia.
Insomma nel romanzo ho trovato tutte le paure e le angosce sul futuro che avevo, che avevamo, da ragazza; per fortuna non l'ho letto allora altrimenti mi sarei suicidata! Ricordo vagamente il film, visto in tv, ma non mi sembra mi abbia dato le stesse sensazione che mi da ora il romanzo. Da una parte il sentirmi sollevata perché le cose sono andate diversamente, almeno per la mia generazione e qui in occidente, niente miseria nera, niente mancanza di cibo e acqua, una prosperità e un benessere che difficilmente avrei immaginato a 20 anni, da una parte il rimpianto di aver poi fatto alcune scelte nella mia vita che hanno subito l'influsso di quelle idee, quelle previsioni sul futuro di allora. Per questo, tralasciando di dare giudizi sulla storia o sullo stile boccio questo romanzo perché è "vecchio", superato, e nemmeno proiettato in un futuro più lontano sarebbe credibile.
Largo! Largo! di Harry Harrison Urania Collezione n. 50 (Make Room! Make Room!, 1966)
Sab 31 Mar, 2007 08:18

I reietti dello spazio

Eccone un altro: I reietti dello spazio il mio primo Odissea! Ci tenevo in particolar modo a leggere questo sequel di "I superstiti di Ragnarok" che mi piacque tanto da rileggerlo almeno tre volte nel corso degli anni. Beh, che dire? La storia parte in sordina quasi con difficoltà poi man man che si svolge la vicenda prende il volo. Per un bel pezzo non si possono fare previsioni su qual'è l'alieno "cattivo" e quello "buono", poi il Godwin inizia a dare dei suggerimenti e ad un certo punto è più chiaro a noi che al protagonista. Sì, perché a differenza del primo libro qui la storia si sviluppa in un lasso di tempo breve e definito e quindi tra gli 'attori' ce n'è uno che emerge come protagonista.
Soldi ben spesi questi e grazie al curatore di Odissea (ciao G.V.!) per aver pubblicato questa space opera.
I reietti dello spazio, Tom Godwin, Odissea Fantascienza N. 15 di (The Space Barbarians)

L'imperatore di Gondwana


Questi racconti sebbene non siano monocordi ed ognuno si differenzi dagli altri per stile, per temi e quant'altro, quasi che il Di Filippo non riuscisse a trovare una sua linea, un suo leit-motiv o che sperimenti, che cerchi la via, sono tutti, per me, poco comprensibili, quasi tutti hanno un finale che non è finito. Come sentire una melodia tronca, rimani lì con l'aspettativa di altre pagine, altre righe... Oddio... definire melodia le storie del Di Filippo è esagerato. I racconti sono pieni di sottointesi che io non ho voglia di decifrare, io sono per le letture lievi, rilassanti, o anche avvincenti e intriganti, cose queste che non ho trovato in quasi nessuno di questi racconti. L'unico degno di menzione è Ailoura che però non è una novità, è apparso recentemente in un Millemondi (forse proprio perché è l'unico decente). Insomma un'antologia che ho letto a fatica e della quale non ricorderò nemmeno un racconto, per fortuna. Fino ad ora su tre Urania usciti nel 2007 questo è l'unico che meriti l'insufficienza, una buona media... Adesso aspettiamo Infect@!

L'imperatore di Gondwana di Paul Di Filippo, Urania n 1520 (The Emperor of Gondwanaland and Other Stories, 2005) -

Fantascienza, fantasy e fantasie

Era la stagione feconda di un fiorire di testate in edicola, libri tascabili, dalle copertine stupende, titoli intriganti che promettevano meraviglie e ti facevano sognare... (vai a SFquadrant)

Appunti su LuccaComics

Finalmente dopo settimane di attesa è arrivata la mattina della partenza: alle sei e quindici appuntamento alla Stazione Termini con Tarteri che... (vai a Uraniasat)

lunedì 30 luglio 2007

Gomorra e dintorni

Ieri sera, giusto perché non mi funzionava IE e non riuscivo a connettermi mi sono riletta questo bel catastrofico di Disch. Non vi racconto la storia di questo The Genocides del 1965, vi dico solo che sembra scritto ieri, fresco come una rosa. E stavolta non è colpa nostra...
Gomorra e dintorni, Thomas Disch, Urania Classici n. 12,
Ven 09 Mar, 2007 08:25

I ribelli dei grandi pianeti

Poco tempo e libro noioso: Sono sempre più dell'opinione che comprando questa collana (completa) ho preso una fregatura. Anche qui un titolo vecchio, che sa di vecchio. Il romanzo scritto nel 1940 trasporta nel sistema solare la situazione mondiale di allora, un blocco di pianeti 'democratici' e uno governato da un tiranno pazzo con mire intuibili. Trama Salgariana con dialoghi che suonano falsi e pesanti, situazioni come da clichè. Gli eroi, buonissimi, che prima distruggono con un colpo intere astronavi e poi esitano a giustiziare il 'cattivo' di turno (in genere rimanendo fregati...). Per la verità nella trama ci sarebbero buone idee ma il libro è scritto male e forse mal tradotto; tutto suona finto e polveroso, c'è sì tanta fantascienza, tante intuizioni (anche tante ingenuità) ma alla fine lo si legge per forza di inerzia.
Ultima cosa: non so se abbia risentito di stagliuzzamenti ma inizia con l'abusato stratagemma del racconto scritto da Tizio e letto da Caio e alla fine Caio non compare affatto per chiudere il romanzo, forse ci si è addormentato sopra come ho fatto io per una quindicina di sere...
I ribelli dei grandi pianeti, Edmond Hamilton, Biblioteca di Nova n. 15.
Sab 24 Feb, 2007 11:50

Le grandi storie della SF

sto leggendo un'antologia di racconti presentati dal Buon Dottore. Piacevolissimo e divertente ti fa passare un paio d'ore rilassate.
Le grandi storie della SF vol.2, Isaac ASIMOV, Martin H. GREENBERG (a cura di) Urania Collezione 49 (Isaac Asimov presents The Great SF Stories 1, 1979)
Ven 16 Feb, 2007 15:24

La saga del mondo dei ladri

Da evitare come la peste! È una antologia con racconti di noti e ignoti scrittori di fantasy, l'ho iniziata perché mi intrigava il fatto che tutti i racconti sono ambientati nello stesso scenario del Mondo dei ladri e nello stesso periodo. Le linee essenziali sono le stesse, regni, città, governi sono il filo conduttore dei racconti, poi ogni scrittore ha sviluppato una sua trama. Arrivata a metà libro però ho iniziato ad essere nauseata dalla pessima traduzione di Andrea Angiolino ma firmata da Gianni Pilo. Ma questo signore conosce l'italiano?
La saga del mondo dei ladri a cura di Asprin, Enciclopedia della Fantascienza Fanucci n.18.
Mar 13 Feb, 2007 12:40

Mai più umani

Il 2007 di URANIA inizia davvero bene! Prima l'ottimo "Meridiano della paura" ed ora questo buonissimo Mai più umani della Kress. La prima parte della vicenda è intrigante, di buon ritmo e delinea magistralmente caratteri e vicende dei protoganisti. Poi la seconda parte diventa via via più lenta, la vicenda diluita in qualche pagina di troppo segno che alla Kress sono più congeniali racconti piuttosto che romanzi. I personaggi si moltiplicano e ci vuole un po' di attenzione per seguire le ramificazioni ma nel complesso la storia è ben calibrata, si legge molto velocemente, affronta temi interessanti, in primo piano la genetica. Nella seconda parte la vicenda vira dall'incontro ravvicinato al catastrofismo e qui forse la Kress si fa prendere la mano e allunga un po' il brodo. Consigliato!
Un neo: la IV di copertina che svela troppo della seconda parte.
Mai più umani, Nancy Kress Urania 1519 (Nothing Human)
Sab 10 Feb, 2007 09:59

DOOM


Mentre ancora sto leggendo racconti de "Il mondo dei Ladri" (a cura di Asprin, Enciclopedia della Fantascienza Fanucci) che non mi stanno dando eccelse sensazioni (sono quelle cose che si leggono per addormentarsi) ho iniziato DOOM e in un paio di giorni l'ho terminato. Come dicevo altrove non mi piacciono i videogiochi sparatutto, non ho visto il film - figuriamoci! - e non leggo Horror se posso evitarlo, però questo DOOM, almeno nelle premesse mi ha tirato dentro alla storia per i capelli; poi andando avanti è diventato un Grand Guignol, ho cercato di non visualizzare i pezzi di cervello spiaccicati sulle pareti, i grumi di sangue ed altre amenità del genere per concentrarmi sulla storia che poteva risolversi in molte meno pagine e cadaveri. Ad un certo punto senti che è veramente un videogioco, con il suo incastro di stanze, col suo bravo labirinto, con le armi man mano più potenti. E termina proprio come un videogioco! Insomma l'ho finito per forza d'inerzia scorrendo velocemente le ultime pagine, tanto immaginavo già come sarebbe finito...
DOOM di John Shirley Urania Speciale 31 (1519bis)

Le cronache del ghiaccio e del fuoco I


Bellissimo romanzo di pura fantasy, non una storia ma tante storie che si intrecciano e si fondono, non un protagonista ma diversi personaggi principali, non la saga di una casata ma quella di alcune famiglie. Intrighi, battaglie, amori e follia ben miscelati e che ti fanno dimenticare l'ora. Peccato che... che sia mezzo libro. In questa edizione A Game of Throne è stato diviso in due parti "Il trono di spade" e "Grande Inverno". Sono due volumi che vanno letti uno di seguito all'altro per apprezzarli pienamente. Anche gli altri romanzi del ciclo sono stati divisi, mannaggia alla Mondadori!
Il grande inverno, Il trono di spade George R. R. Martin (A Game of Thrones, 1996)
Dom 04 Feb, 2007 11:18

Il mondo di Logan

Nell'ultima caccia ho trovato un vecchio Oscar, che è il seguito, scritto dieci anni dopo (cioè nel 1977), della Fuga di Logan.
Beh devo dire che mi aspettavo di più. La parte più notevole è l'introduzione di Ferruccio Alessandri per il resto il romanzetto è estremamente datato come stile. Poco caratterizzati i personaggi, tutta la vicenda si svolge senza fluidità quasi a scatti. A questo punto mi chiedo se anche La fuga di Logan ad una rilettura più matura mi darebbe le stesse impressioni...
Il mondo di Logan, di William F. Nolan, Oscar fantascienza 4-941 (Logan's world)


le torri di Darkover

Bella antologia curata dalla Zimmer Bradley. Si notano impercettibilmente le differenze di stile forse merito del traduttore e c'è una discreta varietà di situazioni. L'antologia è nella media delle altre curate dalla Bradley, esattamente come mi aspettavo. Buona fantasy che si divora in un boccone.
Ho iniziato ieri (ieri?) Il trono di spade di Martin (consigliato da Nemo) e l'ho quasi finito, complice il rallentamento dei miei siti preferiti. Il romanzo è bello, non c'è un protagonista principale ma tante storie che si intrecciano o si intrecceranno in seguito. Grazie Capitano!
Le torri di Darkover, Marion Zimmer Bradley, Fantacollana - Nord - Serie moderna n. 204 (The towers of Darkover, 1993)
Ven 26 Gen, 2007 22:09

Il figlio della notte

Ah già! Il figlio della notte... ho appena finito di leggerlo.
Anzi ri-leggerlo (e con questa sono tre). E non ho cambiato idea, un gran bel libro, ritmo serrato, suspance, scritto con tecnica e idee.
Figlio dei suoi tempi stupisce adesso per il gran consumo che si fa di alcool e tabacco, sembra impossibile che allora fosse "normale" e socialmente accettabile parlarne in un romanzo.
Ecco, giusto il finale sembra un po' tirato via ma... consideriamo che la traduzione è quella di Monicelli anni '50 e che probabilmente è stata tagliata in più punti. Sarei curiosa di sapere da qualcuno che ha letto anche la versione originale cosa ne pensa.
Il figlio della notte, Jack Williamson, Urania Collezione 48 – gennaio 2007 di - (Darker Than You Think, 1948)

La storia di Urania

Sto leggendo un saggio La storia di Urania e della fantascienza italiana
Librone di ragguardevoli dimensioni, purtroppo in brossura, 400 pagine piene zeppe di immagini in B/N: copertine di riviste e di libri di FS, foto e locandine. Il saggio è una raccolta di interviste fatte dal Cozzi a persone che conobbero Monicelli e che raccontano l'uomo e lo scrittore/traduttore.
Ne esce un personaggio contraddittorio, genio e sregolatezza, un uomo che ebbe una grande intuizione: pubblicare una collana di romanzi di fantascienza destinata alle edicole e quindi popolare.
Devo dire che a me il Monicelli raccontato da chi lo conobbe non piace affatto e gli rendo l'unico merito di aver pensato e realizzato Urania.
Le interviste, non so in quanta parte, apparvero anche su Mystero, rivista dello stesso Cozzi.
In conclusione una lettura leggera con spunti di gossip e con qualche notiziola poco nota.
La storia di Urania e della fantascienza italiana - l'epoca di Giorgio Monicelli di L. Cozzi. – Profondo rosso - gennaio 2007
Ven 12 Gen, 2007 23:06

Invasione silenziosa


Ho finito Invasione silenziosa della Zettel da un paio di giorni ed ancora non trovo niente da dire sul romanzo. Acqua fresca forse lo definirei, una storia che seppure ben scritta e meglio tradotta lascia il tempo che trova.
Un primo contatto con alieni talmente buoni e difensori della vita che alla fine finiscono per diventare pericolosi integralisti. Esseri umani invischiati in beghe politiche e che non guardano oltre il loro naso, una trama scandita da capitoli che raccontano alternativamente ed in parallelo la storia vista dagli uni e dagli altri (e questo all'inizio spiazza leggermente).
E poi fino al momento del contatto la descrizione degli extraterrestri non ci permette di visualizzarli nelle corrette dimensioni, potrebbero essere microscopici o giganteschi ma si capisce solo quando le due razze hanno il contatto. Insomma uno di quei romanzi che non rileggerò e che probabilmente dimenticherò tra breve.
Invasione silenziosa, Sarah Zettel, Urania 1513 agosto 2006 - (The Quiet Invasion)
Dom 14 Gen, 2007 22:56

Il meridiano della paura

Bel romanzo ma difficile inquadrarlo in un genere particolare: è un giallo fantascientifico di buonissima qualità. La vicenda è incalzante, azione e suspence sono ben calibrati la parte fantascientifica è veramente a largo raggio, internet, mutazioni genetiche, armi ed una società del futuro grigia e temibile. La vicenda si svolge in una fascia, appunto il meridiano, che copre Stati uniti del sud e Messico da costa a costa: la Namerica e già questo è un'idea nuova, almeno non mi sembra di aver mai letto di un America divisa in questo modo. Il protagonista ha doti particolari ma l'autore non cade nell'ovvio della telepatia preferendo una sorta di empatia o intuito. Notevole la parte ambientata nel Centro America, che non rivelo per non togliervi la sorpresa, e a sorpresa il finale nella migliore tradizione giallistica. Unico piccolo neo l'inserimento di un elemento che appare un paio di volte nella storia apparentemente senza relazione con essa e che sembra annunciare un futuro seguito del romanzo. Le ultime pagine secondo me sono inutili e appiccicate per prepararci alla seconda puntata.
Insomma anche se è il primo del 2007 si colloca da subito in prima posizione tra i migliori dell'anno (spero di essere smentita!)
Il meridiano della paura di A. D. Foster Urania 1518 gennaio 2007 - (The Mocking Program)

Un Mondo da giudicare


Invece vorrei spendere due parole in più su Un Mondo da giudicare di Williamson. Il romanzo è una sorta di contenitore nel quale troviamo alcune storie, fortemente legate al filo conduttore. Un paio di queste le conoscevo avendole lette in antologie e devo dire che sono leggibilissime sia da sole che nel contesto del romanzo. Il protagonista segue un percorso di crescita morale verosimile, i caratteri degli altri sono ben delineati anche perché alcuni 'comprimari' sono protagonisti delle storie incastonate nel romanzo.
Interessanti alcune invenzioni come la 'psionica' che in una della tante applicazioni rende visibile coi colori del vestito lo stato d'animo di chi lo indossa. Insomma un gran bel romanzo che però è stato pubblicato in precedenza solo in Galassia n. 29 (1963).
Un Mondo da giudicare, Jack Williamson - Biblioteca di Nova SF – Perseo ottobre 1990 - (The Trial of Terra, 1962)