domenica 21 dicembre 2008

BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO

Ecco, stamattina aprendo un sito che ancora è nel mio cuore trovo un post con gli auguri di rito. Lacrimuccia e sospiro, poi la decisione di fare gli auguri qui sul mio blog.
Ma non auguri generici. Voglio salutare gli amici, quelli che sento al telefono, quelli che sento per mail, quelli che non sento più ma che mi mancano. Non li nomino in ordine alfabetico né in nessun altro modo, solo come mi vengono e magari dimentico qualcuno:

Auguri Trifide e Trifidessa, auguri Fungo e Vinmar e Salvo che avete un posto specialissimo nel mio cuore, auguri Freesmo e Vecchio e Superiva, Renato e Topazio un bacio e un abbraccio per voi, auguri Lucky e Den Heb, Cletus e Tex (Thx) che siete lontani ma sempre ricordati, auguri Mago (che mi vergogno pure per non averti chiamato da un sacco di tempo) auguri dolcissima Panda e Miky mio specialissimo pusher personale, auguri ragazze in fiore di Um, Darkowl e Glozz e Nimue e un bacio a te Monica confidente e amica, auguri Joe Cool e Pugna e Ansible con le sue 'ragazze', auguri ai desaparicidos Redlua e Flake e Rammstein, auguri che arrivino giù giù fino a Doc e Psicodani ed Enrico Etneo (ma che fine hai fatto?) e a Darkyo (ti prego continua a scrivere), auguri Sergente e Biblio, auguri a Stormy (e prima o poi vengo su per conoscerti...) e agli amici di Roma che vedrò presto, Jommy Cross e Lonewalker, Guinlao e Bruno, e Alfasecur con Mirella e ancora Klaatu e Morgan e ultimo ma non ultimo Gully Foyle: compari di merende... cioè di cene romane all'insegna dell' SFQR.
Che il prossimo anno vi porti serenità e buona salute e... ogni tanto pensatemi.

giovedì 6 novembre 2008

La Terra prima di Atlantide della Cerrino

In un tempo lontano, quando il sole sorgeva ad ovest, l’intera Terra era sotto il dominio dell’impero Mu...

La piccola fine del mondo di Mordecai

Come annunciato giusto un anno fa, all’epoca di uscita di Livello 7 (in Urania Collezione 057) torna Mordecai Roshwald con il suo secondo e ultimo romanzo di fantascienza, questo Apocalisse tascabile (A Small Armageddon) del 1962, inedito in Italia. L’autore questa volta...

Ascoltiamo le stelle con J. Gunn

The Listeners, il romanzo di James Gunn che Urania Collezione presenta questo mese di settembre, pubblicato già nel 1978 col titolo Progetto Stelle in I libri di Robot 2, è in realtà...

Al Tempo di Leiber...

La narratrice delle storie di Il Grande Tempo è Greta Forzane, ventinove anni, reclutata dai Ragni come entraineuse per lavorare nel ‘Locale’, una delle tante Stazioni di Recupero e Luoghi di Intrattenimento per soldati in licenza. Ma Greta...

sabato 25 ottobre 2008

26 ottobre

Ottobre bastardo. Fino a ieri il sole scaldava ancora, stamattina l’aria frizza il cielo è terso e limpido come d’inverno e un altro anno è andato. Ieri... ieri era giugno.
Tutto il pomeriggio scalza a sciaguattare nell’acqua piovana che si era raccolta nel canale di scolo al bordo del marciapiede davanti alle case. Un marciapiede di sassi tondi legati con cemento che quando ci passava senza le scarpe doveva poggiare il piede attentamente per non sentire dolore. Poi era calato il sole, lentamente ma per lei troppo in fretta, come sempre. Adesso è sulla soglia, non vuole entrare, la cucina è buia, ristagna l’odore di fumo della stufa a legna spenta da ieri sera, odore di campagna, di mazzi di origano a seccare attaccati alle travi e serte di agli e collane di peperoncini.
Nonna sta in piedi sulla sedia le braccia distese sta girando la chiavetta della lampada a gas e con uno zolfanello accende il lume sospeso sulla tavola. La luce è calda, gialla, debole, le ombre pian piano si ritirano negli angoli della cucina, Nonna la chiama dentro, riluttante entra ma vorrebbe restare fuori, anche se ormai l’acqua stagnante s’è fatta fredda e non si distinguono più le case vicine, i panni stesi, i cespugli. Tutto è scuro, contorni neri che si stagliano in un orizzonte poco meno nero. Ora la porta è chiusa, sprangata, la stufa accesa con un minimo focherello per scaldare il latte della cena. L’odore è intenso, di vaccheria, di caldo, di fette pane messe sulla piastra della stufa per dimenticare che è raffermo. La bambina affronta la sua scodella con astio, non le piace mangiare è una perdita di tempo, tempo che ruba ai giochi, ai pensieri, ai sogni.
Lontano un cane abbaia, è il cane della Polveriera, il guardiano del guardiano; dall’altra parte della valle risponde il cane del Casale Rosso, un abbaio che muta in ululato, lungo e profondo. Più vicino, dal retro della casa, Lupa risponde con un latrato risentito.
Sono i Cani della Notte le dice la Nonna, si chiamano, si raccontano storie con i loro ululati, poi, quando tutti dormono, si raccolgono insieme e battono la campagna. I cani della notte hanno gli occhi rossi, occhi di fuoco, e quando sono in branco cercano prede, le dice Nonna, e se trovano un bambino fuori di casa lo prendono e lo portano nelle tane sottoterra, dove c’è un paese abitato da fate e streghe e da dove non si torna mai più. La bambina ascolta, il cucchiaio a mezz’aria, la bocca aperta, gli occhi sgranati.
L’eco degli abbai rimbalza per la vallata, a destra e sinistra lontano e vicino, non si chetano stanotte i cani. Nonna accende una candela e spegne la lampada a gas, in cucina solo un occhieggiare di braci dalla stufa accompagnano la bambina nella stanza accanto- Nonna la spoglia e la aiuta a salire sull’alto letto dal materasso rigido, le lenzuola fredde e umide, si spoglia a sua volta, infila la lunga camicia ed entra nel letto. La bambina le si rannicchia vicina, gli occhi spalancati nel buio ad aspettare fili di luce tra le fessure delle imposte, ad ascoltare le voci dei Cani della Notte.
Ieri era giugno, ieri il mondo era nuovo e le favole erano reali. Perché non sono uscita a cercare le tane dei cani della notte?
Oggi è ottobre, l’aria frizza e un altro anno se n’è andato, per sempre.

mercoledì 22 ottobre 2008

L'Incontro II



- Chi sei, Signore?
- Sono un Guardiano.
- Io ti conosco, ti ho già visto nel sogno. Sei venuto quando ero in quella cella... Tu mi hai liberato.
- Oltre la Barriera i miei poteri sono limitati. Ti ho aperto la porta ma tu dovevi fare il resto.


****


La donna era raggomitolata a terra come una palla di stracci, stracci sporchi di sangue rappreso, di polvere impastata di urina e fili di paglia. Sulle pietre mal sgrossate del pavimento uno strato di pietruzze le penetrava la carne e aumentava il martirio della poveretta. La cella era al buio, solo un vago chiarore indicava in alto un pozzo per la presa d'aria che sbucava nel cortile.
Il giorno precedente l'avevano prelevata, due omaccioni dal fiato puzzolente di cipolle mal digerite, e senza tanti complimenti portata nella sala dove l'aspettava l'Inquisitore. La stanza era grande, muri di pietra costruiti da pochi anni ma era già fredda e carica di dolore. Non era lei la prima a passare per quella camera. L'Inquisitore sedeva ad un tavolo di legno, scuro in viso, quel viso che lei aveva adorato, cercato con gli occhi ogni volta che veniva aperta la porta del Palazzo e i signori uscivano per la caccia o per qualsiasi altra cerimonia, per un rogo o una punizione pubblica. Accanto a lui il segretario pronto con le sue carte a trascrivere ogni parola che sarebbe stata detta le aveva lanciato un rapido sguardo di compassione e distolto immediatamente gli occhi. Il boia e il suo aiutante le avevano mostrato i ferri e la frusta: volevano la sua 'spontanea confessione' del crimine commesso.


- Figliola, noi siamo qui per permetterti di confessare i tuoi molti crimini, per punirti e riammetterti nella comunità, noi vogliamo liberare la tua anima dal male e dalle eresie che la infestano.
- Io non so di cosa parlate Monsignore, non ho fatto niente io - protestò singhiozzando la donna con la voce impastata.
- Sei la donna che viene chiamata strega? Neghi forse di esserti vantata di questo nome per tutta la contrada? -
- Mi chiamano così ma non ho mai fatto stregherie di nessun genere - urlò la donna - sono una buona cristiana e ho sempre fatto del bene a tutti. - continuò con voce più bassa.
L'inquisitore girò il viso verso il segretario che, la lingua stretta trai i denti per la concentrazione cercava di scrivere parola per parola il dialogo tra i due e rassicurato dall'impegno dell'uomo si volse al boia - Mostrate i ferri all'imputata - disse, e poi alla donna - ti verranno mostrati gli strumenti che ti libereranno dei tuoi peccati e se non confesserai verranno usati su di te.
La seduta era continuata per un pezzo e quando l'avevano riportata nella cella lei era una palla pulsante dolore ma non aveva confessato quello che non aveva mai fatto.
Ora mentre gradualmente la debole luce si affievoliva sempre di più e l'aria si faceva gelida all'avvicinarsi della notte un torpore innaturale si diffuse nelle sue membra doloranti e i suoi pensieri divennero sempre più confusi come se una nebbia scura le avvolgesse la mente.
Di fronte a lei, in un tenue bagliore azzurro, prese forma l'immagine di un una persona avvolta in un mantello scuro, il volto nascosto dal cappuccio, che tremolava come una fiamma ad ogni suo respiro.
L'uomo, se era un uomo, ristette a lungo senza un movimento, senza una parola, figura che a tratti si confondeva con le ombre della cella e che dall'ombra osservava e leggeva nel cuore della prigioniera.
Lei sentiva vagamente che qualcosa la stava analizzando, scavando nei suoi ricordi, nei suoi pensieri, ma era un tocco talmente leggero e lei talmente stremata che accettava senza ribellarsi quella invasione. Dopo un tempo che non seppe valutare e che le sembrò infinito la figura ammantata si volse verso la porta e con il gesto della mano fece scattare la serratura. La porta cigolando si aprì di uno spiraglio e mentre lei guardava sorpresa il prodigio l'uomo svanì e con lui l'abbandonò il torpore che l'aveva legata. Si tirò sulle ginocchia, in piedi, aprì completamente la porta e vide i carcerieri addormentati, la testa sul tavolo, i boccali di vino ancora pieni e le chiavi delle altre grate attaccate ad un chiodo. L'uomo le aveva aperto la via della fuga.



Su gentile richiesta di Darkyo ho messo l'antefatto.

sabato 11 ottobre 2008

L'incontro

La donna correva a perdifiato. Mancava poco ormai alla Barriera, poche centinaia di metri e sarebbe stata salva. I latrati dei segugi si facevano sempre più vicini, sempre più incalzanti. Nella notte senza luna, senza luce di stelle, non vedeva dove metteva i piedi scalzi e sanguinanti; la piana era arida e pietrosa, un vento gelido le asciugava addosso il sudore della corsa e le tagliava il respiro. I brandelli della sua lunga veste le sferzavano le gambe magre e sembravano quasi al servizio dei suoi aguzzini per impedirle la corsa, per farla raggiungere dai botoli ringhianti. La notte era al termine, già l’accenno di un’alba livida e nebbiosa stava schiarendo il cielo ad est, una luce lattiginosa e opaca che nascondeva più che rivelare le asperità del terreno. I latrati si fanno più vicini, da dietro e da i fianchi i segugi stanno convergendo su di lei, il gruppo che aveva trovato l’usta ha chiamato i compagni con ululati e abbai ed ora stanno per raggiungerla. Con ultimo sforzo accelera, i polmoni brucianti, una fitta feroce all’addome, i piedi feriti e doloranti. Ecco il bagliore della Barriera, un luccicore pulsante, vago e impalpabile, mancano pochi metri quando una buca nascosta dall’ingannevole luce dell’alba le afferra un piede e la tira giù. La donna, disperata, si ritrova distesa in terra, tenta di mettersi in ginocchio ha le palme delle mani escoriate, la bocca piena di polvere e pietruzze, i cani stanno per raggiungerla, alza gli occhi e misura con lo sguardo la distanza che la separa dalla salvezza, cerca di alzarsi ma adesso i segugi sbavanti e ringhianti le sono addosso, Una cagna le vola addosso con tutto il peso le unghie che raspano la pelle, il muso arricciato nel ringhio, il respiro fetido, la azzanna al fianco. Il capobranco le è sopra anche lui, tenta di morderle il collo, lei si difende come può, coprendosi il volto con il braccio e allo stesso tempo cercando di scansare i due cani rabbiosi, il resto del branco le gira intorno, i peli ritti, ringhiando e ululando come anime dannate. Sta per soccombere, sfinita dalla corsa, dalle settimane di prigionia, dalla sete e dal freddo. Cerca di difendersi dai morsi e dai graffi ma non riesce più a reagire, tra le lacrime vede la Barriera a pochi passi da lei ma incommensurabilmente lontana, accerchiata com’è dal branco e azzannata dalle due bestie. Improvvisamente al di là del bagliore una luce che non è quella dell’alba ormai avanzata, sembra un stella caduta a terra, e nella luce si forma una figura, la figura di una persona alta, avvolta in un mantello nero, un cappuccio gli copre la testa e il volto è nascosto nell’ ombra. L’uomo fa un passo, due, supera il confine ed arriva accanto a lei, i due cani al suo avvicinarsi guaiscono e indietreggiano, la coda bassa, il pelo ritto; il branco si allontana. L’uomo le porge la mano lei ci si attacca come a un salvagente il naufrago, si sente tirare su, prendere in braccio, sviene.
Quando apre gli occhi è ancora tra le sue braccia, calde e forti, la prima cosa che vede sono due occhi verdi come le foglie in primavera, occhi pieni di pietà e di comprensione, è al di là della Barriera, salva. Il sole sta spuntando, il primo raggio illumina una terra verde e azzurra, dove i venti del risentimento e dell’odio non soffiano, dove può continuare ad essere quello che sente di essere, dove può continuare a sognare.
- Chi sei, Signore?
- Sono un Guardiano.

mercoledì 8 ottobre 2008

Fiaba per addormentarsi




- Hai 38 e mezzo! Adesso bambina mia, resta sotto le coperte, al caldo; io mi siedo qui accanto a te e ti racconterò una storia. Tra poco farà buio, stellina mia, e pian piano con l’oscurità ti addormenterai mentre io ti parlo.
- Raccontami una storia di Guardiani e poteri sovrannaturali, per favore...
- Allora... vediamo... ah sì, ne ho una. E comincia come cominciano tutte le favole:
C’era una volta in una Terra che non è la nostra, un posto dove l’ordine era mantenuto da una genìa di esseri superiori, i Guardiani. Essi avevano strani poteri mentali - pensa che riuscivano a denudare l’animo delle persone che incontravano e che a loro non si poteva mentire - ed erano dotati di armi potenti, che però usavano di malavoglia. Il loro desiderio più grande era di non essere più necessari, di poter infine riposare dopo eoni di servizio, insomma avrebbero voluto che non ci fossero più cattivi o folli nel loro dominio. Due di loro, ognuno per proprio conto, nei momenti in cui tutto sembrava a posto si rifugiavano della dimensione del Sogno. Era questa una Terra diversa dalla loro, nella quale potevano entrare solo con lo Spirito, era una landa immensa, bellissima e aliena e dove infine si incontrarono per caso. Anche se nel sogno i due si riconobbero, si presero per mano e camminarono assieme nel sole.
- Piccola mia, vedo che i tuoi occhi si stanno chiudendo, dormi tesoro mio.
- No, ti prego racconta, dimmi i loro nomi, così che possa ricordarli e sognarli
- Pam era lei, una giovane pantera agile e scattante, morbida e tenera come un gattino o feroce come un grande felino quando si arrabbiava. Lui era Nico, bello come un raggio di sole in una giornata di pioggia, poteva essere duro come l’acciaio o morbido e caldo come una coltre di piume. Camminando camminando Pam e Nico, colleghi e amici ma non altro, si imbatterono in una strana costruzione, sembrava una casa, ma le pietre erano antiche, mezza diroccata, con muschio ed edera che coprivano i mozziconi dei muri. Aveva un non so che di desolazione e disperazione come se lo spirito di chi l’aveva abitata ancora aleggiasse nelle stanze vuote cercando qualcosa che aveva perso. Piano piano Nico si inoltrò all’interno del rudere, fino al cuore della casa, Pam lo seguì con passi incerti fino a trovarlo fermo davanti ad una cassapanca di vecchio legno tarlato chiusa con un lucchetto arrugginito. Senza una parola Nico con un solo gesto della mano fece saltare il lucchetto e aprì il coperchio. Dentro c’era una pietra grande come un pugno, opaca e grigia che trasudava dolore e pianto. La prese e al calore della sua mano la pietra lentamente, sotto gli occhi dei due Guardiani, cominciò a pulsare di un vago bagliore e un senso di pace e di perdono si diffuse intorno. Pamtese la mano e toccò la pietra ancora in mano a Nico e questa si spezzò in due parti uguali e nello stesso tempo iniziò a brillare come una stella.
Nico e Pam si guardarono negli occhi e in quel momento esatto compresero di amarsi.
Si amavano da sempre ma il loro amore era coperto da un velo, una nebbia che solo poche volte si era appena appena alzata un pochino, giusto per convincerli di essere soltanto amici. Ora la luce della gemma, perché ormai la pietra spezzata era brillante come una gemma, ora la sua luce aveva bucato la nebbia che avvolgeva i loro cuori e sapevano di amarsi. Nico e Pam presero ciascuno una metà della pietra e se la posero accanto al cuore...
Piccola mia ti sei addormentata ora... riposa tesoro mio, domattina la febbre sarà passata. La storia la finisco per me. O forse non è ancora finita. No, non è finita, chissà forse ci sarà qualche altra cosa da dire, ma adesso è tardi, s’è fatto buio, tu stai dormendo e io devo andare. A domani Stellina.

lunedì 6 ottobre 2008

Pronto a dicembre!

Ecco la copertina di "La storia di Urania e della fantascienza italiana". In questo terzo volume intitolato "I pionieri dell'infinito" l'autore, Luigi Cozzi, mette sotto la lente il periodo dal 1953 al 1957 e con interviste ad alcuni dei 'Grandi Vecchi' della fantascienza italiana ci porta indietro al clima dell'epoca quando uscivano Galassia, I romanzi del Cosmo, Oltre il Cielo e le altre fantastiche pubblicazioni ormai solo sugli scaffali dei collezionisti.
Dice Luigi Cozzi: "A dicembre esce "La storia di Urania e della fantascienza in Italia" volume 3, costo 39 euro, circa 400 pagine, dedicato alle varie pubblicazioni di fantascienza da ("Fantascienza" (di Garzanti) a "Oltre il Cielo") uscite tra il 1953 e il 1958, con interviste con Marco Paini, Sergio Spina, Annico Pau, Dino De Rugeriis, Maurizio Checcoli, Cesare Falessi, Armando Silvestri, eccetera eccetera".
L'altra copertina è quella del libro di J. H. Rosny Aine' I navigatori dell'infinito, anche questo uscito per i tipi di Profondo Rosso.


sabato 4 ottobre 2008

Urania quasi completa...

Finalmente a posto gli "Urania"! Sfidando la legge sull'impenetrabilità dei corpi sono riuscita a infilare tutti gli Urania (1450 circa) nella libreria. Adesso ne mancano meno di 100 per avere la collezione completa!Contatterò prestissimo il mio 'pusher' di fiducia per quei pochi cerchio rosso che mi mancano e sfratterò qualche altra cosina per rimediare un po' di spazio. Non sembrano 1450? Certo, sono su tre file...

mercoledì 1 ottobre 2008

Novità in arrivo!

Luigi Cozzi mi annuncia che per dicembre sarà pronto e disponibile il terzo volume della sua Storia di Urania e della Fantascienza Italiana che è "dedicato alle varie pubblicazioni di fantascienza da ("Fantascienza" - di Garzanti - a "Oltre il Cielo") uscite tra il 1953 e il 1958, con interviste con Marco Paini, Sergio Spina, Annico Pau, Dino De Rugeriis, Maurizio Checcoli, Cesare Falessi, Armando Silvestri, eccetera eccetera.", insomma le solite 400 pagine fitte fitte di notizie e illustrazioni. Mi ha anche promesso una immagine della copertina che inserirò appena l'avrò.

sabato 13 settembre 2008

È partito il cenacolo romano

Ieri 12 settembre finalmente, dopo due false partenze, si è tenuto il Cenacolo romano. Appuntamento alle 21 davanti al ristorante Mangiafuoco e chi è arrivato in tempo non si è infradiciato sotto lo scroscione delle 21,05. Tra una carbonara e una mega grigliata s'è parlato di fantascienza, di libri e spettegolato a go-go. i "soci fondatori" sono Gully Foyle (Salvatore), Bruno (Bruno), Jommy Cross (Enrico), Alfasecur (Mauro), Chiroamante (Mirella), Klatu (Antonio) e io. Assente giustificato Guin Ilao (Giuliano) bloccato dal diluvio. L'appuntamento per la prossima riunione è venerdì 17 ottobre in zona San Giovanni da certi Romolo e Remo ristoratori.
Poi dovremo trovare la definizione adatta a questi incontri, non voglio scippare il 'Cenacolo' ai milanesi, dopo tutto l'affresco di Leonardo è lì da loro, proporrrei un bel 'Triclinium' di Trimalcionesca memoria, ma tutti i suggerimenti sono ben accetti.

La dolce vita del Vampiro

Una Roma felliniana fa da sfondo a questa ucronia dove Van Helsing non ha piantato il paletto di frassino d’ordinanza nel petto del Conte Dracula e quest’ultimo...

Quando la "cosa" si sveglierà...

...allora il suo sogno svanirà e il sogno della "cosa" siamo noi e il nostro universo. Urania Collezione in agosto ha presentato un classico di un grande autore dimenticato, Daniel F. Galouye Stanotte il cielo cadrà (1952)...

lunedì 1 settembre 2008

Il signor Carmody di nuovo a zonzo per l’universo

Nell'Urania di agosto 10 racconti di Robert Schekley, tutti inediti in Italia, e il romanzo La variante di Carmody del 2000, anche questo ancora mai tradotto precedentemente. Come al solito la scheda è apparsa su fantascienza.com, un po' ritardo rispetto al solito ma è agosto e le cose si fanno con molta calma e poi ancora per qualche giorno il volumetto sarà disponibile nelle edicole.
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Con Vance alla scoperta del Grande Pianeta

Il Grande Pianeta è da secoli rifugio di chi, intollerante alle regole e alle leggi, ha abbandonato la Terra. Ora per indagare su un oscuro complotto ai danni del pianeta madre viene inviato Claude Glystra... Leggi

Sapiens contro Neanderthal

Nella Terra alternativa sono stati i Neanderthal a vincere la lotteria dell’evoluzione e la loro civiltà si è sviluppata ed è progredita al punto che la loro tecnologia avanzata permette a due scienziati Adikor Huld e Ponter Boddit di effettuare esperimenti al limite del possibile. Proprio mentre i due stanno lavorando su un computer quantistico... Leggi

lunedì 14 luglio 2008

Un uccellino...

...mi sussurra all'orecchio destro che a ottobre uscirà il Grande Tempo di Fritz Leiber e conterrà una maxi biblio a indici incrociati di tutte le sue opere di narrativa edite e inedite in Italia.
..all'orecchio sinistro mi bisbiglia che a settembre è previsto Progetto stelle (The Listeners) di James E. Gunn già pubblicato nel lontano 1978 nei Libri di Robot n. 2 (Armenia).
per altre 'delazioni'... spiacente ma ho solo due orecchie.

martedì 8 luglio 2008

..e complimenti anche ad Elisabetta Vernier!

Apprendo dal blog http://www.eliver.it/ che il romanzo Clipart vincitore del Premio Italia 2004 è uscito anche in Ungheria, ovviamente in ungherese. Speriamo che Eliver, la domenica sera ci legga (in italiano) capitoli del suo romanzo al Delos Book Club in Second Life, adesso che i Racconti del signor Evanescente sono arrivati alla parola fine.
Complimenti Elisabetta!

lunedì 7 luglio 2008

Complimenti Don!

Adesso che è ufficiale posso congratularmi con Donato Altomare per l'assegnazione del Premio Urania che ha vinto con 'Il dono di Svet', romanzo che leggeremo in novembre. La notizia è sul blog di urania.

sabato 5 luglio 2008

Il Premio Urania va al mare

Da voci di corridoio, non confermate, ufficiose, sussurate e qui lo dico qui lo nego mi è arrivata notizia che il Premio Urania quest'anno s'è fermato in puglia ed è stato ri-vinto da un noto autore. Congratulazioni dunque al vincitore e aspettiamo, come al solito settembre per leggere il romanzo vincitore.
Dall'altro corridoio invece sento bisbigliare che nel 2009 vedremo in edicola un corposo speciale di oltr 600 pagine a firma Catani.

venerdì 4 luglio 2008

Grandi saghe sotto l'ombrellone

Anche quest’anno Mondadori pensa alle nostre vacanze e ci regala un bel mucchio di pagine per farci compagnia.
In edicola Grandi Saghe, Millemondi e le normali pubblicazioni del mese...











lunedì 30 giugno 2008

Ho pescato un blog...

Da oggi primo luglio 2008 è in rete il blog di...

"Cari amici,
ho il piacere di annunciarvi che domani, primo luglio, prenderà il via il blog ufficiale di Urania all'indirizzo:
http://blog.librimondadori.it/blogs/urania/
Avrei dovuto scrivervi prima, ma i problemi tecnici non sono stati pochi fino all'ultimo minuto e volevo essere certi dell'effettiva data di lancio. Fin d'ora sono previsti link con tutti i vostri siti. È una data importante, per noi, e anche per la consorella "Il giallo Mondadori" che parte in blog lo stesso giorno.
Sullo spazio di Urania troverete un benvenuto di Sergio Altieri, uno mio e le prime schede dei libri del mese. Le immagini sono cliccabili per averle in alta risoluzione. Fatemi sapere cosa ne pensate e grazie per la divulgazione della notizia!
A presto,
Giuseppe Lippi

p.s. Naturalmente, se vi occorrono altre notizie sono a vostra disposizione."
In bocca al lupo quindi a questa nuova iniziativa della Mondadori!

domenica 29 giugno 2008

La Venezia di Olivieri

Nella città lagunare, sul finire dell'800 Marcello studentello senza impulsi incontra la decadente Sveva, ultima discendente di una casata nobile, specchio della Venezia in disfacimento nella quale i due vagano apparentemente senza meta ma alla ricerca inconsapevole di qualcosa.
La cerca si concretizza nell'impellenza di trovare un quadro incompiuto, una tomba, e la risposta alla madre di tutte le domande 'chi siamo?'. Aiutati a volte e a volte contrastati dalla medium Olga e dalla misteriosa Fosca i due amanti vagabondano per calli e fondachi parlando, parlando e parlando.
Sembra quasi che la soluzione del mistero che li circonda sia solo un pretesto per parlare. Il romanzo sussulta nell'azione, a volte ingenuo ed elementare si distende quando dipinge la città e si fa profondo quando i due filosofeggiano. Ci ho trovato molto Gozzano - nostalgia di cose mai avute e mai viste - e pochissimo fin de siecle: la vicenda è ambientata intorno al 1880 ma a me a volte sembrava odierna. Il tono generale del romanzo è lugubre, tetro, di disfacimento e morte, le ombre del titolo sono sempre sottointese e spingono i due protagonisti verso il loro ineluttabile destino.
Proprio per quando dicevo sopra mi ha dato la sensazione di essere stato scritto in momenti diversi, la trama, l'azione da un Olivieri meno smaliziato e abile dell'Olivieri che parla attraverso Sveva. Notevolissima è la cartina, riproduzione di una mappa di Venezia dell'epoca, inserita in una tasca della copertina.

Ombre a Venezia di Raffaele Olivieri (2008, Edizioni della Vigna, collana La Botte Piccola 3, pagg. 243, euro 21,00 edizione per collezionisti, 16 euro per gli altri)

mercoledì 25 giugno 2008

Incontro con Charles Stross

Sabato 21 luglio in Second Life Charles Stross è intervenuto ad un incontro organizzato dal Delos Book Club tenutosi ad Extropia la conversazione è stata raccolta e messa in rete dagli ospiti.

martedì 24 giugno 2008

Una Melma miracolosa

Ambientato nel 2050 in un'Italia che ancora paga le conseguenze dei tremendi attentati eco-terroristici degli Anni '20 e '30 è la storia di un sequestro di persona e di un mediatore che cerca il contatto coi rapitori. Padre Cattelan, il mediatore, deve affrontare una discesa agli inferi nel luogo dove sorgeva il petrolchimico di Porto Marghera ora abitato da un'umanità rassegnata e senza speranza. Nella storia è tutto sporco, melmoso, si sente quasi l'odore del petrolio e delle sostanze chimiche ancora presenti nell'aria. Gigantesche vongole mortifere e 'flauti', lamprede fuori misura e carnivore, sono i pericoli dai quali ci si può con fatica difendere le malattie no, quelle sono subdole e definitive. Come ho detto l'ho letto in poco tempo sono meno di 170 pagine ma dopo le mie performances degli ultimi mesi mi è sembrato un miracolo riuscire a concentrarmi su quello che leggevo.
Melma di Eraldo Baldini, (2007) Verdenero Storie di Ecomafia n. 3 Edizioni Ambiente, pagg 170, euro 10,00

venerdì 20 giugno 2008

Terre come perle di una collana

Lamette che non perdono mai il filo, lampadine che non si bruciano mai, accendini che non hanno bisogno di essere ricaricati: questo vendono i negozi di 'Oggettistica' che ormai stanno spuntando come funghi in tutta l 'America. Ma quando...

giovedì 12 giugno 2008

Gallon inizia dalla fine

Con "I giorni della fine" debutta con un catastrofico-fantapolitico l’ex avvocato USA.
L'Air Force One precipita nel Mar dei Sargassi con a bordo il presidente USA; a Washigton i poteri passano di mano. Il Parco Nazionale di Yellowstone è sconvolto da una terribile...

lunedì 9 giugno 2008

I figli di Ringworld


Su Urania ritorna il mondo dell'anello:
In questa edizione inedita che Urania ci presenta questo mese tutte le razze intelligenti dello Spazio Conosciuto sono interessate al Mondo anello e sono impegnate in una...




mercoledì 21 maggio 2008

Lord Darcy indaga di nuovo

Torna su Urania l'investigatore creato da Randall Garrett, quel Lord Darcy del quale abbiamo letto le prime avventure in febbraio, nel numero 1531.

Riproduzioni troppo convincenti!

Quando una ditta è sull’orlo della bancarotta si devono trovare sistemi per rimpinguare le casse e il più semplice è chiedere finanziamenti al Governo per progetti di ricerca assolutamente inutili. La fabbrica di bambole Wompler per scongiurare il proprio fallimento...

domenica 11 maggio 2008

Ringraziamento

Eccezionalmente utilizzo il blog per ringraziare una persona veramente speciale. Ieri sono andata a casa sua per ritirare alcuni RdU che ha ritrovato in garage. Il signor, anzi Signor, Luciano nonostante sappia il valore di quello che mi ha dato non ha voluto altro che la mia promessa di devolvere una cifra a mia scelta ad un ente sempre a mia scelta, suggerendomi  di aiutare la ricerca sul cancro. Io credo che darò il mio obolo a Medici senza frontiere*. Qui sotto la foto di Le sabbie di Marte dalla quale non mi separerò anche se ne ho altre copie.

foto



* Ho effettuato la donazione a Medici senza Frontiere

lunedì 28 aprile 2008

Gli Amanti per gli amanti di Farmer

Il collezione di questo mese ci ripropone un capolavoro di Farmer, a mio parere il suo miglior romanzo, Gli amanti di Siddo, che fu pubblicato anche col titolo Un amore a Siddo come detto nella scheda di presentazione. Notevole la postfazione di Valla (era la prefazione del Cosmo delle Ed. Nord).

La Fantasy torna alle origini

Torna alle origini Urania Fantasy che riparte dal numero uno e con i racconti del ciclo di Kull di Valusia, l'eroe antesignano di Conan e come questi creatura di Howard. La scheda di presentazione, come al solito,  sul Corriere della Fantascienza. 

lunedì 7 aprile 2008

Incubi di primavera

Tornata ad aggiornare il blog dopo un corso intensivo (full immersion per alcuni) di italiano. Un bel ripasso a grammatica, punteggiatura e congiuntivi ed eccomi pronta a ripartire. Peccato che non abbia avuto tempo per leggere però...
Ecco la scheda informativa apparsa oggi sul Corriere della Fantascienza:
Questo mese Urania ci propone Incubi per Re John, titolo che riassume quelli dei due romanzi di Pierfrancesco Prosperi presentati in questo volume: Seppelliamo Re John del 1974 e l’inedito Incubo privato...

giovedì 20 marzo 2008

Arriva un diluvio di fuoco, ma dalla Francia...

Niente attacchi alieni, niente bombe lanciate da paesi ostili, è l’anima stessa del pianeta che si ribella all’uomo nel romanzo di René Barjavel che arriva questo mese su Urania Collezione...

domenica 16 marzo 2008

Il Premio Italia a un sito che non lo vuole!

Questo pezzo è stato scritto prima del mio divorzio dal sito vincitore. Se volete i particolari cercateli altrove io sono disgustata e non ne parlerò più.
"Con somma soddisfazione ho ritirato il Premio Italia attribuito a come miglior sito amatoriale del 2007. Mi hanno, da più parti, attribuito buona parte del merito, senza falsa modestia dirò che sento mio questo premio anche se il sito non è mio, anche se è stato costruito da tutti gli iscritti, che negli anni lo hanno curato e amato. Il mio merito, la cosa di cui sono orgogliosa è di aver portato al di fuori dei confini del sito, di averne parlato (e sparlato) dovunque me ne capitasse l'occasione, di averlo fatto conoscere e utilizzare come fonte primaria di informazioni e di aver nello stesso tempo parlato, pubblicizzato, fatto conoscere la mia collana preferita e le sue emanazioni. Il lavoro svolto in questi ultimi tre anni di collaborazione con il sito è stato altrettanto impegnativo, difficile e a volte sofferto, ma dando ho avuto. Ho imparato e conosciuto fatti, autori, opere che nonostante la mia consuetudine alla lettura non avevo mai toccato, ho iniziato ad usare abilità che non sapevo nemmeno di avere grazie sopratutto allo stimolo dei miei amici ed ex amici. In conclusione mi prendo i complimenti, le gratificazioni e gli elogi perché sento di meritarli."


particolare della targa che quanto prima rispedirò al mittente.























sabato 15 marzo 2008







otrebla e dory!

DEEPCON-ITALCON









Fiuggi: a tavola tra penne e 'penne'. De Matteo, Tonani e Fabriani: tre scrittori tutti per me (e Proietti di fronte!)

giovedì 13 marzo 2008

La Crociata dei bambini, ovvero:

Mattatoio n. 5

Lettura oltremodo sofferta, ci sto sudando da più di una settimana, mi mancano quattropagine e mezzo e non ho nessuna curiosità di leggerle. Oggi me lo sono portato dal parrucchiere e nelle tre ore di seduta bene o male, tra un pettegolezzo e una telefonata sono riuscita a 'quasi' finirlo. 
Infastidita all'estremo dall'intercalare "così va la vita" infilato ad ogni passo e dallo stile che definire sconclusionato e infantile mi sembra poco. Pensierini da scuola elementare, slegati e fuor di logica. Per onestà devo dire che il corpo del romanzo risale un attimo ma di poco, resta il fatto che mettere assieme tragedia e buffonaggine mi irrita alquanto (mi sono rifiutata di vedere interamente La vita è bella di Benigni) e che se voleva essere un atto di accusa contro la guerra, anzi contro le guerre, l'effetto si perde in mezzo alle tante divagazioni e all'andirivieni di Bill su e giù per lo spaziotempo. Di guerra, di quella guerra, altri hanno scritto ben altro, questi ricordi perdono di significato inseriti in un contesto demenziale e assurdo, in una trama illogica e ad essere buona ironica. 
E non venitemi a dire che non capisco l'ironia nella fantascienza, ho riso con Venere sulla conchiglia e con Assurdo universo, con L'opera dello spazio e Galaxy rangers e con tanti altri, ma questo no. Unica nota positiva del libro è il costo: 7 euro e la soddisfazione di scrivere questo commento. 

Mattatoio n.5 (Slughterhouse-five) di Kurt Vonnegut Universale economica Feltrinelli n. 1858
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giovedì 6 marzo 2008

Tutti a Fiuggi!

DEEPCON-ITALCON
Fiuggi 13/16 marzo 2008
A fiuggi io andrò venerdì 14 con gli amici di Uraniamania e forse tornerò anche il sabato per una breve visita.

venerdì 22 febbraio 2008

da Fondazione a Uraniasat fin qui...

La mia recensione su Ammonite, apparsa sulla Fanzine Fondazione ora è disponibile in rete su Uraniasat, grazie a Doc Moebius per aver dato tutto questo risalto all'articolo, merito non mio ma del romanzo veramente ottimo.
Ecco come Uraniasat presenta il pezzo:
"A poca distanza dalla pubblicazione dell'ormai noto ed apprezzato romanzo fanta-antropologico Ammonite di Nicola Griffith, autrice che ha già conquistato per due volte il premio Nebula, per quattro volte il Lambda Award e una volta il World Fantasy Award, Stefania Guglielman ci guida all'interno del 'pianeta Grenchstom, chiamato anche Jeep, uno dei tanti “pianeti dimenticati” dei quali la letteratura fantastica ci ha raccontato le storie in innumerevoli romanzi, da Darkover a Iduna a Ragnarok'".
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mercoledì 20 febbraio 2008

Panta rei

È fatta! Oggi ho parlato col Webmaster ed ho dato le dimissioni da admin Fantasy di Uraniamania. Decisione sofferta quanto mai, ma che era ormai improrogabile. Da mesi non mettevo le mani sul database, tutte le ultime variazioni tecniche erano praticamente turco per me, a chi mi chiedeva informazioni non sapevo cosa rispondere e così...
La mia avventura su Uraniamania è stata meravigliosa, e lo è ancora anche se per sopraggiunti impegni mi devo staccare un po'. Restano gli amici, quelli non li lascio.
ecco il comunicato* che ho messo in Uraniamania.
*dal 21 marzo 2008 il sito in questione è blindato e non accessibile ai non iscritti.

martedì 12 febbraio 2008

La mosca urlante di Urania Horror


L’Horror di febbraio parla italiano! È appena uscito in edicola Urania Horror n. 1, il primo del 2008 e primo di quella che sembra essere una collana nuova di zecca che propone uno scrittore di casa nostra,Gianfranco Nerozzi, con la sua Cry-Fly Trilogy...


sabato 9 febbraio 2008

Mi sono accorta adesso che mancavano un po' di schede Urania e cercando a ritroso li ho inseriti al rovescio... le uscite più vecchie sono all'inizio del blog. Sicuramente si possono richiedere alla Mondadori se in edicola non ci sono più, vedrò di aggiornare con sollecitudine in seguito.

La fine dell'evoluzione

L’Agente di Morte Selene, una vampira e Michel Corvin, un umano trasformato in ibrido tra Vampiro e Lycan sono diventati preda sia dei Lupi Mannari che dei Vampiri dopo che la ragazza ha ucciso Viktor capo della Casata...

Il levriero dei cieli ancora vola

“A misura che la massa si avvicina a un valore infinito il tempo si avvicina a zero”. Il Levriero, familiarmente chiamato La Pulce Ammaestrata dalla ciurma, sfiora la velocità della luce, quindi il tempo-nave si contrae e...

I protomorfi

Su Urania torna Joe Haldeman. I Protomorfi (Camouflage, 2004), il romanzo in uscita in gennaio, ha vinto il Premio Nebula nel 2005 ed è la storia dell'incontro fra...

Il clone esce dalle fogne

Alle 00,51 il clone è grande quanto un granello di sabbia, dopo un’ora la massa gelatinosa e verdognola ha riempito la cavità dove è nato e alla ricerca di nutrimento inizia ad espandersi in tutte le direzioni. Alle sette e mezzo di mattina una casalinga di Chicago mentre sta lavando le stoviglie della colazione...

La Magia come Scienza esatta?

Immaginate un mondo parallelo dove la storia è diversa, dove a un certo punto a un bivio nel passato le strade si sono divise. È un mondo dove la magia esiste ma non è altro che una branca della scienza, un mondo dove tutto è diverso ma...

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giovedì 31 gennaio 2008

Alieni buoni, alieni cattivi

Chissà perché 'The Changing" è stato tradotto 'Uomo Finto'? Alla fine questo Uomo Finto, questo alieno, che io avrei chiamato Mutaforma, è più vero di tanti uomini. Per il suo io in tutto il romanzo è un continuo imparare dagli sbagli, cambiare in meglio, crescere emotivamente. È un essere che pencola tra il sentirsi uomo ed il sentirsi donna e che alla fine riesce a trovare il punto sul quale fermarsi e fissa la sua forma per amore. Perché negli anni nei quali ha assunto la forma umana ha imparato ad amare. Ha imparato attraverso la sofferenza, la guerra, il contatto con gli esseri umani ad essere una persona. L'altro alieno, quello cattivo invece, è totalmente malvagio, nelle centinaia di anni in cui è vissuto ha raffinato la sua capacità di fare del male, vive solo per fare del male, stolidamente, senza una ragione se non il piacere che prova ad infliggere sofferenza. L'unico 'piatto' è l'umano un semplice uomo qualunque che naviga con tranquillità nel calmo mare delle abitudini, del lavoro, delle amicizie epidermiche. Uomo qualunque che si riscatta alla fine del romanzo prendendo una decisione che sconvolgerà la sua vita completamente. Il romanzo è ben costruito, di lettura veloce e con una trama avvincente, cala di tono solo quando descrive le nefandezze del 'cattivo', che in verità hanno un'evidenza minore delle vicende del Finto Uomo o della storia di Russell. Il finale del romanzo per una donna romantica come me è bellissimo.
I protomorfi (Camouflage, 2004) di Joe Haldeman, Urania 1530, pagg 276

Una sorpresa!

Ho sempre evitato come la peste Egan, qualcuno mi aveva avvisato che è 'difficile', per la verità ho preso in mano Axiomatic (Urania 1470) e La scala di Shild (Urania 1490) ma mi sono fermata alla quarta di copertina certa che non mi sarebbe piaciuto. Poi in Fiera il mese scorso il Curatore di Odissea me ne ha parlato bene e... insomma mi è venuta voglia di misurarmi con questo autore 'difficile' visto che oltretutto il romanzo non è lunghissimo. Ebbene ho avuto una gradita sorpresa con Oceanic! La storia è ben ambientata in un mondo che ti si svela poco a poco, in un tempo senza tempo dove tutto è permeato dalla religiosità, dal misticismo, e dove le religioni esistenti si tollerano e in certo modo si fondono. È il percorso di un giovane fulminato da ragazzino da un evento che lo rende, da tiepido a fervente credente di una 'Chiesa' che ha elaborato una dottrina fondata su una 'rivelazione'. Col passare degli anni e con la maturità Martin che ha intanto intrapreso studi di biologia scopre una verità sconcertante che cambierà totalmente il suo modo di pensare e di vivere. Egan affronta il tema della fede, della religiosità con tocco lieve, senza enfasi, portandoci per mano attraverso il cammino di un anima verso la conoscenza. Insomma un Egan veramente da leggere.
Oceanic (Oceanic, 1996) di Greg Egan, Odissea Fantascienza n. 6, pagg 123

Il Matrimonio dell'Uomo del tempo

E di seguito, stuzzicata dall'Uomo del tempo questa Festa d'inverno a Barrayar, altro bel romanzo della Bujold. Naturalmente non avendo letto gli altri del ciclo - questo è uno degli ultimi - ho inciampato in una miriade di riferimenti ad avvenimenti passati, solo accennati per la verità ma che ti fanno sentire la mancanza di 'qualcosa'. Stavolta il protagonista è l'armiere Roic, giovane provincialotto e il sergente Taura che nonostante sia geneticamente modificata e trasformata in una macchina da guerra riesce ad essere personaggio affascinante e sfaccettato. Storia quasi gialla, senza cadaveri ma quasi e con una sola pecca (per me che non ho letto i romanzi precedenti): una lista di nomi degli invitati al matrimonio quasi interminabile. Be', non proprio una mera lista c'è un po' di descrizione, quasi come fosse il pettegolezzo di una loro vecchia amica che spiega chi sono gli invitati ad una giovane che ha appena debuttato. Lettura piacevole e veloce quindi questo
Festa d'inverno a Barrayar di Lois McMaster Bujold (Winterfair Gifts, 2003), Odissea Fantascienza n. 5 - pagg 125

martedì 15 gennaio 2008

L'uomo del tempo

Non conoscevo nulla del ciclo di Vorkosigan, anche se ne avevo sentito parlare da lettori entusiasti. Ora che ho letto questo romanzo anche io ho voglia di leggere il resto dei romanzi che lo compongono. La storia è quella di un ragazzo, un cadetto appena uscito dall’accademia, che deve imparare la difficile arte del comando e deve impararla ubbidendo. Ma si deve sempre ubbidire ciecamente? Questo è la prova alla quale Miles verrà sottoposto alla fine del suo tirocinio. L’eroe di questo romanzo non è un aitante, biondo, affascinante giovane ufficiale bensì un ragazzo con handicapp motori ma di grande carisma e intelligenza doti con le quali riesce a superare le difficoltà che gli si presentano. Insomma il racconto di una crescita, di una maturazione da ragazzo in uomo, con una solida ambientazione fantascientifica e descrizioni accattivanti dell’ avamposto in mezzo ai ghiacci dove viene assegnato temporaneamente. Un po’ sopra le righe la presentazione di alcuni caratteri che sembrano forzati e poco probabili e, in mezzo a diversi refusi ci sono brani che danno la sensazione di essere slegati dalla narrazione precedente, una sorta di ‘inciampo’ nella lettura che da liscia e oleata all’improvviso quasi si blocca, insomma quello che si prova quando distratti da altro veniamo sbalzati in avanti alla fine della scala mobile. Ciò nonostante il racconto è molto scorrevole e interessanteal punto di farmi desiderare di leggere tutti gli altri romanzi del ciclo.

Miles Vorkosigan. L’uomo del tempo (Wheatherman, 1990) di Lois McMaster Bujold, Odissea n. 18, pagg 124

Un'insidia da evitare.

E per questo due parole bastano e avanzano. Il suo maggior pregio è di essere breve, non breve come i due precedenti -150 pagine scritte con carattere più piccolo ma abbastanza da non addormentarcisi sopra per giorni. Per la verità ci ho messo qualche giorno a finirlo ma ci sono riuscita. Storia insulsa che non lascia traccia, ambientazione improbabile e finale ignobile. I protagonisti, uno specialmente, sembrano usciti da un vaudeville, guitti di mezza tacca. Non ho trovato assolutamente nessuno stimolo, nessuna curiosità nessun piacere nella lettura. Sì, è vero ho letto di peggio però dopo l’inizio veramente ottimo con i tre precedentemente commentati e dopo aver chiuso il 2007 in bellezza con Clone questo mi ha riportato a livelli di insofferenza per le storie mediocri o meno che buone. Eppure Pohl mi piaceva…
L’insidia del Glotch (Slave Ship, 1957) di Frederik Pohl, Odissea 14, pagg. 152

domenica 13 gennaio 2008

il fratello minore di Mindscan

Se non avessi letto Mindscan qualche tempo fa questo Furto di identità mi sarebbe piaciuto molto ma molto di più, a leggerlo adesso ha perso un po' di freschezza, di novità. Il tema è praticamente lo stesso di Mindscan il trasferimento della identità, dell'intima essenza di una persona in un corpo artificiale, l'ambientazione è su Marte piuttosto che sulla Luna e la trama è quella di un poliziesco. I 'topoi' del giallo alla Hammett ci sono tutti: l'investigatore privato da "100 dollari al giorno più le spese", il commissario che gli fa da spalla, la bellona piena di grana, una trama scoppiettante con ribaltamenti e colpi di scena e naturalmente la vittima. Insomma una storiella ben confezionata che, senza porre problemi metafisici come il fratello maggiore riesce a divertire e a far passare un paio di ore rilassanti.
Furto di identità di Robert J. Sawyer, Odissea n. 12, pagg. 126

Quasi un Fantaluna

Ebbene sì, questo romanzo della Asaro potrebbe benissimo essere stato pubblicato nei Fantaluna, la parte romantica è preponderante rispetto a quella scientifica che pure esiste ed è la struttura portante della storia. Confesso che la storia d'amore mi ha preso molto più della parte descrittiva e dell'ambientazione. La Asaro con una buona tecnica rappresenta una razza semi-aliena, gli abitanti di Cefeo infatti sono la mutazione geneticamente controllata secoli prima di esseri umani, riesce a rendere credibile Ghar Ko, ambasciatore del pianeta presso i terrestri e molto umana e femminile la protagonista Jess, comandante di astronave e unica persona capace di riuscire a gettare un 'ponte sull'abisso' che separa le due civiltà. Il romanzo è esattamente della giusta lunghezza, l'autrice non si fa prendere la mano dalla storia e non c'è una sola riga inutile. Ogni fatto, ogni accadimento è assolutamente necessario per la comprensione dei fatti e le spiegazioni scientifiche sono adeguate e non noiose o incomprensibili per chi come me è a digiuno di tali discipline. Infine ricordo che questo romanzo si inserisce nel disegno della Asaro di un grande 'ciclo dell' Impero Skoliano'.

Un ponte sull'abisso di Catherine Asaro, Odissea n. 10, pagg. 115

venerdì 11 gennaio 2008

Via alle letture del 2008!


Il 2008 è iniziato con la lettura de “Il linguaggio segreto” un breve romanzo da poco più di cento pagine scritte anche in caratteri grandi. Storia intrigante e ben costruita che però per i miei gusti è troppo corta. Vero è che la trama non lascia fili penzolanti e tutto il tessuto della storia è praticamente perfetto nonostante ciò mi ha lasciato con la voglia di continuare a leggere. In breve: una spedizione terrestre di ‘primo contatto’ sta studiando un pianeta da poco scoperto abitato da extraterrestri. La xenolinguista Toni Donato mentre è alle prese con la redazione di una grammatica e un dizionario della lingua parlata dagli autoctoni, lingua usata sia dagli uomini che dalle donne, scopre che queste ultime tra di loro comunicano in maniera che gli uomini non possano intenderle. A prima vista questo ‘linguaggio segreto’ sembra essere stato inventato dalle donne perché parte sottomessa e oppressa di una società maschilista, ma Toni alla fine riuscirà a scoprire la sua chiave di interpretazione e a permettere agli studiosi della spedizione di comprendere una civiltà definitivamente aliena dove non tutto quello che sembra è e dove quello che è nascosto è la vera essenza della società. Particolarmente gustosa è la ‘favola’ che tradotta con la sensibilità maschile risulta avere un significato mentre tradotta da Toni svela in pieno il segreto di Christmas, il pianeta del linguaggio segreto.

Il linguaggio segreto di Ruth Nestvold, Odissea n. 13, pagg. 117

giovedì 3 gennaio 2008

Il Premio Urania 2007

Quando si hanno alte aspettative non ci si accontenta di meno che dell’ottimo, poi se si ha solo il buono o il discreto si è portati a considerarlo mediocre o insufficiente. Prima di aver commentato un libro non leggo mai i commenti degli altri lettori ma questa volta ho seguito con attenzione tutte le discussioni nelle quali si è parlato di questo romanzo e sono rimasta sorpresa dalla diversità delle opinioni espresse dagli utenti dei due forum che frequento. Uraniamania è un sito di collezionisti è vero ma ciò non toglie che i suoi iscritti siano attenti lettori, e per la gran parte lettori assidui di Urania. Il giudizio espresso da loro si può definire meno che tiepido, in una media aritmetica non raggiunge la sufficienza e il maggior difetto che rilevano è lo stile troppo ‘barocco’ e le citazioni troppo insistite. Il Tenforward è un forum di lettori ad ampio raggio e scelte mirate, qui non si comprano ‘collane’ ma si scelgono autori e titoli selezionando secondo i propri gusti quindi chi ha comprato il libro l’ha fatto consapevole di leggere un romanzo connettivista, noir post-cyberpunk e nei giudizi è stato più che generoso. Il fatto che l’autore sia ben conosciuto in uno dei siti e poco presente nell’altro forse mette in moto un fattore ‘amicizia’ del quale in ogni caso si deve tener conto. Anche io ho aspettato e aspettato prima di scrivere qualcosa sul romanzo; in effetti non avevo proprio intenzione di scrivere alcunché, ma sono stata sollecitata da più parti ad esprimermi. Il genere non mi piace, non ho mai digerito Gibson e compagnia, tranne poche eccezioni, un paio credo, mi sono sempre annoiata a morte col cyberpunk che mi fa l’effetto di un sonnifero dimenticando in fretta quello che leggevo anche dopo poche ore. Veniamo al romanzo. Buona ed intrigante l’idea di base la trama resta ingarbugliata, almeno un personaggio chiave è presentato alla fine e non abbastanza delineato da essere rappresentativo. Il ritmo è lento e soporifero c’è poca azione e molte chiacchiere le citazioni tante e per chi non è un appassionato anche incomprensibili, chi dei lettori avrà compreso ‘sviccata’ per esempio? Insomma una sorta di ‘lessico familiare’ degli addetti, ma ricordiamoci che non tutti hanno letto Dick o sono stati alle Convention di fantascienza. Lo stile stesso del romanzo definito da alcuni ‘barocco’ sarebbe ottimo se solo evitasse alcune enfatizzationi e termini assolutamente desueti, la ricchezza della lingua non è una pecca ma un valore aggiunto se non eccede. Degli ‘interludi’ ho letto con interesse soltanto quello che parlava della Cabala, le spiegazioni tecniche, troppo tecniche, le ho spiluccate annoiata, ma questa è una mia limitazione di certo un lettore colto le avrà gradite. Per finire devo confessare che arrivata ad una decina di pagine dalla fine del romanzo mi sono addormentata e in seguito non avendo nessuna curiosità di sapere come andava a finire ho letto gli ultimi brani dopo un paio di giorni. Non ho consigli per l’autore, non mi reputo tanto competente da emettere giudizi e dare indicazioni, ho soltanto raccontato le mie sensazioni, le mie opinioni sul suo lavoro che di certo non ha bisogno di un mio parere favorevole per volare alto. Un’ultima parola sulla scelta della giuria che ha attribuito a quest’opera il Premio Urania 2007: a mio parere negli ultimi due anni i giurati hanno scelto romanzi che non hanno suscitato un consenso unanime tra i lettori; certo è difficile scegliere e indovinare gli umori di chi poi comprerà e leggerà e naturalmente ogni selezionatore e ogni giurato sceglie in base ai propri gusti ma forse un ampliamento o rinnovamento sarebbe opportuno.

Sezione Pi Quadro di Giovanni De Matteo, Urania 1528

martedì 1 gennaio 2008

Gli uomini di Simmons

Ancora un avanzo del 2007...

Altro autore che non mi piace eccessivamente. Ho letto Hyperion e mi ha lasciato un vago senso di noia, la caduta ed Endymion invece me li sono proprio dimenticati segno che non mi hanno dato nulla ma potrebbe dipendere dall’età e dalla memoria colabrodo. Bene, dicevo che non amo Simmons e quindi son partita guardinga e sospettosa ma alla fine del romanzo non posso che dar un giudizio positivo, non eccelso ma un discreto ci sta. La pecca più grossa è alla fine: una pagina inutile, superflua, che non lega col resto, meno male che è soltanto l’ultima pagina. Il romanzo prende il titolo dalla omonima poesia di Eliot e tra le altre una citazione molto carina è quella alla fine romanzo dove viene addirittura raccontato un pezzo di La tigre della notte di Bester, per spiegare la teoria sulla quale si basa la storia di Gail e Jeremy! Storia di amore, di telepatia, di perdita e ritrovamento con una parte assolutamente incomprensible per me con equazioni e amenità del genere che ho saltato senza sentirmi in colpa. Per la verità Simmons, vecchio volpone fa discutere le teorie da Jeremy e da Jacob presente Gail che non capiva un piffero esattamente come me e alla quale veniva spiegato in parole comprensibili il succo della faccenda. Parole comprensibili? Beh non ci ho nemmeno provato a comprendere… A tratti il ritmo è veloce a tratti annoia con spiegazioni e teorie, una parte della storia, il periodo passato alla fattoria di Miz Morgan, sembra essere un di più non necessario e messo lì per allungare il brodo ma come racconto noir o horror sarebbe perfetto. Insomma tuto il libro pencola tra l’appassionante e il noioso riuscendo però a farsi leggere senza eccessiva fatica

Gli uomini vuoti
(The Hollow Men, 1992) di Dan Simmons – Urania 1529

Diluvio di fuoco

Anche questo è stato letto nel 2007, il 29 dicembre per la precisione
Il prossimo Urania Collezione sarà Diluvio di fuoco di René Barjavel, romanzo già pubblicato in Urania, Classicidi di Urania e Libra, e per documentarmi un po’ ho tirato fuori dallo scatolone dei CUR l’edizione 1998. Avevo intenzione di leggiucchiare qua e là, tanto per farmi un’idea della trama e poterne parlare nella scheda per il Corriere della Fantascienza ma già alle prime pagine mi ritrovo treni ad altissima velocità, vaporizzatori molecolari nei luoghi pubblici e nelle strade che spandevano ossigeno e profumi, sipari d’onde filtranti per ombreggiare, autobar automobili a sospensione aerea… a questo punto vado a guardare la data della prima edizione e resto basita: 1943! E Barjavel non si limita a questo, è un fuoco d’artificio continuo di idee, di nuove invenzioni, dalla tv olografica all’aereo di famiglia, dai cibi sintetizzati al ‘plastic’ materiale industruttibile e multiuso per finire con la cosa più strana che abbia mai letto i ‘conservatori’ dove i corpi dei morti ridotti in dimensioni, refrigerati e chiusi in stanze dalle pareti di vetro condividevano le case dei vivi. Certo nel ’43 c’erano le premesse per immaginare gran parte delle cose che Barjavel ha poi descritto ma dopotutto non era uno scienziato ma un giornalista. Diluvio di fuoco è un catastrofico doc, nella trama ricorda Morte dell’erba (1967) di John Christopher: la rottura della “normalità” a causa di una catastrofe planetaria la presa di coscienza del protagonista che diventa leader di un gruppo e che attraverso mille difficoltà riesce a portarlo in salvo ed a ricostruire una sorta di civiltà. Il romanzo, mai dimenticare che è stato scritto in Francia nel 1943, è venato tutto di un maschilismo mai troppo sbandierato ma evidente, e da una violenza estrema che anche questa passa quasi inosservata nella frenesia degli avvenimenti. Alla fine poi, nelle pagine dell’epilogo si manifesta il luddismo di Barjavel in tutta la sua interezza, per l’autore il progresso, la tecnica, tutte le meravigliose invenzioni che ha immaginato realizzate nel 2050, anno inel quale si svolge la storia, saranno la causa della rovina dell’uomo. Il romanzo chiude con un primo minuscolo atto di speranza.

Diluvio di fuoco (Ravage, 1943) Classici Urania 254

Una rosa molto fantascientifica

Ho chiuso l'anno ieri notte con le ultime pagine della Rosa quantica della Asaro. Il romanzo ha un buon ritmo nella parte ambientata su Argali, tanto che mi ha tenuta sveglia fino a notte per le prime 300 pagine (ho iniziato il 28 ma nel frattempo ho letto anche Diluvio di fuoco di cui parlerò in seguito) e diventa più lento, a tratti noiosetto nella parte finale quando la storia si ingarbuglia con la presentazione di diversi nuovi personaggi e dinamiche un filo complicate. La storia sembra essere una bella storia d'amore contrastato naturalmente in una solida cornice fantascientifica con uno spruzzo di space opera, venata di Ghandismo, insomma una lettura piacevole nel complesso, sufficientemente rapida e appagante. Poi c'è, in appendice, un saggio dell'autrice, non trovo altra parola per definirlo, che spiega come La rosa quantica sia tutta una metafora, la trama è rigida, fissa, non si parla di Vyrl e Kamoj e Jax ma di particelle quantiche, delle loro interazioni, tant'è che ogni capitolo ha un titolo che per me, ignorante di fisica restava strano ed enigmatico: capitolo I, Primo canale di diffusione; capitolo II, Onda in arrivo ecc ecc... Insomma una lezione sulla teoria dei quanti travestita da romanzo! Confesso che non sono riuscita a leggere tutto il saggio, ho spigolato qua e là ma credo che farà la gioia di un lettore informato e curioso. A me il piacere di una storia ben scritta e piacevole ad altri quello di scoprire cosa c'è sotto la metafora. Due parole ancora per le ambientazioni; mentre il pianeta Argali risulta 'normale' e le sue peculiarità - il giorno di sessanta ore, le squame che ricoprono piante e animali - non destano sorpresa; Lyshiriol, il mondo di Vryl, con i suoi due soli, le sue due lune, le nevi color lavanda e le foreste di bolle di vetro colorato è un posto di sogno alieno e allo stesso tempo familiare. Sfaccettati i tre protagonisti e ben delineati anche i comprimari, nessun cattivo è assolutamente cattivo e nessun eroe è assolutamente eroe.

La Rosa quantica (The Quantum Rose, 2000) di Catherine Asaro - Nuova Galassia n. 2 Armenia