venerdì 26 ottobre 2007

26 ottobre 2007

E sono 55! Quando ci penso mi stupisco di come gli anni siano volati, specialmente gli ultimi. Stamattina ho ricevuto in regalo un poema, due racconti e un video di auguri e poi telefonate, post di auguri su Uraniamania, auguri in chat dai miei amici e anche un sms.. stasera, forse, farò un bilancio..

giovedì 25 ottobre 2007

Il vino della violenza...


L’ennesimo pianeta perduto questo dal dolce nome femminile “Carlotta”, un pianeta fantasma, ipotizzato e rarissimamente osservato sul quale l’astronave Darwin, diretta al suo gemello Nuterra, tenta un atterraggio di fortuna All’equipaggio del Darwin si presenta un mondo in parte abitato da cannibali in parte civilizzato secoli prima da coloni diretti su Nuterra ma naufragati anch’essi. I due protagonisti del romanzo Francis e Burne sfuggiti ai cannibali che si nutrono dei cervelli delle proprie vittime trovano rifugio a Quetzalia, paese circondato da un alto e spesso muro e difeso da un fossato nel quale scorre una sostanza corrosiva e misteriosa. Ben presto si accorgono che l’utopia di Quetzalia nasconde uno sconvolgente mistero. Gli abitanti sono pacifici e rifuggono la violenza ma solo perché hanno elaborato una religione e trovato il sistema di sublimare i propri istinti violenti. I due naufraghi, ognuno nella maniera che gli è più consona cercano di cambiare gli abitanti di Quetzalia, lo spunto, la scusa, è di rimettere in funzione l’astronave, incagliata nelle terre dei mangiacervelli e tornare su Nuterra ma alla fin fine quello che vogliono è cancellare la religione del Paese, sostituirla con il loro credo, imporre le proprie idee. Francis e Burne sono in maniera diversa due integralisti, due persone che rifiutano a priori le ragioni degli altri. Quando scoprono su cosa è fondata la religione dei Quetzaliani e cos’è la sostanza che ribolle nel fossato che li separa dai selvaggi cercano, e trovano il sistema per far tornare l’aggressività e la violenza, sia pur temporaneamente, negli uomini, al solo scopo di spazzare via gli insediamenti dei mangiacervelli. Naturalmente non tutto va come i due nuterriani si aspettano, specie se ci si mette di mezzo l’amore per una donna che vuole a sua volta ‘convertire’ alla propria religione il suo innamorato. Il tema religioso è fortemente presente in questo libro di Morrow, dove lo spirito missionario di Francis e Burne si scontra con una società che avendo rifiutato la violenza da secoli ed incanalato le pulsioni aggressive in una sorta di “contenitore di odio” trovano estremamente difficile opporsi alla loro volontà. La condanna verso chi si propone come missionario e vuole a tutti i costi convertire alle proprie idee chi ha invece una propria etica, una propria religione - giusta o sbagliata che sia - è abbastanza chiara e decisa. Un romanzo piacevole da leggere, con la giusta dose di avventura, di fantascienza e anche di filosofia, caratteri ben delineati e personaggi che nonostante tutto si fanno amare. Il titolo originale “The Vine of Violence”, che riprende un versetto della Bibbia (Proverbi, 4,17) è molto evocativo e meritava di essere lasciato in inglese. Una nota a parte per la stupenda, bellissima immagine di Brambilla in copertina, peccato solo che il formato non renda giustizia all’opera.

Gli orrori di Quetzalia di James Morrow, Urania 1527 (The Wine of Violence, 1981)

Concorso per illustratori di fantascienza

La Fanzine FONDAZIONE bandisce un concorso, aperto a tutti, per illustratori di fantascienza


"È bandito il Concorso Immagini di Fantascienza, arrivato alla quinta edizione aperto a tutti e riservato ad opere grafiche inedite di fantascienza".
La Fanzine Fondazione, in amichevole collaborazione con URANIA, Uraniasat, Webtrekitalia, Kultunderground, Continuum, Centro Studi Agorà bandisce la quinta edizione del “ Concorso Immagini di Fantascienza”, riservato ad opere grafiche inedite di fantascienza che quest’anno dovranno essere ispirate al romanzo "Infect@" di Dario Tonani. Termine ultimo per la presentazione delle opere: 15 febbraio 2008, farà fede il timbro postale.
Notizie più precise su Uraniasat (il collegamento è su questo blog) dove troverete anche il bando.

Ahhhh se sapessi disegnare! inonderei la redazione di opere a matita, a china, a olio, nitro, acquarello, anche a mezzo punto!
Spero che i partecipanti siamo tanti e tanti, io al massimo per il "progetto Infect@" ho contribuito con qualche foto
qui .

Velvet Diluvio alias Red D@lia

Velvet diluvio, ovvero Red D@lia che è il titolo scelto dall'autore di questo racconto apparso in appendice ad Urania 1527, il numero del compleanno della collana. Tonani ci riporta nella Milano del futuro, sporca, unta, maleodorante; la città che è Milano ma è anche Roma, Napoli, Genova, una qualsiasi metropoli del mondo di Infect@. Di nuovo una umanità degratata al limite della dignità, disperati extracomunitari di terza o quarta generazione, ancora mal integrati e disperati uomini d'affari con portafogli gonfi alla ricerca di sensazioni forti, droghe e sesso border line. Ed in fondo alla scala i cartoon i veri, unici, sfruttati. Quei cartoon creati tramite l'assunzione di droga costretti a 'vivere' tra gli esseri umani, ad interagire con loro, mute vittime incolpevoli. Ma in Velvet diluvio, le parti si capovolgono e gli oppressi hanno la loro piccola rivincita: forse un inizio. Racconto ben calibrato che riprende le atmosfere di Infect@ senza essere ripetitivo, con poche pennellate l'autore ci descrive quattro personaggi, ognuno a suo modo protagonista della storia, ognuno ben definito e vivo. Finale molto brillante e in parte inaspettato. E cosa molto importante tutte le virgole al loro posto!

mercoledì 24 ottobre 2007

Lurulu

Lurulu
A volte i miti crollano. Certo non posso pretendere che uno scrittore produca sempre capolavori, né non considerare che la malattia, l’età (che è la peggiore delle malattie, quella senza speranza) l’esaurirsi delle idee siano la causa di tanti pessimi lavori, ma quando un autore che ho amato da anni, che amo rileggere spesso, mi propone un romanzo come “Lurulu” mi rendo conto che non era altro che un uomo. Ed anche una persona mal consigliata perché questo romanzo è assolutamente illeggibile in confronto alla sua produzione dei primi anni. “Lurulu” pubblicato nel 2004 da un ottantottenne Vance è la seconda parte di “Fuga nei mondi perduti” del 1998 (e non è che questo sia un capolavoro, ma perlomeno ha un minimo di dignità), li separano pochi anni ma un abisso di qualità.
Forse “Lurulu” doveva restare nel cassetto di Vance o in mente dei, sarebbe stato sicuramente meglio per la sua reputazione e per noi. E non parlo solo di portafoglio, ché tanto il Millemondi lo avrei comprato lo stesso, parlo dell’ ammirazione che provo - provavo - per lui, di delusione di... fregatura. Cosa resta del ‘vecchio’ Vance, cioè del Vance di quaranta/cinquanta anni fa, quello che ha creato i mondi del ciclo dei Principi Demoni, quello che ci ha guidato per le terre di Tschai? I mondi, appunto. Ma i mondi di Tany sono freddi, senza anima. Sterili descrizioni ad inizio capitolo, come già nel ciclo dei Principi ma poi quando si va a passeggiare per le strade, quando si entra nelle taverne e si incontra gente non si trovano che stereotipi figure vuote senza spessore. Anche Myron in questo secondo romanzo è poco caratterizzato, un po’ pirata un po’ bamboccio e i suoi comprimari, gli uomini dell’equipaggio ugualmente cercano di emergere dalla piattezza che li distingue ma senza esito. Solo il mago Moncrief, istrione e ciarlatano riesce ad essere un filo più interessante, basta che non parli… Ecco nei dialoghi “Lurulu” raggiunge l’apice della illeggibilità. Vance, per me, è morto leggendo da pagina 382 a pagina 389. Mi sono venute le lacrime dalla rabbia a vedere cosa ha scritto. Il romanzo ha tirato per un’altra quarantina di pagine lette per inerzia e purtroppo il finale è apert
o.
Myron Tany & i vandali dello spazio Millemondi 45

24 Ottobre 2007

Oggi un mio amico ha compiuto gli anni, come dice lui un passo in più verso il traguardo che si è prefisso: arrivare a cent'anni. Io gli auguro di superarli abbondantemente in buona salute e con la stessa voglia che ha adesso di sognare astronavi e pianeti perduti, guardare il firmamento con nostalgia e affetto, come si guarda qualcosa che ci appartiene ma è distante, gli auguro di continuare a trovare scritti nei libri i suoi sogni e i suoi desideri, di stupirsi e meravigliarsi per un tramonto o un arcobaleno, di portare a termine, se mai un termine ci può essere, il lavoro che ha scelto di fare. Buon compleanno Boss!
Doralys