venerdì 29 ottobre 2010
Un racconto di Guardiani
giovedì 30 settembre 2010
sabato 21 agosto 2010
...non
domenica 15 agosto 2010
...che
martedì 3 agosto 2010
...cosa
martedì 6 luglio 2010
qualc...
lunedì 5 luglio 2010
Qualcosa
giovedì 1 luglio 2010
qualcosa già terminata ma ancora non finita
giovedì 3 giugno 2010
qualcosa da terminare
qualcosa da terminare (tanto chi mai lo leggerà?)
Venerdì 1 giugno 1983
L'orologio appeso alla parete segna le 21:00, il turno è finito. Alys, la giovane inserviente dai lunghi capelli castani gli lancia un'occhiata poi toglie i guanti di gomma gialla e con un sospiro di sollievo [ si toglie gli auricolari del lettore CD che spegne e] toglie l'elastico che le legava la treccia, lo infila nella tascona del camice da lavoro e scrolla la testa per sciogliere le ciocche. Spingendo il carrello delle scope infila il corridoio diretta allo stanzino di servizio. - Venerdì... - pensa - pregustando già la dormita che si farà domattina.
Passando nota una porta socchiusa, una porta che a suo ricordo è sempre stata chiusa a chiave; accosta il carrello alla parete, la apre completamente ed entra, curiosissima di vedere cosa cela.
I soliti banconi di acciaio e plastica appoggiati alle pareti, la finestra con la grata, come tutte quelle dell'edificio Universitario che ospita i laboratori di fisica, e nel mezzo un grande apparecchio posato su una piattaforma rotonda leggermente rialzata. Alla luce che arriva dal corridoio vede cartacce appallottolate in terra e un vassoio di cartone di quelli della pizza rotto e unto che sporge fuori da un cestino di filo metallico. Con un sospiro Alys schiaccia l'interruttore della luce ed entra per svuotare il cestino nel grosso sacco della spazzatura che è appeso al suo carrello.
La strana macchina emette un leggero ronzio che avverte solo quando si avvicina e una scritta luminosa che lampeggia verde e ambra su un piccolo schermo che vi è incassato attira la sua curiosità. La ragazza sale sulla piattaforma per leggere la scritta e come vi poggia i piedi sente la piattaforma muoversi ondeggiando come una barca sul mare mosso.
Presa alla sprovvista perde l'equilibrio e per non cadere allunga il braccio e si aggrappa ad una specie di maniglia che sporge invitante. La piattaforma continua a tremare e ondeggiare, la nausea improvvisa le fa chiudere gli occhi - Oddio, il terremoto! - esclama impaurita.
Si tiene aggrappata alla maniglia come se ne andasse della sua vita per un tempo che le sembra eterno ma che in effetti duri pochi secondi. Quando il movimento bruscamente si ferma il contraccolpo la manda a sbattere contro una cassettiera di metallo facendola gemere per il dolore.
qualcosa da terminare
sempre venerdì ma quando?
L'urlo si affievolisce fino a divenire un gemito, l'uomo allenta la presa e la fa girare per guardarla in faccia. -Allora chi sei e come sei entrata? -le chiede mentre nota i suoi impauriti occhi nocciola e le labbra rosse e sensuali, senza un filo di trucco.Io... io... io lavoro qui – risponde tremante – c'è stato un terremoto poco fa e sono caduta e la stanza era... diversa - mentre parla si rende conto di dire assurdità, che il terremoto non c'è stato, che il corridoio non è lo stesso, le pareti hanno un colore diverso, il pavimento è diverso! Che non si trova dove era poco prima. - Un terremoto? Ma che stai dicendo? Cosa hai preso? - la guarda cercando segni rivelatori – Cos'era? Ti senti bene? - finalmente le lascia le braccia aspettando la sua risposta .Alys lo guarda sconvolta, l'uomo è pressappoco della sua età, intorno a trenta, dal viso ben curato e un fisico da schianto, gli occhi leggermente più piccoli del normale gli danno un'espressione indagatrice e penetrante – Non sono drogata, mi chiamo Alys e cinque minuti fa stavo spingendo il carrello delle scope nel corridoio del secondo piano dell'Istituto di Fisica qui... proprio qui dove sono ora – risponde tutto d'un fiato. - Allora, Alys, qui siamo nel corridoio del 'mio' studio – le dice calcando sulla parola 'mio' – al secondo piano del palazzo di uffici che è qui da... - si interrompe fulminato da un pensiero – vuoi dire che tu poco fa eri... ma aspetta una volta questo era un edificio universitario. - aggrotta la fronte cercando di ricordare – forse venticinque o trenta anni fa... poi, non so, ci fu un incidente e il palazzo rimase vuoto per anni fino a che fu fatto un restauro e affittato a privati. Io sono qui da sei anni. - la guarda con sospetto – e come l'hai inventata questa storiella improbabile? Se fossi venuta per rubare non avresti trovato nemmeno un euro... solo cartacce. - Alys sbianca, la testa le gira, non sa più cosa fare, cosa dire, non sa più nulla – con voce flebile snocciola – Io - non sono – drogata. Non sono una ladra. Sono la donna delle pulizie, mi chiamo Alys e oggi è venerdì primo giugno... - Tre giugno – la corregge con la forza dell'abitudine l'uomo - ...1983. - No bella, 2010. Siamo nel 2010!
Adesso smettiamola di giocare, bella, dammi un documento – le dice prendendola per il braccio mentre infila l'altra mano in tasca per tirare fuori il cellulare. Ancora incredula e sconvolta Alys, senza nemmeno la forza di divincolarsi dalla stretta, sbottona il camice e dalla tasca dei 501 estrae un portadocumenti di pelle marrone che apre mostrando all'uomo la sua patente. Nella foto c'è lei, i capelli sciolti un dolce sorriso e lo sguardo perso chissà dove; l'uomo guarda la foto poi scorre rapidamente il documento fino i a trovare le date, legge a voce alta : – data di nascita 26/10/1952... 1952! - urla – non è possibile! Non sei tu questa! - Poi l'afferra, controlla ancora, la rigira tra le mani, sembra autentica, legge di nuovo: Alys Brin... - alza gli occhi e la guarda - sei tu? - Si, sono io -risponde con voce atona. -...rilasciata 2 febbraio 1980. Firme, timbri, bolli... non ci credo, non ci posso credere. Ma che diavolo ci facevi in quei laboratori? Cosa è successo? - Alys lo guarda con occhi vuoti – Non lo so, non so nulla dimmi tu dove sono e... - deglutisce - ...quando sono. - Sei dove eri prima, credo. Ma trenta, no ventotto anni dopo. Oggi è il 3 giugno 2010, mercoledì. E questo è il mio ufficio; sono Max, Massimo e sono architetto.
martedì 25 maggio 2010
Il Sogno
Alys sogna. Sogna di essere sveglia.
Sono giochi e risate per tutto il pomeriggio, prima tutti e tre insieme poi restano loro, Alys e il moretto, l'altro sta giocando alla guerra e a volte passa loro vicino e li guarda con occhi severi. Quando il sole è ormai basso il suo compagno lascia la sua manina distratto da un ragazzino che si è avvicinato petulante e insistente e dopo un attimo di indecisione le volta le spalle e inizia a bisbigliare e ridere con lui. Alys lo tira per la manica ma lui non se ne accorge e si incammina col nuovo venuto abbandonandola sola nel parco ormai quasi deserto. Quando i due sono ormai fuori vista Alys si riscuote e lancia un urlo poi scoppia in un pianto disperato. Il suono le risuona nelle orecchie alto e lacerante ma non è più lei ad urlare...
Il segnale di allarme è suonato alto nel silenzio della sala di controllo, un addetto fa cadere la matita sullo schema di parole crociate che stava cercando di risolvere e controllato il monitor preme un pulsante. Il silenzio torna pesante, rotto solo dai passi dell'addetto che si dirige verso il cubicolo alla cui porta il led lampeggia di un rosso acceso. Apre la porta e accende la luce, un chiarore azzurrino si diffonde nel piccolo spazio, mostrando la figura di una donna che si agita spasmodicamente nel lettino. Con attenzione le toglie il casco di plastica e metallo che le copre il capo, il volto è arrossato e sudato, gli occhi ancora chiusi sono gonfi di lacrime, lentamente la donna li apre e mette a fuoco l'inserviente.
- Se il sogno non è stato di suo gradimento può riempire il modulo 4A per sporgere formale reclamo alla Direzione per ottenere un rimborso – le comunica con aria annoiata; poi abbassando la voce - ma non glielo consiglio ci vorranno dei mesi e dovranno vedere la registrazione del suo sogno e in certi casi... mi capisce signora... non è il caso di rendere pubbliche certe fantasie... - le dice con aria complice e ammiccante.
Alys si alza a sedere a fatica, i muscoli le fanno male per le ore passate sullo scomodo lettino, la testa è pesante e gli occhi arrossati e umidi; fa un cenno di diniego con il capo all'addetto e con i movimenti lenti e misurati dovuti all'età si mette in piedi e appoggiatasi pesantemente al suo bastone esce dallo stanzino e si incammina faticosamente verso l'uscita della Fabbrica dei Sogni.
martedì 18 maggio 2010
A casa!
giovedì 13 maggio 2010
A Senigallia!
lunedì 19 aprile 2010
Fantasmi di Natale (2009)
Fantasmi di Natale si compone di 10 pagine e i racconti sono:
Il telefonino maledetto di A. Bellomi
Il fantasma del lago di A. Petruzzelli
Tentacoli neri nel cielo di Arese di A. Belomi (scritto appositamente e con Alessandro come protagonista)
giovedì 8 aprile 2010
Ciao Doralys,
ecco l'invito alla festa di apertura della libreria MANGIAPAROLE, gestita da Edizioni Progetto Cultura, che mettiamo a disposizione di tutti i nostri amici e di tutti gli appassionati di lettura e scrittura.
Confidando di averti fra noi, ti salutiamo caramente
Domenica 18 aprile 2010 dalle ore 17,00 Edizioni Progetto Cultura con amici, autori, conoscenti, giornalisti e personaggi di romanzi festeggia l'apertura della libreria caffè letterario Mangiaparole
Via Manlio Capitolino 7/9 - 00181 Roma (metro Furio Camillo)
lunedì 8 febbraio 2010
E-Doll
E-DOLL
Recentemente ho conosciuto Francesco Verso e proprio mentre ero nel bel mezzo della lettura del suo romanzo. L'occasione me l'ha data la fiera della piccola editoria di Roma, Più libri, più liberi, dove da un paio di anni gestisco lo stand della Delos Book. Quel pomeriggio eravamo rilassati a chiacchierare, Lanfranco Fabriani ed io, quando s'è presentato Francesco che col suo bel cartellino da operatore professionale con tanto di nome e cognome non poteva passare inosservato. Verso è un tipo che attira immediatamente, affabile e interessante, dopo le presentazioni ci siamo messi a parlare e la conversazione è continuata nei successivi pomeriggi. Abbiamo parlato di tutto un po', ovviamente sempre restando nella sfera libri-fantascienza-internet e ovviamente molto di E-Doll. Devo confessare che prima di iniziare la lettura del romanzo avevo evitato di leggere i commenti nei vari forum anche se sapevo che il romanzo stava suscitando molte polemiche. Neanche dopo averlo terminato ho letto le discussioni, volevo prima scrivere il mio commentino, poi vedrò cosa ne pensano gli altri. Prima di tutto voglio affermare che il romanzo mi è piaciuto. Riassumo brevemente la trama: la storia parte con il ritrovamento di un cadavere, un essere che ad un primo frettoloso esame sembra essere una squillo di alto bordo e che si rivela un E-Doll; non una persona umana nel senso comune del termine ma una sorta di avatar di un uomo. Uomo, donna, androgino, l' E-Doll è tutto questo, a seconda dei desideri di chi lo compra o lo affitta per un periodo di tempo. E quanto al suo scopo... il suo scopo è quello di sorridere, di permettere al suo temporaneo partner di vivere le proprie fantasie senza conseguenze perché un E-Doll non può morire veramente. Ad ogni piccola morte il suo corpo meccanico viene 'vivificato', la sua mente risvegliata e può continuare a vivere la sua pseudo vita al servizio degli umani. Ma questo particolare E-Doll non potrà più tornare a vivere perché i suoi componenti più importanti sono stati volutamente distrutti. Il compito dell'ispettore Gankin è quello di risolvere il mistero di un omicidio che si rivelerà solo la punta di un iceberg. Ecco quindi uno dei protagonisti, il poliziotto. Coinvolto anche emotivamente in quanto fruitore dei servizi degli/delle E-Doll e forse anche un po' innamorato di una di esse. Con uno stacco l'autore ci porta poi a conoscere un altro personaggio chiave: Maya, adolescente inquieta e ribelle che adora queste bambole di carne che vede passeggiare per le vie, bellissime e perfette, al punto di voler essere come loro. Nel suo 'cercare' la ragazzina incontra Angel, dal sorriso perfetto, a volte femmina, a volte maschio che la prende sotto la sua protezione nella convinzione che lei sia un modello perfezionato e non ancora in commercio da educare e instradare al lavoro.
Per non spoilerare troppo mi fermo qui, non voglio togliere a nessuno il gusto di arrivare a scoprire... l'assassino. Per le voci che mi sono arrivate mi è sembrato di capire che le polemiche sul romanzo siano nate dalla parte esplicitamente sessuale e bdsm. Già, una consistente porzione di E-Doll parla delle performances sessuali della ragazzina e dei suoi idoli. Certo su un Urania non s'era mai letta una cosa del genere! Devo dire che Altieri e Lippi sono stati coraggiosi a premiare Verso e a pubblicarlo proprio in Urania. Però, a mio parere, il tema è stato affrontato con delicatezza, non l'ho trovato mai volgare o fastidioso, la sola sensazione che ho avuto è stata di sorpresa, tutto lì. Sì, vero che può sconvolgere leggere di una ragazzina adolescente che si presta a giochi erotici con compagni di scuola e professori, che si tagliuzza la carne e si procura lividi per sentirsi viva. Può infastidire leggere di bambole di carne che si fanno brutalizzare col sorriso sulle labbra fino a morirne per la gioia di uomini disperatamente soli. Ma è tutto reso con leggerezza, con delicatezza ed è attinente alla storia. Poi il sesso non è il tema del libro, che mi rifiuto di definire erotico. Non lo è il delitto e la sua soluzione: non è un giallo. Più si procede nella lettura più il vero senso della storia si delinea. La ragazzina, Maya, vuole disperatamente essere una E-Doll, si veste come loro, si trucca come loro, sorride come loro e vuole pensare come loro. Un ribaltamento dello stereotipo del robot che si sente uomo, che vuole diventare uomo. Idea originale questa che ha avuto Verso e che ha sviluppato con abilità, non senza mettere come contraltare Angel che invece sta costruendosi una piena coscienza di sé e sta per arrivare a conquistare il libero arbitrio. Alla fine ci chiediamo chi è più umano, Angel, E-Doll che suo malgrado e senza possibilità di rifiutarsi sta pensando come un uomo, o Maya che cerca disperatamente di diventare una bambola di carne, schiava sessuale di uomini soli,
domenica 17 gennaio 2010
Ernesto Vegetti
Con te se ne va un pezzo importante anche se breve della mia vita; pochi anni nei quali ho imparato a conoscerti ed apprezzarti, a sentirti mio amico, a confidarmi con te, ad imparare da te, ad essere migliore. Grazie per tutto quello che mi hai dato.
Sto piangendo per te, amico mio e ti rimpiangerò per sempre.
Per te ho rubato queste parole:
"Exegi monumentum aere perennius
regalique situ pyramidum altius,
quod non imber edax, non Aquilo inpotens
possit diruere aut innumerabilis
annorum series et fuga temporum."
(Orazio, carme 30)