mercoledì 8 ottobre 2008

Fiaba per addormentarsi




- Hai 38 e mezzo! Adesso bambina mia, resta sotto le coperte, al caldo; io mi siedo qui accanto a te e ti racconterò una storia. Tra poco farà buio, stellina mia, e pian piano con l’oscurità ti addormenterai mentre io ti parlo.
- Raccontami una storia di Guardiani e poteri sovrannaturali, per favore...
- Allora... vediamo... ah sì, ne ho una. E comincia come cominciano tutte le favole:
C’era una volta in una Terra che non è la nostra, un posto dove l’ordine era mantenuto da una genìa di esseri superiori, i Guardiani. Essi avevano strani poteri mentali - pensa che riuscivano a denudare l’animo delle persone che incontravano e che a loro non si poteva mentire - ed erano dotati di armi potenti, che però usavano di malavoglia. Il loro desiderio più grande era di non essere più necessari, di poter infine riposare dopo eoni di servizio, insomma avrebbero voluto che non ci fossero più cattivi o folli nel loro dominio. Due di loro, ognuno per proprio conto, nei momenti in cui tutto sembrava a posto si rifugiavano della dimensione del Sogno. Era questa una Terra diversa dalla loro, nella quale potevano entrare solo con lo Spirito, era una landa immensa, bellissima e aliena e dove infine si incontrarono per caso. Anche se nel sogno i due si riconobbero, si presero per mano e camminarono assieme nel sole.
- Piccola mia, vedo che i tuoi occhi si stanno chiudendo, dormi tesoro mio.
- No, ti prego racconta, dimmi i loro nomi, così che possa ricordarli e sognarli
- Pam era lei, una giovane pantera agile e scattante, morbida e tenera come un gattino o feroce come un grande felino quando si arrabbiava. Lui era Nico, bello come un raggio di sole in una giornata di pioggia, poteva essere duro come l’acciaio o morbido e caldo come una coltre di piume. Camminando camminando Pam e Nico, colleghi e amici ma non altro, si imbatterono in una strana costruzione, sembrava una casa, ma le pietre erano antiche, mezza diroccata, con muschio ed edera che coprivano i mozziconi dei muri. Aveva un non so che di desolazione e disperazione come se lo spirito di chi l’aveva abitata ancora aleggiasse nelle stanze vuote cercando qualcosa che aveva perso. Piano piano Nico si inoltrò all’interno del rudere, fino al cuore della casa, Pam lo seguì con passi incerti fino a trovarlo fermo davanti ad una cassapanca di vecchio legno tarlato chiusa con un lucchetto arrugginito. Senza una parola Nico con un solo gesto della mano fece saltare il lucchetto e aprì il coperchio. Dentro c’era una pietra grande come un pugno, opaca e grigia che trasudava dolore e pianto. La prese e al calore della sua mano la pietra lentamente, sotto gli occhi dei due Guardiani, cominciò a pulsare di un vago bagliore e un senso di pace e di perdono si diffuse intorno. Pamtese la mano e toccò la pietra ancora in mano a Nico e questa si spezzò in due parti uguali e nello stesso tempo iniziò a brillare come una stella.
Nico e Pam si guardarono negli occhi e in quel momento esatto compresero di amarsi.
Si amavano da sempre ma il loro amore era coperto da un velo, una nebbia che solo poche volte si era appena appena alzata un pochino, giusto per convincerli di essere soltanto amici. Ora la luce della gemma, perché ormai la pietra spezzata era brillante come una gemma, ora la sua luce aveva bucato la nebbia che avvolgeva i loro cuori e sapevano di amarsi. Nico e Pam presero ciascuno una metà della pietra e se la posero accanto al cuore...
Piccola mia ti sei addormentata ora... riposa tesoro mio, domattina la febbre sarà passata. La storia la finisco per me. O forse non è ancora finita. No, non è finita, chissà forse ci sarà qualche altra cosa da dire, ma adesso è tardi, s’è fatto buio, tu stai dormendo e io devo andare. A domani Stellina.

1 commento:

Bruno Panozzi ha detto...

Caspita! Sono tutti bellissimi, ma questo...è quello che mi piace di più (almeno per ora).
Baci!!!
Bruno