lunedì 17 agosto 2009

Una Fortezza inespugnabile.

Ancora un gradito regalo da Urania Collezione. Un Heinlein d'antan - 1964 - che non avevo letto (mica si può aver letto tutto di tutti!) che mi ha deliziato in questo fine settimana di ferragosto.
L'inizio del romanzo mi ha fatto esclamare - Ah, ma la solita storia di olocausto del periodo della guerra fredda... - ma poi andando avanti nella pur piacevole lettura il racconto delle peripezie da Robinson dei protagonisti si distende in una storia più articolata e complessa, dove l'autore affronta i temi del rapporto padre-figli e le complesse interazioni familiari, interazziali e sociali. Alcolismo, gelosia, conflitti di potere, razzismo vanno avanti per tutta la storia anche se in seguito assumono connotazioni diverse dalle premesse. In breve una guerra nucleare, babau degli anni in cui Heinlein scriveva, trasporta questo piccolo nucleo di persone chiuse nel loro bunker antiatomico, in un altro 'posto' che è però la Terra, diversa e uguale a quella da loro conosciuta, qui iniziano faticosamente la loro lotta per la sopravvivenza fino a che verranno in contatto con quelli che sono i veri padroni della Terra. Nella prima parte del romanzo, questa Robinsoniana, c'è un punto nel quale Farnham fa l'inventario delle cose che si sono salvate perché conservate nel suo bunker:
"Gli ultimi libri rimasti al mondo.
Almeno così pareva.
Provò un improvviso dolore, che la nozione astratta della morte di milioni di uomini non gli aveva procurato. Chissà perchè la distruzione di milioni di libri gli appariva più brutale e oscena che l'uccisione dei suoi simili. Tutti gli uomini devono moririe, questo era il destino comune.
Ma un libro non muore, e non dovrebbe essere ucciso; i libri sono la parte immortale dell'uomo. Bruciarli è come violentare un amico fiducioso e innocente."
È completamente in linea con il mio pensiero. Per altre cose no. Heinlein è uno dei miei scrittori preferiti, sa farmi sognare, vivere nei sui libri, ma alcune delle sue idee non sono le mie. La seconda parte del romanzo ti acchiappa prepotentemente e ti fa fare notte a leggere, lasciandoti poi un senso di soddisfazione e di pienezza alla parola 'Fine'.
Due parole per la copertina del sempre bravo Brambilla che stavolta però, per i miei gusti, ha ecceduto col rosso e blu dando un aspetto fosco e cupo all'immagine.
La fortezza di Farnham di Robert A. Heinlein, (1964) Urania Collezione 079 euro 5,50 pp 394


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Un bel romanzo, anche se non tra i migliori di RAH, anche questo in grado di scatenare polemiche roventi, non come Starship Trooper ma...
Comunque il nostro è l'autore più presente su UC, chissà se prima o poi pubblicheranno l'ottimo La via della gloria.
Anacho

Doralys ha detto...

ciao Anacho, io l'ho trovato fresco e godibile, come tutti gli evergreen, anche se le tematiche affrontate non sono attualissime. Il concetto di libertà per esempio, dibattuto tra Hugh e Ponce o di democrazia nei discorsi tra Hugh e Duke, ma se inquadriamo il periodo storico ci stanno... eccome! E poi con coraggio, come suo solito, parla di tabù che ancora sopravvivono, una vena di incesto, cannibalismo, droghe... Certo farà parlare molto nei forum e nei blog la scelta del Curatore e speriamo in un bel dibattito aperto e senza pregiudizi.