mercoledì 25 marzo 2009

Il fratello maggiore di Infect@

Ho finito di leggere l'ottimo Algoritmo bianco e in bocca m'è rimasto un sapore un po' dolce un po' piccante... ecco cioccolato al peperoncino! Dolce la sensazione di aver letto qualcosa di nuovo, stimolante e originale; piccante per l'emozione che mi ha dato, scenari metropolitani arrugginiti e maleodoranti che quando chiudevo il libro mi davano l'impressione di essermi sporcata a viaggiarci dentro. La Milano del futuro, un futuro più lontano di quello di Infect@ ma di questo continuazione ed evoluzione, è una città di cieli grigi, di neve avvelenata che si scioglie in gelida acqua sporca, di disperati alla ricerca di pezzi di carta scritta per curare la loro follia. Che bella la trovata di Dario! La pagina scritta antidoto al martellamento della insulsaggine delle pubblicità, delle parole dette a vuoto, del non dire nulla con immani costruzioni sintattiche. La parola... il verbo. In principio era il Verbo... E la pagina scritta, l'etichetta dell'acqua minerale, quella dei pelati, qualsiasi pezzo di carta scritto è un mantra e vale la sanità mentale di chi è colpito dai virus, basta leggere. È scoppiettante di idee questo algoritmo, ha ritmo e storia, un protagonista che non riesce ad essere cattivo come dovrebbe essere un killer... un po' pigro, un po' acciaccato... molto normale insomma. La scrittura di Tonani è cresciuta moltissimo da Infect@ a qui. Mi sono stupita di quanti modi trova per descrivere la sporcizia, il cattivo odore, il degrado. Mi sa che scriverò qualche riga in più dopo il ritorno da Fiuggi.

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