domenica 29 giugno 2008

La Venezia di Olivieri

Nella città lagunare, sul finire dell'800 Marcello studentello senza impulsi incontra la decadente Sveva, ultima discendente di una casata nobile, specchio della Venezia in disfacimento nella quale i due vagano apparentemente senza meta ma alla ricerca inconsapevole di qualcosa.
La cerca si concretizza nell'impellenza di trovare un quadro incompiuto, una tomba, e la risposta alla madre di tutte le domande 'chi siamo?'. Aiutati a volte e a volte contrastati dalla medium Olga e dalla misteriosa Fosca i due amanti vagabondano per calli e fondachi parlando, parlando e parlando.
Sembra quasi che la soluzione del mistero che li circonda sia solo un pretesto per parlare. Il romanzo sussulta nell'azione, a volte ingenuo ed elementare si distende quando dipinge la città e si fa profondo quando i due filosofeggiano. Ci ho trovato molto Gozzano - nostalgia di cose mai avute e mai viste - e pochissimo fin de siecle: la vicenda è ambientata intorno al 1880 ma a me a volte sembrava odierna. Il tono generale del romanzo è lugubre, tetro, di disfacimento e morte, le ombre del titolo sono sempre sottointese e spingono i due protagonisti verso il loro ineluttabile destino.
Proprio per quando dicevo sopra mi ha dato la sensazione di essere stato scritto in momenti diversi, la trama, l'azione da un Olivieri meno smaliziato e abile dell'Olivieri che parla attraverso Sveva. Notevolissima è la cartina, riproduzione di una mappa di Venezia dell'epoca, inserita in una tasca della copertina.

Ombre a Venezia di Raffaele Olivieri (2008, Edizioni della Vigna, collana La Botte Piccola 3, pagg. 243, euro 21,00 edizione per collezionisti, 16 euro per gli altri)

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